Non è la prima volta che Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione all’Irccs ospedale San Raffaele di Milano si esprime in merito all’attuale pandemia da Coronavirus. Niente di strano fino a qui, sono decine e decine i medici che ogni giorno offrono un parere professionale sul covid19. La differenza è che Zangrillo ritiene che il virus è clinicamente inesistente, concetto già avanzato il 31 maggio 2020, cioè ben oltre un anno fa.
Secondo Alberto Zangrillo il covid19 è clinicamente morto perché già a maggio 2020 non vi era nemmeno un paziente da ricoverare per Covid. Esattamente come nell’ultima settimana di questo luglio 2021, dove di 11 contagiati solo 3 sono stati ricoverati, però per motivi non gravi.
Il primario di Anestesia ha confermato di nuovo tutto questo durante un’intervista e ha sottolineato come sta circolando un eccessivo allarmismo in questo momento in Italia, così come nel resto del mondo.
Zangrillo non sta dicendo in nessun modo che non esiste la pandemia e si, il virus è reale. Però ci ricorda come esistono tanti altri malati, i quali sono passati un po’ in secondo piano da quado a marzo 2020 si è iniziato a parlare di covid anche in Italia.
Insomma, il coronavirus esiste, però ci sono troppi allarmismi che non fanno bene e aumentano solo il clima di ansia e di paura. Purtroppo si è lavorato molto sullo spaventare le persone e oggi secondo il parere del medico, non vi è una correlazione tra quello che succede e quello che viene poi riportato.
Sembra un po’ che gli esperti puntino a fare previsioni sempre più pessimistiche e catastrofiche, portano solo le persone a non uscire da questa spirale di negatività. Non dimentichiamoci che i disturbi psichici sono aumentati sensibilmente da quando è scoppiata la pandemia.
Durante l’intervista il medico sposta l’attenzione sui dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Per gli under 40 il tasso di letalità del virus è ben 800 volte inferiore rispetto a quella degli over 80. Si parla dello 0,28% di rischio di morte, con uno 0,07% per gli under 30.
Sottolinea comunque che i suoi tre figli, tutti tra i 25 e 33 anni, sono vaccinati con entrambe le dosi. Però ripete che non ha senso cercare di incutere paura tra i giovani facendo credere loro che rischiano di entrare in ospedale, quando le possibilità sono davvero remote. Si aspetta piuttosto che i giovani mantengano un comportamento responsabile, indossando la mascherina e senza creare inutili assembramenti.
Infine, cosa ne pensa sull’obbligo di vaccinazione, che per il momento non c’è, e sulla greenpass? Si esprime sull’obbligo per medici e infermieri, e si reputa non favorevole. Con un’informazione corretta e non orientata alla paura, è possibile proteggere ugualmente i pazienti e se stessi.
Cita uno studio uscito su Nature dove spiegano come difficilmente si riuscirà ad andare oltre l’80% dei vaccinati, perché ci sarà sempre una percentuale della popolazione che non verrà convinta.
E il Green pass? Non piace troppo a Zangrillo, perché ribadisce come è il buon senso delle persone ad aiutare davvero. Evitare assembramenti inutili, ridurre i contatti sociali e indossare la mascherina è il modo migliore per proteggersi, senza dover costringere i gestori dei locali a controllare se una persona seduta al tavolo è stata o meno vaccinata.
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