E’ stato presentato oggi il sesto rapporto di valutazione dell’IPCC da parte dell’IPCC relativo ai cambiamenti climatici 2021. Nel 2022 invece sarà completato.
A oggi sappiamo quanto è importante lavorare sulle abitudini non solo individuali ma anche globali, specialmente da parte delle grandi aziende, per poter intervenire sugli importanti e severi problemi climatici che stiamo vivendo.
L’IPCC, il Comitato Intergovernativo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, ha dichiarato che le alterazioni osservate non hanno nessun precedente nelle migliaia di anni passati e ci sono dei cambiamenti in corso che non potranno essere bloccati per centinaia di migliaia di anni.
Per quanto purtroppo le persone continuano a vivere come se tutto questo non stesse succedendo, in verità siamo proprio noi umani ad avere un importantissimo ruolo in tutto questo. Le nostre azioni influenzano davvero il clima, l’ambiente e il futuro stesso del pianeta.
Come intervenire
Secondo il rapporto IPPC per poter intervenire positivamente sul clima occorre intervenire in modo deciso e costante prima di tutto sulle emissioni dei gas a effetto serra così da raggiungere le emissioni nette di CO2 fino al valore di zero.
E l’alimentazione? Cosa ha a vedere con tutto questo? Spesso le persone non riconoscono un collegamento tra i cambiamenti climatici e l’alimentazione, però si tratta di qualcosa di davvero importante e che non dovrebbe essere ignorato. Per esempio il consumo di carne e la sua produzione sono importantissimi in questo contesto perché vanno ad aumentare proprio le emissioni di CO2.
Oggi sempre più esperti suggeriscono di optare per alternative proteiche vegetali così da cercare di bloccare il più possibile l’irreversibile peggioramento climatico al quale stiamo assistendo.
Una recente ricerca di #CarissimaCarne dimostra che gli impatti della produzione di carne in Italia è 50 volte superiore a quella dei legumi. Per riuscire a migliorare la situazione, il Rapporto IPPC chiede aiuto ai politici delle varie nazioni al fine di incentivare il cambiamento alimentare, spostando i sussidi che vengono dati alla zootecnia a quella che invece è la coltivazione vegetale.