Salute

Covid nel 2023, addio all’emergenza sanitaria? La scelta dell’OMS

Nel 2023 ci sarà ancora l’emergenza sanitaria legata al Covid? È questa la domanda che si fanno molti e che hanno trovato una risposta dall’Organizzazione mondiale della sanità che si è esposta in merito alla questione.

Da quando il coronavirus è arrivato ad invadere la tranquillità e le vite di milioni di persone all’inizio del 2020, la maggior parte dei media internazionali non hanno fatto che parlare d’altro. Un argomento che è stato messo in secondo piano solamente con lo scoppio del conflitto in Ucraina, anche se l’attenzione non è mai svanita ed il personale sanitario è sempre stato in allerta e non ha mai abbassato la guardia.

fonte foto: Canva

Il 2022 è stato l’anno del ritorno alla (semi) normalità. Milioni di persone, infatti, hanno avuto una tregua dall’emergenza sanitaria. Nonostante il virus ha continuato a circolare, con la variante Omicron che ha causato numerosi positivi in tutto il ‘vecchio continente’, compresa l’Italia che ha visto un boom proprio in estate. Tuttavia, con il nuovo anno alle porte, in tanti si chiedono come sarà il 2023 per quanto riguarda il Covid.

A parlare apertamente di questo argomento è stata l’Organizzazione mondiale della sanità, soprattutto alla luce del fatto che la Cina sta combattendo con l’aumento dei casi legati al virus covid-19. A parlare è stato il direttore generale dell’OMS che, ha sottolineato, si spera fortemente che nel 2023 ci potrebbe essere finalmente la fine dell’emergenza sanitaria. Andiamo a conoscere nel dettaglio che cosa è emerso.

Covid 2023, fine emergenza sanitaria: le speranze dell’OMS

Dall’OMS hanno affermato mercoledì 14 dicembre che sperano che nel 2023 il Covid-19, così come per quanto riguarda il vaiolo delle scimmie, non saranno più considerati emergenze di salute pubblica. Poiché hanno già attraversato la loro fase più pericolosa. Ad esporsi sulla questione è stato direttamente Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore dell’organizzazione, che ne ha parlato pubblicamente.

Il direttore ha riferito che il bilancio settimanale delle vittime di Covid è circa un quinto di quello che era un anno fa. Ha aggiunto che in questi mesi è stata fatta molta strada, come dimostra anche il nuovo report ISS in merito ai vaccini Covid. Proprio per questo motivo sperano che il prossimo anno saranno in grado di dire che il Covid non è più emergenza sanitaria globale. Delle parole che fanno ben sperare tutta la popolazione mondiale.

Tuttavia, il direttore generale ha anche sottolineato che la scorsa settimane sono venute a mancare meno di 10mila persone proprio a causa del covid. Un dato che è significativo per l’OMS, in quanto indica che i paesi possono fare ancora molto di più per salvare le vite. Per fortuna, però, il numero dei casi settimanali è diminuito di più del 90%. Un dato che porta sicuramente entusiasmo e ottimismo.

Preoccupazioni per il Covid 2023: la riunione a gennaio 2023

Il comitato di emergenza dell’ente sanitario, che fornisce consulenza al direttore generale in merito alle emergenze di sanità pubblica di interesse internazionale (PHEIC), discuterà di come potrebbe essere la fine della pandemia. E lo farà in una riunione in programma a gennaio 2023 dove il tema principale sarà proprio il Covid. Il direttore generale, ha infatti, aggiunto che questo virus non se ne andrà tanto facilmente e soprattutto in tempi brevi.

Ha spiegato che bisogna conviverci ed imparare ad affrontarlo nel modo migliore, così come per quanto riguarda di tutte le altre malattie respiratorie. Ha detto poi che l’accesso alla diagnostica e ai trattamenti che salvano la vita contro il virus rimangono insostenibili e diseguali in modo inaccettabile. La paura è quella che le condizioni del long covid aumentino e permangono delle lacune in merito alla sorveglianza.

Le informazioni riportare sono state riprese da fonti attendibili e hanno uno scopo divulgativo. Pertanto, non vogliono andare a prendere il posto di pareri di esperti e specialisti del settore. In caso di diagnosi e trattamenti è bene rivolgersi al proprio medico di base.

Pubblicato da
Isabella Insolia

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