Con il termine aneurisma si indica una patologia in realtà molto spesso asintomatica che però potenzialmente può rivelarsi letale. Solo negli Stati Uniti si stima che tutti gli anni vi sono più di 25.000 decessi a causa di un aneurisma rotto.
La rottura dell’aneurisma infatti è la conseguenza più grave, perché porta al versamento di sangue a livello toracico, addominale o intracranico.
In medicina si utilizza il termine aneurisma per indicare una dilatazione anomala di un’arteria. Quando però si rompe l’aneurisma, ed è questo il caso che mette maggiormente in allarme, il rischio di morte è particolarmente elevato. Si parla di circa il 40% se il paziente si trova già in ospedale e tra il 60 e l’80% se il paziente non si trova in ospedale.
L’aneurisma cerebrale indica che una determinata zona dell’arteria cerebrale è particolarmente sottile o debole e nel tempo a causa dell’elevata pressione sanguigna avviene l’usura della parete dell’arteria stessa, portando a un rigonfiamento. L’aneurisma cerebrale nel lungo periodo può arrivare perciò a premere su un nervo o su uno dei tessuti circostanti, ecco che poco a poco diventa sempre più debole e può quindi esplodere.
Quando si manifesta la rottura, il sangue può defluire verso il cervello (si parla di emorragia intracerebrale) oppure può andare nella zona tra cranio e cervello (si parla di emorragia subaracnoidea).
I sintomi dell’aneurisma cerebrale sono piuttosto evidenti ed è difficile confonderli. Il sintomo principale in questo caso è un mal di testa davvero forte, descritto da chi ne ha sofferto come il più forte di tutta la sua vita.
Le pupille si dilatano, la visione inizia a essere offuscata oppure doppia, si presenta come un forte dolore dietro l’occhio e spesso anche sopra, la persona avverte come un forte senso di debolezza e d’intorpidimento diffuso in tutto il corpo, con difficoltà a parlare. Tra gli altri sintomi troviamo:
Vi sono anche alcuni sintomi che si presentano quando non vi è l’effettiva rottura dell’aneurisma cerebrale. Se di solito sono asintomatici, quando il problema colpisce vasi molto gradi anche che si può manifestare con dolore sopra e dietro gli occhi, palpebra cadente, pupille dilatate, addormentamento o debolezza dei muscoli facciali e cambiamenti nella visione.
L’aneurisma cerebrale si forma la dove la parete di un vaso sanguigno è già debole e sottile. I più soggetti a soffrirne sono quelli dove vi sono biforcazioni, perché il sangue in questo punto scorre in modo molto più vigoroso. Ecco che se l’area è già indebolita, iniziano a presentarsi dei gonfiori. Però entrando un po’ più nel dettaglio, quali sono i fattori di rischio?
I fattori di rischio sono numerosi per quanto riguarda l’aneurisma cerebrale. Alcuni possono essere trattabili mentre altri no.
Quelli potenzialmente trattabili sono le condizioni per cui esiste un rimedio di tipo farmacologico o comportamentale. Come nel caso dell’ipertensione cronica che è una delle principali cause di aneurisma e può essere trattata con farmaci ipotensivi e allo stesso tempo adottando uno stile di vita sano.
Tra gli altri fattori trattabili troviamo il sovrappeso, il fumo, l’assunzione di cocaina e di alcol, traumi cerebrali, infezioni del sangue e inattività fisica.
Ci sono poi fattori di rischio non trattabili, come per esempio l’età avanzata, la razza (quella africana, asiatica e caraibica sono maggiormente a rischio) e la predisposizione genetica. Infine anche le donne dopo la menopausa sono maggiormente a rischio.
Ci sono poi dei fattori di rischio che esistono sin dalla nascita, come le anomalie dei vasi sanguigni e dell’apparato circolatorio.
La sindrome di Ehlers-Danlos è una malattia ereditaria che può portare appunto a indebolire i vasi sanguigni e colpisce il tessuto connettivo. C’è poi il rene policistico, altra patologia ereditaria dove le cisti si formano a livello dei reni e possono portare appunto all’ipertensione cronica.
Un altro fattore di rischio che può essere presente dalla nascita è la coartazione aortica, cioè un restringimento anomalo dell’aorta che può portare appunto all’ipertensione arteriosa.
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