Negli ultimi vent’anni le condizioni di vita delle donne afghane aveva fatto un salto in avanti grande. Erano riuscite ad acquisire dei diritti, iniziavano di nuovo a iscriversi a scuola, ricevere così un’istruzione che le permetteva di ottenere carichi nel mondo del lavoro spesso importanti. L’aumento dell’occupazione femminile in Afghanistan era in aumento e allo stesso tempo le loro condizioni di salute generali, migliorate.
Tutto questo dopo che il regime talebano era finalmente caduto. Le donne in particolar modo erano riuscite a vivere in modo più semplice, ad accedere al lavoro, all’istruzione e vi era stato anche un ridotto numero di nascite da parte di donne ancora bambine o adolescenti. Conquiste importanti per un paese che per anni ha vissuto sotto un regime fondamentalista che ha schiacciato i diritti delle donne.
Conquiste che purtroppo al giorno d’oggi rischiano di essere lasciate cadere di nuovo nell’oblio. Donne che bruciano diplomi e titoli, che si nascondono per paura di essere uccise.
Concentrandoci adesso sul settore della salute, cosa possiamo dire? Negli ultimi vent’anni i progressi erano stati tanti. Purtroppo per le donne all’interno degli ospedali Afghani non vi era lo stesso grado di accortezze rivolte agli uomini. I tassi di mortalità infantile infatti, così come di morte per parto, erano elevati. Secondo le statistiche si poteva parlare di un’aspettativa di vita di ben 10 anni superiore rispetto a quella che vi era nel 2001 e nonostante questo restava di 8 anni più bassa rispetto alla media meridionale.
In Afghanistan, anche in questi anni in cui il regime talebano non c’era, mancavano ospedali attrezzati e ostetriche ben formate, fattori che rendevano il Paese uno di quelli con il più alto tasso di mortalità al mondo. La metà della popolazione poi vive sotto la soglia della povertà ed è per questo che Kabul, la capitale, ha visto crescere il numero degli abitanti in modo incredibile negli ultimi anni, proprio perché le persone cercavano un’opportunità economica e quindi di vita migliore.
Sicuramente il sistema sanitario nazionale vede la salute delle donne come uno dei suoi punti deboli. Mancano alcuni farmaci specifici, i reparti di maternità e anche ostetriche ben specializzate. Nemmeno la metà delle donne che partoriscono vengono assistite dal personale qualificato. Solo un ospedale, il Dasht-e-Barchi, può fornire la giusta assistenza in caso di parti complicati. Solo nel 2015 sono morte quasi 400 donne per ogni 100.000 bambini nati vivi. Se non sembra tanto, basta pensare che tale indicatore in Italia è fermo a 4.
In alcune regioni la situazione sanitaria in Afghanistan è migliore che in altre. Secondo il Demographic and Health Survey 2015 infatti non solo servono più ostetriche qualificate, ma anche una miglior distribuzione, soprattutto nelle aree rurali del Paese, dove spesso le ostetriche non vogliono vivere perché si tratta di aree disagiate. Inoltre la spinta economica non risulta essere efficace.
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