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Hai una cattiva alimentazione? Ecco cosa fanno al tuo cervello alimenti ultra-processati

Molte ricerche hanno evidenziato l’incidenza negativa degli alimenti ultra processati. Questi portano un duro colpo non solo a livello di declino cognitivo ma anche su malattie cardiovascolari e obesità. Ecco tutti i dettagli.

Il settore dell’alimentazione è composto da tantissimi prodotti. Sappiamo bene come quello fresco, di prima qualità dovrebbe essere la scelta di molti. Molto spesso, a causa di vari motivi, non è così ma si preferisce andare su prodotti più economici ma che risultano essere ultra processati.

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Di prodotti processati, l’ambito dell’alimentazione è pieno. L’idea generale e comune su questi prodotti alimentari è quello che non facciano assolutamente bene. Tale assunto è stato confermato da diversi studi scientifici in merito. Il consumo di questi prodotti non portano solo all’aumento del rischio di patologie cardiovascolari e obesità. Ma questi accelererebbero la degradazione cognitiva.

La scienza è sempre attenta nella rilevazione dei prodotti alimentari e dei rispettivi effetti sul nostro organismo. In questo caso, la ricerca è stata portata avanti dall’Università di San Paolo, Brasile. Lo studio è poi apparso sul portale Jama Neurology. In breve, prima di svelare i dettagli, gli studiosi hanno sottolineato come prodotti ultra-elaborati porti a prestazioni cognitive più scarse. Si parla di declino cognitivo e demenza in vari campioni.

Declino cognitivo, rischio malattia cardiovascolari e obesità: i problemi dei prodotti alimentari ultra-processati, lo studio

Prima di svelare i dettagli dello studio, gli studiosi hanno sottolineato di come da una parte ci sia il rischio elevato di malattie in presenza di questi alimenti. Dall’altra, però, l’associazione tra prodotti ultra-processati e il declino cognitivo è poco indagato. Ragion per cui, l’obiettivo di questa ricerca è quello di trovare dati che servano a comprendere l’eventuale associazione.

Lo studio di tipo prospettico è stato fatto in tre fasi, si è partiti nel 2008 e si è finiti nel 2017. In totale, gli studiosi hanno coinvolto ben 10.755 partecipanti con età dai 35 ai 74 anni. In principio, i volontari hanno eseguito un questionario sulle abitudini alimentari. Questo è stato svolto ad intervalli prestabiliti dalle équipe di esperti. Successivamente, gli studiosi hanno fornito ai partecipanti dei test cognitivi. Tra questi troviamo la fluidità verbale e il riconoscimento delle parole.

Le informazioni di follow-up hanno evidenziato che le persone che hanno dichiarato di consumare spesso cibo ultra-processato presentava un declino cognitivi più veloce del 28%. Il tasso di declino della funzione esecutiva era più alta del 25%. Questi dati vanno confrontati con le persone che facevano un uso inferiore di questi alimenti.

La dottoressa Gonçalves nell’articolo pubblicato su Medical News Today, ha sottolineato di non poter dire se ci sia effettiva correlazione tra le due cose. I risultati emersi, però, indicano che scelte dietetiche possono dare nuova linfa all’ambito cognitivo. In pratica, possono allungare i tempi di declino nelle persone che presentano un quadro cognitivo regolare e sano.

Che cosa sono i prodotti alimentari ultra-processati?

Per comprendere ancora meglio quanto emerso dallo studio, dobbiamo fare luce su questi prodotti. Partiamo con il dire che non tutti gli alimenti trasformati risultano uguali oppure risultano negativi per la nostra salute. Ma bisogna fare molta attenzione nel loro consumo.

Sempre da Medical News Today, rivista di settore dove è apparso lo studio, si parla di NOVA, un sistema di classificazione specifico. Questo sistema va a dividere gli alimenti in base al livello di trasformazione industriale. Cosa che ha portato all’individuazione in quattro gruppi.

Nel primo abbiamo gli alimenti minimamente o per nulla trasformati: semi, frutta, uova, latte. Il secondo gruppo presenta una trasformazione che riguarda prodotti che si usano per cucinare: sale, olio, burro, zucchero e cibi che sono lavorati per pressatura e macinazione. Nel terzo gruppo abbiamo prodotti trasformati: verdura e pesce in scatola, frutta sciroppata, formaggio e pane fresco. Questi sono ottenuti con l’aggiunta di sale, olio, zucchero o altre sostanze che fanno parte dei due gruppi precedentemente citati; l’ultimi gruppo è quello degli ultra processati: abbiamo bevande zuccherate, gelati, biscotti, caramelle, pasticcini, snack confezionati o pasti precotti congelati. Questi prodotti arrivano dopo una lunga fila industriale e si servono di tanti ingredienti aggiunti.

Proprio il consumo degli ultimi prodotti alimentari porterebbe non solo ad un elevato rischio di peggioramento cognitivo. Ma anche ad un alto rischio di malattie cardiovascolari, obesità e altre problematiche. Insomma, darebbero un impatto forte alla nostra vita.

L’articolo contiene informazioni che hanno scopo solo divulgativo e informativo. Sono dati prelevati da studi scientifici apparsi in articoli di riviste di settore. Pertanto, in caso di problemi meglio rivolgersi al medico di fiducia e procedere alla normale consulenza. Il consiglio medico deve essere sempre prioritario.

Pubblicato da
Giovanni Cristiano

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