Il cancro al seno è una mattia grave se non viene riconosciuta e curata a tempo. Negli ultimi tempi comunque sono stati fatti grandi passi a riguardo. In questo articolo offriamo un accenno all’argomento accennando alle tipologie, i sintomi, il grado di diffusione, le cause, l’evoluzione e la prevenzione.
Cos’è il cancro al seno
E’ un tumore che colpisce la ghiandola mammaria, la quale in verità è composta da tante ghiandole unite tra di loro. E’ grave se non riconosciuta per tempo e curata. In pratica alcune cellule si trasformano in maligne e iniziano a moltiplicarsi in modo incontrollato e possono arrivare a invadere altri tessuti e organi del corpo. I più comuni sono quelli delle cellule ghiandolari e delle pareti dei dotti.
Tipologie di cancro al seno
Esistono tante tipologie differenti di cancro al seno. Possono essere di tipo non invasivo o invasivo. Quelle non invasive si distinguono in due gruppi. C’è il carcinoma duttale in situ e il carcinoma lobulare in situ.
Il carcinoma duttale in situ è una forma pre-cancerosa che interessa le cellule dei dotti. Tende a ripresentarsi e nel tempo può diventare invasiva. Il carcinoma lobulare in situ invece può portare a un carcinoma e la sua evoluzione può essere di tipo LIN1, LIN2 e LIN3.
Le forme invasive sono quelle che non risiedono solo nel punto di origine e ovviamente sono le più pericolose perché possono raggiungere anche altre parti del corpo e si distinguono in stadio I, II, III e IV in base all’aggressività. Le forme più comuni sono:
- Il carcinoma duttale, rappresenta il 70-80% dei casi. Può estendersi al tessuto adiposo e connettivo e arrivare in altre zone del corpo attraverso la circolazione sanguigna.
- Il carcinoma lobulare, rappresenta il 15% dei casi. Nasce dai lobuli e può arrivare a estendersi al tessuto connettivo e quello adiposo e raggiungere altri organi.
- Carcinoma papillare, cribriforme, mucinoso e tubulare. E’ la forma meno comune e rappresenta il 10% dei tumori al seno invasivi.
Sintomi del tumore al seno
Specialmente all’inizio il tumore al seno non provoca il sintomo che in genere suscita più di ogni altro il panico, cioè il dolore. Secondo un recente studio nella maggioranza dei casi in verità il dolore non indica la presenza di alcun tumore. Nel 12% circa indica la presenza di una ciste e solo nello 0,4% invece una lesione maligna. Il seno infatti di solito fa male per le variazioni ormonali, specialmente quelle legate al ciclo.
I veri sintomi del tumore sono altri. Come la presenza di noduli, visibili (nelle forme già avanzate) oppure che si notano al tatto. C’è da analizzare il capezzolo per individuare eventuali cambi, come per esempio quando è più fuori o più dentro del normale, oppure se ci sono perdite da uno dei due o ancora se assume un aspetto a buccia d’arancia o la forma del seno stesso cambia. I cambiamenti però non sono sempre da attribuire al tumore. Per esempio un seno più grande può dipendere anche dall’aumento di peso. Molte volte però non c’è nessun sintomo specifico e l’unico modo che c’è per riconoscerlo è la diagnosi medica.
Grado di diffusione
Il tumore al seno è il più comune che può colpire una donna. Rappresenta infatti il 29% dei tumori che colpiscono le persone di sesso femminile. Statisticamente colpisce 1 donna ogni 8 nella vita. Ha un tasso di mortalità del 17%.
Cause e fattori di rischio
I fattori di rischio sono tanti. Si parte da quelli genetici. Oggi infatti si sa che le persone con i geni BRCA1 e BRCA2 sono al 50% le responsabili delle forme ereditarie di cancro al seno. La familiarità è importante perché circa il 7% dei casi di donne che si ammalano hanno avuto familiari stretti che ci sono passati. Il tumore al seno poi è più comune per le donne con almeno 50 anni. Sotto questa età interessa solo il 25% delle donne.
L’uso eccessivo di estrogeni può facilitarne la comparsa, i quali sono usati per esempio nelle pillole anticoncezionali. A ridurli invece sono ad esempio la gravidanza che anzi, agisce anche come forma di protezione al tumore al seno.
Infine alcuni effetti negativi sulla comparsa possono averli anche l’obesità e il vizio del tabagismo, nonostante non sono messi in prima fila tra i colpevoli restano comunque fattori di rischio degni di nota.
Evoluzione
- Stadio 0: rientrano in questa fase le forme non invasive di cancro al seno. Il carcinoma lobulare in situ non è aggressivo ma può trasformarsi successivamente in una lesione maligna. Il carcinoma duttale in situ aumenta il rischio di arrivare al carcinoma ed è una forma precancerosa. Spesso non si evolve in cancro ma regredisce da solo grazie all’azione del sistema immunitario.
- Stadio 1: è nella fase iniziale, è meno di 2 cm di diametro e non interessa ancora i linfonodi.
- Stadio 2: è sempre in fase iniziale, meno di 2 cm però ha già coinvolto i linfonodi sotto l’ascella. Altrimenti può essere più di 2 cm però senza aver coinvolto i linfonodi.
- Stadio 3: ha dimensioni variabili e ha coinvolto i linfonodi oppure i tessuti vicini al seno.
- Stadio 4: ha già provocato una metastasi, cioè le cellule cancerose si sono spostate verso altri tessuti e hanno coinvolto altri organi.