Noemi ha parlato del disturbo della derealizzazione che l’ha colpita durante Sanremo 2018. Ma di che cosa si tratta? Ecco le cause ed i sintomi della patologia.
In una delle ultime puntate di Belve, andate in onda in seconda serata su Rai 2, la cantante italiana ha deciso di confessarsi a Francesca Fagnani e rivelare un disturbo che l’ha colpito di colpo durante la settimana sanremese di quattro anni fa. Si tratta di un disturbo che può essere passeggero o ripetuto nel tempo, una esperienza poco piacevole per le persone che ne soffrono in determinate circostanze.
È toccato anche a Noemi sedersi sul temuto sgabello della giornalista e conduttrice romana. Tanti gli argomenti che sono stati trattati da Veronica Scopellitti, dalla sua vittoria ad X Factor, fino alla scelta di perdere peso per sentirsi meglio con sé stessa. Tra i vari aspetti che sono stati toccati all’interno dell’intervista, c’è stato anche quello del disturbo della derealizzazione.
Una malattia che, come ha ammesso la stessa artista durante l’intervista, l’ha colpita nel mentre in cui era nel pieno della sua partecipazione al Festival di Sanremo 2018, dove non si rendeva conto e non aveva la percezione del suo corpo e di dove fosse. Andiamo a vedere nello specifico che cosa le è accaduto e in che cosa consiste la patologia.
Disturbo della derealizzazione, l’esperienza di Noemi
Durante l’intervista a Francesca Fagnani, Noemi si è lasciata andare ed ha parlato del rapporto che ha con l’immagine del suo corpo. È proprio in questo ambito che si è lasciata andare al racconto di quando, durante la kermesse musicale dove era in competizione, si è trovata a vivere una esperienza di derealizzazione. In pratica, era come se si trovasse a vedere da un binocolo, dove metteva distanza tra lei e la realtà.
“Era un modo che la mia testa aveva per dirmi: ‘guarda che sei un fantasma, non hai la tua vita in mano'”, ha confessato la cantante. In seguito si è lasciata andare anche al racconto di quanto l’hanno fatta soffrire i commenti sul suo corpo ed il body shaming che ha subito durante la manifestazione. A colpirla di più è stato un meme che l’ha messa a paragone con Michelle Hunziker.
Che cos’è il disturbo della derealizzazione?
Quando si parla di disturbo di derealizzazione, significa che una persona si sta guardando dall’esterno del proprio corpo. Oppure è come se si sentisse che le cose intorno non siano reali, o entrambe le cose. Si tratta di un distacco dalla realtà. I sentimenti di spersonalizzazione possono essere inquietanti e in genere ci si sente come se si fosse all’interno di un sogno. In poche parole è come se ci si sleghi dalla realtà.
Molte persone hanno un’esperienza passeggera di spersonalizzazione. Tuttavia, a volte questa situazione può ripetersi nel tempo o non scomparire del tutto. Questo disturbo è più comune nelle persone che hanno vissuto esperienze traumatiche. E può essere grave e interferire con le relazioni, il lavoro e altre attività quotidiane. Il trattamento principale per chi soffre di questa malattia è la psicoterapia.
Cause e sintomi
Le cause del disturbo di derealizzazione sono solitamente da riportare a un forte stress, in particolare da un eccessivo status emotivo o abbandono durante l’infanzia. Oppure altre forme di stress maggiori, come subire o assistere ad abusi fisici. In genere, comunque, si tratta di eventi traumatici per la propria mente. È possibile che si verifichi anche quando si è stati in pericolo di vita, oppure si assumono droghe o si è molto stanchi o privi del sonno.
In merito ai sintomi di questo disturbo possiamo dire che sono possono rientrare in depressione e ansia, come si legge su My Personal Tainer. In ogni caso, l’elemento comune ad ogni persona che è affetta da questa malattia è quella di sentirsi distaccati dall’ambiente circostante, sia dalle persone che dagli oggetti. Tanto che sembra tutto irreale.
Le informazioni nell’articolo hanno uno scopo divulgativo e non voglio prendere il posto di un parere medico o fare diagnosi. In caso ci si accorga di essere in questo stato è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico di base che potrebbe anche consigliare la valutazione di un dottore specialista.