Possiamo definire l’ansia, come un mix di combinazioni emozionali che includono paura, preoccupazione e particolare apprensione, tendenzialmente accompagnata da stati fisici come palpazioni, dolori al petto, mancanza di respiro o fiato corto, tremore e nausea. Tale sintomo, può essere una conseguenza cerebrale primaria, oppure può essere associata ad ulteriori patologie mediche inclusi i disturbi psichiatrici. La sintomatologia somatica è caratterizzata da una iperattività del sistema nervoso autonomo e generalmente anche dalla risposta classica da parte del sistema simpatico, ovvero una sorta di “combatti o scappa”. La paura che si manifesta in presenza di ansia, è differente dalla paura vera e propria, e questa si distingue per il fatto di essere aspecifica, vaga o determinata da un conflitto interiore o da uno stato d’animo squilibrato.
Cure farmacologiche per combattere l’ansia
I farmaci più utilizzati per trattare l’ansia sono: gli ansiolitici, le benzodiazepine e gli antidepressivi. Rientra a far parte degli ansiolitici il Buspar, ovvero un farmaco non ipnotico molto utilizzato per trattare l’ansia cronica di grave e media entità. Tale prodotto è un antagonista parziale dei ricettori della serotonina ad azione ritardata, e può essere somministrato anche per lunghi periodi di tempo. La somministrazione di benzodiazepine deve essere moderata, perché tutti i prodotti farmaceutici che appartengono a tale categoria, possono creare dipendenza, ed inoltre la cura non deve essere mai interrotta bruscamente, pere evitare l’effetto di rimbalzo. Tra le benzodiazepine più utilizzate ricordiamo: il Micropam, l’Ansiolin, il Valium, il Diazemuls ed infine il Diazepam. Oltre a tali farmaci, si possono utilizzare lo Xanax, il Frontal e l’Alprazig per trattare l’ansia con attacchi di panico. L’impiego di tali farmaci deve essere prescritto solo dal medico curante, dopo aver accertato una diagnosi di ansia grave, perché queste benzodiazepine creano particolare dipendenza, ed il dosaggio consigliato è pari a 0,25-0,50 mg da somministrare per via orale.
Rimedi naturali per contrastare l’ansia
Tra i rimedi naturali al 100% per contrastare il disturbo dell’ansia troviamo la passiflora. Tale pianta ha moltissime virtù calmanti e rilassanti e vengono attribuite delle virtù molto simili a quelli presenti nei farmaci antidepressivi e nelle benzodiazeopine. Questo fiore è in grado di favorire il rilassamento, provocando di conseguenza anche un po’ di sonnolenza. Tendenzialmente a gli erboristi consigliano la tintura madre, da assumere tre volte al giorno sotto forma di infuso, per un quantitativo pari a 20 gocce. Un’altra pianta molto utile in presenza di ansia è la melissa, da acquistare anch’essa in erboristeria sia come tisana che come tintura madre. Grazie alle sue proprietà ansiolitiche, è in grado di placare i disturbi relativi agli attacchi di panico, accompagnati da squilibri dell’apparato gastrointestinale e da irrequietezza. Tale somministrazione è sconsigliata a coloro che soffrono di patologie alla tiroide, oppure di glaucoma ed in concomitanza di farmaci barbiturici. Anche il biancospino occupa un posto di rilievo nel contrastare i disturbi legati all’ansia, perché ha una leggera azione sedativa, che rallenta il battito cardiaco e controlla la risposta da parte del sistema nervoso.
Ansia e disturbo del sonno
Da alcuni anni a questa parte, le cause dell’ansia sono diventate un vero e proprio studio di ricerca da parte di alcuni scienziati. Grazie agli psicologici e psichiatri, attraverso i lori studi, è stato possibile evidenziare come alcune persone possano manifestare l’ansia in base allo loro struttura personale, che si è creata in un particolare ambiente familiare o educativo, e che fa rispondere a tutto questo sia a livello cognitivo, ovvero del pensiero, sia a livello comportamentale, ovvero con le azioni, tramite alcune tipiche modalità. In moltissimi casi, sembra esserci alla base una sorta di predisposizione genetica, che molti psicologici specializzati nel modello cognitivo e comportamentale, non approvano. La famiglia, le preoccupazioni di un genitore troppo apprensivo o scrupoloso, sono tutti fattori che possono essere assorbiti dal bambino, e presi come esempi di vita, tanto da trasmetterli a sua volta ai propri figli, ma di genetico in tutto questo c’è veramente poco. Possiamo definire dunque tale disturbo o patologia, come qualcosa di personale, che può essere acquisita anche con il tempo.
Molto spesso l’ansia può provocare disturbi del sonno ristoratore. Come sappiamo il sonno notturno è molto importante per la nostra salute sia fisica che mentale, e quando l’ansia si manifesta, la persona si gira e si rigira con grande preoccupazione, oppure guardando di continuo l’orologio.
Una o due notti insonni possono capitare a tutti noi, e non devono destare preoccupazioni, ma quando tale avvenimento si ripete più volte, alla base potrebbero esserci delle problematiche legati a fattori ansiogeni. Preoccuparsi maggiormente, non giova alla nostra salute, anzi genera ulteriori difficoltà, ed alla fine si va ad innescare un meccanismo vizioso di ansia, difficile da gestire. Se un soggetto inizia a preoccuparsi sul perché non dorme, con il passare del tempo tale condizione psicologica, potrebbe determinare insonnia.
Ansia e claustrofobia
Attualmente la claustrofobia è una delle forme di fobia più diffuse, ed il soggetto che ne soffre, ha una paura eccessiva ed irrazionale degli spazi chiusi, come ad esempio tunnel o ascensori, oppure di alcune macchinari come quello utilizzato per la Risonanza Magnetica. Quando l’ansia prende il sopravvento, in situazioni simili, il soggetto farà di tutto per uscire all’aria aperta e godere del senso di libertà privato da quelle situazioni ingestibili. Tale disturbo è collegato ad una serie di paure, come ad esempio il timore che il soffitto o il pavimento si chiudano improvvisamente schiacciando tutte le persone presenti, o che venga a mancare l’aria sufficiente per poter respirare e sopravvivere, o il timore di svenire per mancanza di aria e luce. Locali come il cinema ad esempio, sono poco apprezzati da chi soffre di claustrofobia, perché non vi sono finestre e luci ed in particolar modo, tutte le uscite non sono sempre controllabili a causa della gente presente.