Una corretta alimentazione e un’attività fisica regolare sono importanti per la nostra salute. Permettono di prevenire una serie di malattie e problematiche più o meno gravi e questo si riversa anche sulle spese sanitarie.
La Cnel ha da poco fatto un convegno su “Attività fisica e corretta nutrizione: la chiave per il risparmio della spesa sanitaria“. Secondo i dati, se le persone iniziassero a prestare più attenzione al proprio benessere ed evitassero comportamenti sbagliati, ci sarebbero ogni anno 11.600 morti in meno e ben 1,5 miliardi di spese sanitarie risparmiate.
Pandemia da COVID, spese sanitarie e attenzione sulla salute
Da quando è scoppiata la pandemia da covid l’anno passato, c’è chi ha iniziato a rivalutare l’importanza di uno stile di vita sano e la giusta attività fisica. Però i dati non sono buoni e anzi, la sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali, ha spiegato come la pandemia per molti ha avuto un effetto assolutamente negativo sull’alimentazione e lo sport. Al di là del virus di per se, è preoccupante ciò che questa pandemia ha causato nelle vite delle persone, tra depressione, stati di ansia e di stress, problemi economici etc.
Ecco che l’indagine Ipsos commissionata dal Dipartimento per lo Sport non ha dato affatto buoni risultati. Valentina Vezzali spiega che per tanto tempo è stato considerato marginale il collegamento che c’è tra uno stile di vita buono e il risparmio davvero elevato che comporta sui costi sanitari.
Si augura anche che vi sia una maggior consapevolezza di come è importante educare sin da bambini le persone a mangiare bene e praticare attività sportiva, così da poter puntare a un benessere fisico migliore e di conseguenza, un futuro molto più sano.
Come il cattivo stile di vita influisce negativamente sulla salute delle persone
Perché il cattivo stile di vita delle persone pesa tanto sulle spese sanitarie del nostro paese? Questa volta è il consigliere Cnel, Francesco Riva, a rispondere a questa domanda. Spiega che una corretta alimentazione, così come un po’ di attività fisica, porta a un rischio nettamente inferiore di andare incontro a patologie gravi come per esempio il cancro alla mammella e diversi tipi di cardiopatie. Che tra l’altro sono proprio tra le principali cause di morte.
Allo stesso tempo però si traduce in una spesa economica decisamente inferiore, la quale negli ultimi anni è arrivata a quasi 120 miliardi. Ecco perché se tutti quanti cooperassero avrebbero come primo importante risultato quello di sentirsi bene e avere una percentuale più bassa di dover ricorrere a cure mediche anche importanti. Dall’altra invece, la sanità stessa potrebbe risparmiare e riservare i soldi ad altri tipi di cure o ricerche.
C’è poi un altro problema da considerare, come sottolinea questa volta Roberto Verna, professore ordinario di Patologia Clinica in Unam Sapientiam, oltre che presidente della World Association of Societies of Pathology and Laboratory Medicine.
L’Italia oggi è uno dei primi Paesi in termini di obesità infantile. Un problema recente ma che si riversa inevitabilmente sul futuro, quando questi bambini che soffrono di sovrappeso e obesità saranno gli adulti di domani e soffriranno di patologie legate appunto alla poca attività fisica oltre che a una dieta scorretta. Se lo scopo è ridurre il rischio di patologie e pesare meno sul sistema sanitario, occorre iniziare a modificare già da ora il proprio modo di vivere e di vedere le cose.