Microplastiche dannose, dove si nascondono? Come evitare di ingerirle

Le microplastiche, ormai, sono un argomento conosciuto da tutti. Si parla spesso della loro presenza nei mari e nel terreno ma, non molti sanno, che si nascondono anche in oggetti che ingeriamo e usiamo tutti i giorni.

Ormai è noto che queste particelle di plastica sono finite praticamente ovunque. La loro presenza è attestata anche all’interno degli esseri viventi, oltre che negli alimenti che mangiamo.

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Salute.Online

Le microplastiche non sono dannose solo per l’ambiente ma anche per la nostra salute. La loro presenza nel cibo e nell’acqua impedisce di evitarle in toto ma alcune abitudini e oggetti che usiamo quotidianamente potrebbero peggiorare la situazione.

Alcuni studi affermano che, in media, un umano ingerisca una quantità di microplastiche che equivarrebbe ad una carta di credito a settimana. Un dato decisamente allarmante che dovrebbe indurre alla riflessione generale. In particolare ci sono alcune abitudini che si possono cambiare per evitare di ingerire troppe particelle dannose: ecco dove si nascondono.

Microplastiche, ecco come potresti ingerirne moltissime: dal caffè al tè

Ebbene sì, la nostra amatissima tisana calda della sera o il tè del pomeriggio non avrebbe esclusivamente effetti benefici sul nostro corpo. La maggior parte delle bustine industriali degli infusi, infatti, sono in nylon o Pet (poetilene tereftalato). Queste soprattutto a contatto con l’acqua calda, sono responsabili di un rilascio di un numero di microparticelle di plastica incredibile. Una tazza di tè conterrebbe almeno 116 miliardi di microparticelle e 3,1 miliardi di nanoparticelle che ingeriamo bevendo. La soluzione? Acquistare tè e tisane sfusi che possono essere posti in infusione grazie ad appositi infusori di metallo.

Anche il dentifricio e alcuni cosmetici sarebbero responsabili dell’ingerimento di più microplastiche del dovuto. Alcuni dentifrici che contengono i microgranuli pulenti o sbiancanti, sarebbero portatori di microparticelle che contengono plastica. Lavarsi i denti, con questi prodotti, quindi, potrebbe essere dannoso per la salute e sicuramente lo è per l’ambiente. Lo stesso vale per lozioni e detergenti esfolianti che contengono microgranuli non totalmente di origine naturale.

Il caffè preparato con le diffusissime cialde e capsule monouso sono, altresì, una fonte di microplastiche. Oltre a provocare l’aumento dei rifiuti indifferenziati, raramente riciclabili, pare che attraverso la “compressione” della macchinetta, necessaria per far uscire il caffè, rilascino metalli, ftalati e microplastica. Ovviamente queste sostanze finiscono direttamente nella tazzina, come ha dimostrato uno studio del 2017 condotto da ricercatori italiani. Il metodo più sicuro ed ecologico? Preparare il caffè alla vecchia maniera: con la moka.

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