Gli attacchi di panico, noti anche come Disturbo da Attacchi di Panico, rientrano tra i disturbi d’ansia, dove gli stati ansiosi sono talmente intensi e imprevedibili da suscitare in chi li vive una paura irrazionale però vissuta come reale. Si dice che, solo coloro che hanno provato un attacco di panico, possono capirlo davvero senza giudicare.
Apparentemente non vi è nessuna causa scatenante ed è questo a far aumentare la paura. Chi vive l’attacco di panico lo descrive spesso come la sensazione di morire, soprattutto per i dolori vissuti come reali che fanno pensare spesso a un infarto. Può durare da pochi secondi fino a diverse ore anche se in media non dura più di 30 minuti. La sensazione è di perdere il controllo e i sintomi possono essere tanti. Da pesanti tremori all’oppressione al petto, sensazione di asfissia e nausea.
E’ considerato uno dei più comuni disturbi psicologici. A livello statistico sembra che circa 10 milioni di italiano lo hanno subito almeno una volta nella vita.
Normalmente l’attacco di panico non dura più di mezz’ora ma in alcuni casi può arrivare anche ad alcune ore o limitarsi ad attacchi brevi, di pochi secondi. E’ un evento molto intenso a livello emotivo, chi lo vive ha come la sensazione di perdere il controllo. I primi sintomi compaiono normalmente nella prima età adulta e le donne sono più soggette a soffrirne.
I sintomi insorgono in modo improvviso e non compaiono tutti, ma spesso più di uno contemporaneamente. Vediamo perciò quali possono essere:
La prima volta che compaiono gli attacchi di panico la persona pensa subito di essere vicino alla morte e la prima cosa che fa è voler andare in ospedale. E’ un episodio che stravolge e condiziona in modo pesante la vita, porta a un senso di insicurezza acuto.
La frequenza, così come la gravità dei sintomi, cambia molto in base alla circostanza e il numero di volte che si presentano. Alcune volte possono essere poco intensi però frequenti, come per esempio ogni giorno per una settimana. Di solito vi sono pause di molte settimane o mesi tra l’uno e l’altro. Nel caso invece degli attacchi più forti però meno frequenti, come una volta al mese, possono presentarsi per un periodo e poi interrompersi per anni o non tornare più.
Nella maggior parte dei casi però è più corretto parlare di attacchi paucisintomatici, cioè si presenta come un pre-attacco di panico. Senza sfociare in un attacco completo.
La frequenza, così come la gravità dei sintomi, cambia molto in base alla circostanza e il numero di volte che si presentano. Alcune volte possono essere poco intensi però frequenti, come per esempio ogni giorno per una settimana. Di solito vi sono pause di molte settimane o mesi tra l’uno e l’altro. Nel caso invece degli attacchi più forti però meno frequenti, come una volta al mese, possono presentarsi per un periodo e poi interrompersi per anni o non tornare più.
Nella maggior parte dei casi però è più corretto parlare di attacchi paucisintomatici, cioè si presenta come un pre-attacco di panico. Senza sfociare in un attacco completo.
Possono essere adottate diverse terapie contro gli attacchi di panico.
La più efficace al momento sembra essere la cognitivo-comportamentale. Viene eseguita di solito a cadenza settimanale, dove il paziente si concentra sull’apprendimento di modalità di comportamento funzionale per curare l’attacco di panico, così da eliminare sin da subito il circolo vizioso. Deve essere questa la prima strada percorsa perché è risultata essere la più efficace.
Nella psicoterapia vengono utilizzate le tecniche cognitive attraverso la strategia verbale. In questo modo vengono modificati i pensieri catastrofici e la persona impara a gestire la situazione senza averne paura. Questo aiuta a conviverci, aspettando che passino.
Le tecniche comportamentali invece, modificano quei comportamenti problematici che mantengono il disturbo o lo causano. Occorre aiutare la persona a non evitare la situazione temuta ma ad affrontarla. Il percorso intrapreso aiuta quindi ad affrontare le cose che prima erano reputate normali e a un certo punto hanno iniziato a spaventare.
Possono essere utili alcune tecniche che permettono di accettare le emozioni negative, le quali sappiamo bene che fanno parte della vita. Poco a poco la persona riprende la propria vita in mano, riesce a superare i traumi e alcune volte a elaborarli.
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