Il Covid non ha ancora finito la sua corsa. Tra ottobre e novembre si è verificato l’ingresso di due nuove variante. Queste si manifestano soprattutto per vie aeree. Vediamo come riconoscere i sintomi.
Dalla fine dell’estate, sempre più esperti hanno lanciato l’allarme sull’aumento dei contagi da covid in inverno. I dati, come sappiamo, sono sempre più alti. Segno di come il virus non abbia arrestato la sua corsa ma stia proseguendo. Una corsa che ha visto, tra ottobre e novembre, l’ingresso di due varianti: Cerberus e Gryphon. Queste sono legate all’Omicron 5.
Nonostante i tanti problemi che l’Italia vive, la questione covid non fa affatto accantonata. Per tale ragione, molti si chiedono come fare per capire i sintomi che innescano queste due variazioni. Una domanda sempre più diffusa e che fa notare anche una certa preoccupazione.
I medici, come riportato da “La Repubblica“, indicano chiaramente che non bisogna attendere la febbre alta o fatica a respirare per fare un tampone. Gli esperti consigliano di muoversi appena si nota che qualcosa potrebbe non andare. Inoltre, tra le sottovarianti quella che è cresciuta maggiormente è la Cerberus. In Italia, questa, è stata rilevata da almeno un terzo dei campioni. Mentre negli Stati Uniti il dato ha toccato la metà.
Non solo Cerberus ma anche Gryphon sta aumentando sempre più di tono. Attualmente, come riportato da Sky, la prevalenza è del 3,3%. I ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità hanno sottolineato come queste forme abbiano bisogno di più mutazione. Questo perché la loro trasmissibilità e mutazione possono evadere il nostro sistema immunitario.
A fare luce sui sintomi di queste nuove mutazioni ci ha pensato il virologo Fabrizio Presciasco. Come riportato da Sky, il virologo ha svelato di come Cerberus vada ad attaccare le alte vie respiratori. Così da causare influenza, tosse stizzosa e mal di gola. Precisa l’esperto che, però, bisogna comprendere se questo sia demerito di un virus meno patogeno e quanto merito dell’immunità creata nel tempo.
Pregliasco sottolinea come Cerberus sia sfuggente al sistema immunitario. Le ultime varianti, infatti, sembrano avere una capacità di attaccare più rapidamente. Riescono, quindi, ad essere trasmesse più facilmente. Per tale ragione, una febbre non elevata, sotto i 38 gradi, deve portare il soggetto ugualmente al tampone. Questo perché la possibilità che sia Covid è alta.
Dalle parole del virologo, dunque, i sintomi classici come la perdita di gusto devono essere considerati ma solo in parte. Queste varianti, infatti, attaccano per prima le vie respiratorie. Ragion per cui possono essere confuse con altri forme. In genere, la manifestazione avviene nel giro di uno o due giorni. Insomma, i tempi sembrano quelli conosciuti e ripetuti a più riprese. Ma Pregliasco consiglia di essere pronti perché non conosciamo le possibili evoluzioni.
Le informazioni di questo articolo hanno scopo informativo. Non devono essere sostitute della consulenza dallo specialista. Anche le diagnosi non possono essere sostituire da queste informazioni.
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