Capita a tante persone quando s’innamorano. Sperimentano il crescente desiderio di passare ogni momento libero con il proprio partner e condividere con lui qualsiasi esperienza. L’entusiasmo iniziale è senza dubbio positivo e con il tempo inizia ad attenuarsi, così che ognuno si ritagli i propri spazi.
Tuttavia capita alcune volte che delle persone non riescono a uscire da questa fase iniziale dell’innamoramento per entrare in uno stato più stabile e concreto. Ecco che inizia a svilupparsi una vera e propria dipendenza affettiva. Entrambi la possono sperimentare nei confronti dell’altro, oppure può essere che solo uno la vive, in questo caso si parla di dipendenza affettiva disfunzionale.
Chi soffre di dipendenza affettiva spesso ha una tendenza alla personalità narcisista, perché cerca di imporre all’altro necessità e desideri che non sempre appunto sono condivisi con tale intensità.
Chi soffre di dipendenza affettiva condivide alcune caratteristiche con chi soffre del disturbo dipendente di personalità e vedono la propria autostima fortemente legata a una relazione salda. Se non vivono una relazione stabile, si sentono perduti e insoddisfatti. Quali sono le cause che portano alla dipendenza affettiva quindi?
Chi soffre di dipendenza affettiva tende a dare priorità alle emozioni del proprio partner piuttosto che alle proprie. Si è vero che una persona che ama davvero tiene sempre di conto della felicità dell’altro, però mai in una relazione sana bisogna dimenticarci della nostra. Altrimenti ci stiamo semplicemente annullando per l’altro.
Un altro sintomo è l‘incapacità di prendere decisioni autonomamente, anche per le cose più banali si cerca l’approvazione dell’altro e non si agisce mai in autonomia.
Si vive come un trauma l’allontanamento dell’altro anche fosse solo per pochi giorni. Si ritiene che la presenza dell’altro sia indispensabile per la propria felicità, quando in verità non è così. La lontananza molte volte è utile per ristabilire nella vita le giuste priorità, dedicare più tempo ad amici e parenti.
Non riusciamo più a dedicare del tempo per noi stessi, i nostri bisogni e hobby. Ci sentiamo sempre in colpa, anche quando è l’altro ad aver torto. Si ha paura che il contrasto di opinioni possa generare la rottura, allora si preferisce accollarci tutte le colpe così da non iniziare nessun tipo di discussione.
Il primo passo per uscire dal meccanismo tossico della dipendenza affettiva è… riconoscerlo. Una volta riconosciuta la dipendenza se ne può uscire, la cosa importante è ammetterlo e iniziare così a lavorare su se stessi. Alcune volte però occorre chiedere aiuto a uno specialista, come uno psicologo per esempio.
Capire che una relazione sana non prevede passare ogni minuto libero insieme è il primo passo. Non bisogna infatti evitare i conflitti perché questi sono necessari per crescere come coppia, impostare le giuste priorità e capire meglio l’altro. Molte volte è proprio durante un conflitto che capiamo che la persona a nostro lato non è giusta per noi e dobbiamo prendere il coraggio a quattro mani per allontanarci.
Chi soffre di dipendenza affettiva deve interrompere questo loop imparando prima di tutto a stare da soli. Solo una volta che si apprezza la salitudine e si costruisce una forta base per la nostra autostima si può imparate a costruire un rapporto sanno, libero sa paure e angoscie ingiustificate.
Con uno psicologo è anche possibile ripercorrere il proprio vissuto per vedere quali sono le cause che hanno portato a questa dipendenza. Solo lavorando sulle radici del problema si può sdradicare.
Ristabilire il giusto contatto con se stessi, rafforzare la propria autostima, imparare a dedicare del tempo ai propri hobby e non cercare sempre l’appoggio e l’approvazione dell’altro sono cose fondamentali per crescere come persone e vivere una vita appagante.
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