Il problema dei capillari rotti è piuttosto comune. Colpisce tanto le donne quanto gli uomini. Sicuramente vi è una predisposizione per alcune persone rispetto che per altre. Oggi vediamo prima di tutto cosa sono i capillari e a cosa servono, quali sono le cause della rottura, gli eventuali sintomi associati e alcuni rimedi naturali che possono aiutare nella gestione del problema.
Cosa sono i capillari
I capillari fanno parte dell’apparato circolatorio del corpo umano. Hanno dimensioni microscopiche e fanno parte sia del sistema venoso e arterioso. Sono i più piccoli vasi sanguigni e si occupano di distribuire il sangue alle cellule e tutti i tessuti, per poi raccogliersi di nuovo in vasi più grandi, cioè le venule, e dopo nelle vene fino ad arrivare così al cuore.
E’ all’interno dei capillari che avvengono gli scambi metabolici e respiratori tra il sangue e il liquido intercellulare. In pratica riforniscono di ossigeno e sostanze nutritive tutto il corpo, allontanando poi le sostanze di rifiuto. L’aspetto caratteristico dei capillari che rende possibile tutto questo sono le sue pareti di un solo strato, altamente permeabili.
Capillari rotti: le cause
I capillari rotti sono un problema piuttosto comune e di solito interessano esclusivamente l’estetica, senza particolari ripercussioni per la salute. Le donne sono le prime a soffrirne. Altre volte però non devono essere sottovalutati, perché possono essere un sintomo precoce di un cattivo funzionamento del sistema vascolare.
Se da una parte si possono presentare in quasi tutte le zone del corpo, c’è da dire che sono comuni soprattutto negli arti inferiori. Vediamo le principali cause e fattori di rischio.
- Età: i capillari rotti sono comuni soprattutto a partire dai cinquant’anni di età, quando la pelle è più sottile e i capillari perdono elasticità. Si indeboliscono le valvole delle vene ed ecco che il sangue inizia a ristagnare. Questo porta all’aumento della pressione sia nelle vene che nei capillari e ciò porta alla rottura.
- Familiarità: è più facile vedere i capillari rotti tra persone della stessa famiglia. Rientra infatti tra i disturbi ereditari.
- Gravidanza: i nove mesi di gravidanza provocano una serie di cambiamenti importantissimi nel corpo di una donna, tra cui la dilatazione delle vene. Ecco che la pressione all’interno delle stesse porta alla dilatazione venosa e alla rottura dei capillari.
- Insufficienza venosa cronica: quando le vene non lavorano bene, cioè alcune valvole presenti nelle vene delle gambe impediscono la corretta risalita del sangue, ecco che si va incontro al problema dei capillari rotti.
- Fattori ormonali: le donne sono quelle più a rischio di soffrirne, per via degli squilibri ormonali. Per esempio un alto livello di estrogeni e progesterone porta alla dilatazione di veni e capillari. Questi aumenti avvengono per esempio durante il ciclo mestruale, in gravidanza e con l’assunzione della pillola anticoncezionale. Anche un livello basso di ormoni però può essere la causa, perché rende le vene meno capaci di resistere alla pressione. I principali fattori di rischio dell’insufficienza venosa cronica sono l’età, l’obesità e la sedentarietà.
- Attività professionale: di solito a soffrire di capillari rotti sono soprattutto le persone che passano diverse ore al giorno in piedi o sedute, ma anche chi per esempio è costretto per motivi professionali a lavorare per tante ore al giorno vicino a una fonte di calore.
Vi sono poi una serie di fattori di rischio extra. Tra questi troviamo per esempio all’abuso di alcol e tabacco, disturbi al fegato, esposizione eccessiva a temperature elevate (come il sole), presenza di cellulite, scarsa idratazione etc.
Capillari rotti: i sintomi
I capillari rotti rappresentano principalmente un problema di tipo estetico. I capillari rotti si presentano come piccoli filamenti a ragnatela di un colore che può essere rosso, blu o viola. Molte volte vi sono sintomi collegati come per esempio un prurito più o meno intenso e diffuso, gonfiore localizzato, dolore e senso di bruciore. Le gambe possono risultare particolarmente pesanti, così come il colore della pelle può cambiare. Alcune volte si nota come un lieve sanguinamento in alcune parti.
Occorre ovviamente rivolgersi a un angiologo per ottenere una diagnosi corretta e completa. Successivamente è possibile richiedere una serie di terapie tra cui la scleroterapia, la laserterapia oppure una terapia farmacologica.