Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che, chi consuma le bevande calde, può avere maggiore probabilità di avere un tumore. Gli esperti ed i ricercatori hanno messo in allerta le persone e hanno suggerito dei consigli.
Con l’arrivo del freddo è normale consumare ogni tipo di bevanda calda. Questa possono essere dei brodini vegetali da bere a pranzo o a cena, oppure semplicemente tè e tisane che tante persone amano consumare nelle prime ore della giornata oppure alla sera, prima di andare a dormire o mentre si guarda la tv. Tuttavia, uno studio ha messo in allerta questi individui, sottolineando che c’è un rischio serio di contrarre il tumore.
Non c’è niente di più bello che godersi una bevanda calda mentre si guarda la televisione. È uno dei modi più naturali e salutari per riscaldarsi, soprattutto quando fuori le temperature sono rigide. Tuttavia, quello che la maggior parte delle persone non sapeva era proprio il fatto che possono causare un tumore all’esofago. A lanciare l’allarme è stato uno studio condotto di recente e pubblicato sul sito dell’Airc.
La ricerca ha scoperto che le bevande calde possono provocare il tumore all’esofago, un tipo di cancro non troppo comune. È stato rivelato che nel 2018 sono state diagnosticati duemila casi in tutta la penisola, con una incidenza maggiore al Nord, rispetto al Centro-Sud. In questo contesto, sono gli uomini ad essere maggiormente colpiti rispetto alle donne, dove le abitudini e lo stile di vita incide parecchio.
Che cos’è il tumore all’esofago?
Quando si sente parlare di cancro dell’esofago, si fa riferimento ad un tipo di tumore che non è molto comune. La malattia inizia quando le cellule nel rivestimento dell’esofago iniziano a crescere senza controllo. Le cellule in quasi tutte le parti del corpo possono diventare cancerose e possono diffondersi in altre aree del corpo. Esistono due tipi principali di cancro esofageo, in base al tipo di cellula in cui inizia. Il primo è il carcinoma a cellule squamose ed il secondo si chiama l’adenocarcinoma.
Tumore all’esofago: i fattori di rischio
Ci sono diversi fattori di rischio per quanto riguarda questo tipo di cancro, come l’avanzare dell’età. La grande maggioranza dei pazienti è di sesso maschile. Influisce anche l’uso frequente di sigarette, tabacco non da fumo e alcol. Poi anche l”ingestione di sostanze caustiche, che possono irritare il rivestimento esofageo, aumentando così la possibilità di crescita cancerosa.
Si ritiene che l’esposizione a determinate sostanze chimiche come nitrosammine, fibre di amianto e prodotti petroliferi contribuisca al carcinoma a cellule squamose. Anche chi ha l’esofago di Barrett, la condizione in cui l’acido dello stomaco si ritira continuamente nell’esofago può causare adenocarcinoma. Oppure semplicemente una storia passata di cancro alla testa o al collo.
Perché le bevande calde causano il tumore all’esofago? Lo studio
Oltre ai fattori sopraindicati, ce n’è un altro che provoca il tumore all’esofago e sono le bevande calde. A livello mondiale le ce ne sono molte di bevande come ad esempio tè, tisane, caffè, cioccolata, mate e molte altre. La temperatura alta facilita lo scioglimento degli aromi e delle sostanze chimiche e aumenta il senso di benessere. Sono spesso servite ad una temperatura che si aggira tra i 71-85°C e vengono consumate più o meno a 50-70°C.
Una commissione di esperti dell’International Agency for Cancer Research, IARC ha analizzato nel 2016 il rapporto tra bevande calde e tumore. Ed ha sottolineato che c’è una relazione tra di loro, in quanto le bevande incidono sul cancro all’esofago. La IARC ha spiegato che il consumo regolare delle bevande che sono molto calde, in pratica ad una una temperatura superiore ai 65°C, può essere cancerogeno per le persone.
A che temperatura consumare le bevande calde?
A rispondere a questa domanda ci a pensato la Royal Society for Chemistry, la nota società scientifica britannica per l’avanzamento delle scienze chimiche. Gli esperti hanno suggerito che è bene consumare le bevande calde ad una temperatura che deve essere compresa tra i 60°C e 65°C, questo in base ad uno studio che era stato condotto su 300 soggetti che avevano problemi digestivi.
Gli aggiornamenti scritti all’interno dell’articolo sono state riprese da fonti autorevoli come l’Airc, ma non vogliono essere il presupposto di diagnosi e trattamenti. Il fine delle nostre informazioni è solo divulgativo, per approfondimenti e cure di ogni tipo è sempre opportuno chiedere l’intervento di uno specialista.