Come il digiuno aiuta nella lotta contro il cancro

Diversi studi ormai hanno confermato che una sana alimentazione riesce a prevenire un discreto numero di tumori. Certo, non è la soluzione al cancro, però sicuramente mangiar bene aiuta. Questo lo sa bene Valter Longo, il pioniere nello studio della correlazione che c’è tra nutrizione e tumori.

Circa 5 anni fà pubblico il suo saggio “La dieta della Longevità” dove spiegava come non solo una buona alimentazione ma anche il digiuno aiutasse a mantenersi più giovani a lungo. Il 20 settembre 2021 uscirà un suo nuovo saggio dove spiega invece come il digiuno interviene sulle cellule tumorali.

Il dottore ha deciso di rilasciare un’intervista esclusiva a VanityFair per spiegare un po’ meglio il concetto. Secondo i suoi studi la dieta mima digiuno, cioè una dieta che pur mangiando riesce a imitare gli effetti di un periodo di digiuno, consente appunto di prevenire e di curare alcuni tipi di tumori anche quando si trovano a uno stato avanzato.

Non è quindi solo un discorso di prevenzione ma anche di cura. Il biochimico Longo è una figura di spicco nel settore. Non dimentichiamoci che è il diretto dell’Istituto di Longevità nella School of Gerontology presso la University of Southern California a Los Angeles ma anche direttore del Laboratorio di Logevità e Cancro all’Istituto di oncologia molecolare IFOM di Milano.

Longo negli anni è riuscito a radunare un bel po’ di dati grazie alla ricerca di base e quella clinica e ha dimostrato se grazie a un uso controllato dagli specialisti della dieta mima-digiuno e quella della longevità è da una parte possibile prevenire i tumori e dall’altra invece sconfiggerli in quanto si va a rimuovere il nutrimento alle cellule malate.

Come l’alimentazione influisce sul cancro

Longo sottolinea che oggi rispetto a cinque anni fa si ha accesso a una serie di studi clinici molto più approfonditi, sia per quanto riguarda un cambio d’alimentazione contro il cancro, sia il digiuno. Fino a 5 anni fa il loro era l’unico laboratorio che si occupava ad esempio di testare il digiuno sui topi, mentre ora i laboratori che lo fanno sono decisamente di più e questo consente di accedere a un numero superiore di pubblicazioni.

Per riuscire a combattere il cancro è importante secondo Longo che i medici giochino di squadra. In poche parole oltre che alla figura dell’oncologo, la quale resta sempre necessaria, serve che il paziente sia seguito per esempio da un dietologo e un nutrizionista.

Fino a poco tempo fa vi era la credenza che nutrendo il più possibile il paziente, questo potesse reagire meglio alle cure. Longo però nel suo libro spiega che qualsiasi tumore in verità può essere sconfitto più facilmente se a digiuno. Le terapie infatti danno risultati migliore.

L’approccio multi-specialistico però al momento non è certo diffuso in tutto il mondo, al momento infatti lo hanno a Milano e Los Angeles.

Cosa succede alle cellule

Sappiamo che il cibo ci nutre, cioè da il sostegno a ogni singola cellula del nostro organismo. Comprese quelle tumorali. Il digiuno ovviamente mette in crisi tutte le cellule, solo che quelle normali sono preparate e sanno cosa fare davanti a un periodo più o meno prolungato senza cibo. Quelle tumorali no, continuano infatti a muoversi. Questo permette alle terapie antitumorali di avere maggiori possibilità di vittoria perché agirebbero su cellule indebolite.

Inoltre sembra che il digiuno insieme all’immunoterapia sia ancora più potente. Secondo gli studi condotti fin’ora tale terapia potrebbe dare risultati eccellenti su tutti i tipi di tumori. Almeno sugli studi condotti negli animali. In quelli clinici invece, gli sforzi sono orientati soprattutto sul cancro alla mammella, le ovaie e la prostata.

Qual è l’alimentazione ideale?

Secondo Valter Longo l’alimentazione ideale è pescetariana. Assumere due volte a settimana pesce a basso contenuto di mercurio per ricevere una giusta dose di proteine, consumare un po’ di pasta e moltissimi legumi e tante verdure. Il tutto però in sole 12 ore al giorno, le altre 12 (di cui buona parte si dorme) a digiuno.

Infine, sono emersi alcuni studi pubblicati negli Stati Uniti della relazione tra proteine animali e cancro. Sembra che chi mangia tante proteine animali ha un rischio più alto di sviluppare il cancrorispetto a chi non le consuma. Longo prende come esempio le persone che vivono sulle montagne dell’Ecaudor alle quali manca il gene che si attiva con le proteine (sono colpite dalla Sindrome di Laron) e infatti non sviluppano praticamente mai il cancro.

Quindi la dieta pescitariana sembra essere al momento la migliore, con un occhio di riguardo anche per i prodotti biologici, che riducono ulteriormente il rischio di sviluppare tumori perché sono prodotti senza (o quasi) tossine, le quali spesso tra l’altro sono cancerogene.

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