L’assunzione della frutta secca permette di avere tantissimi e positivi benefici. Non si tratta solo di malattie cardiovascolari ma anche di molto altro. Quante mangiarne?
Con l’arrivo del periodo natalizio, il consumo di frutta secca aumenta sempre di più. Come spesso si sottolinea, l’alimentazione è un aspetto importantissimo per il nostro organismo. Ci sono tantissimi prodotti che danno benefici positivi ed è per questo motivo che devono essere attenzionati.
La frutta secca, nonostante venga rispolverata nel periodo di Natale, dovrebbe essere consumata in ogni periodo dell’anno. Questo perché porta con se dei benefici che non vanno affatto sottovalutati. Ad esempio, la sua incidenza sul colesterolo è davvero fondamentale nella gestione di questo aspetto.
Di certo, questo prodotto alimentare è conosciuto anche per le sue proprietà positive. Come altri alimenti danno il loro apporto nel contrastare l’invecchiamento. Insomma, l’attenzione quando si parla di questi prodotti deve essere sempre massima. Andiamo, quindi, a vedere in che modo questa frutta a guscio incide sul nostro organismo.
Frutta secca, aiuto contro il colesterolo e non solo: ecco i suoi benefici
Tra gli alimenti che non dovrebbero mai mancare nella nostra alimentazione c’è la frutta secca. Si parla di un superfood, utile per gli sportivi grazie alla sua spinta energetica. Ma è utile anche per vegani e vegetariani data la dose di proteine che concede. Così si è espressa la dottoressa Emanuela Russo, dietista dell’Inco e dell’Irccs Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano e del Marathon Center di Palazzo della Salute-Wellness Clinic di Milano, a La Gazzetta dello Sport.
La frutta secca, continua la dottoressa, presenta una fonte importante di proteine di origine vegetale biodisponibili. Al suo interno troviamo anche una gamma di aminoacidi ampia. Anche se non arriva al livello delle proteine fornite dagli animali. Oltre a tali proteine, abbiamo anche sali minerali e vitamine. In questo caso troviamo magnesio, fosforo e potassio..
Aumento dei livelli di colesterolo Hdl e riduzione del colesterolo Ldl
La frutta a guscio non da molti carboidrati ma è ricca di acidi grassi polinsaturi Omega 3 e Omega 6. Tale aspetto permette di far abbassare i livelli di colesterolo definito “cattivo” (Ldl) e di dare supporto a quello “buono” (Hdl). In pratica possiamo vedere questa frutta come una sorta di pulitori che ripuliscono depositi che possono essere poi pericolosi.
Altro aspetto importante, come riferito dalla dottoressa Russo, è che questa frutta abbassa anche i livelli di trigliceridi. Tra tutte la frutta, occhio alla noce che tiene sotto controllo il colesterolo e l’ambito cardiovascolare. Le mandorle, sostiene la dottoressa, sono per gli sportivi perché il magnesio permette una importante efficienza dei muscoli.
Quante mangiarne e occhio al colon irritabile
Partiamo con il dire che la frutta secca è calorica. Solo 100 grammi di prodotto porta a calorie per un numero da 500 a 650. Per chi è oltre al suo peso normale, non deve in alcun modo esagerare. Il consumo quotidiano più essere di massimo 30 grammi.
Questa può essere assunta durante la colazione o come pasto, si può fare anche un’insalata di pollo oppure con della feta. Anche per chi soffre di colon irritabile o di calcoli alla colecisti mangiare troppa frutta può essere negativo. La dottoressa Russa sottolinea che essendo questo prodotto ricco di fibre, la digestione viene rallentata e quindi si può dare vita ad aerofagia o problemi dell’intestino.
Chi ha il diabete può mangiare la frutta secca?
Abbiamo visto di come la frutta secca sia importante per il nostro organismo. Anche se in alcuni casi bisogna limitare il consumo. Anche per le persone con diabete questa soluzione può essere garantita. Lo studio è stato condotto dalla Harvard T.H. Chan School of Public Heanth di Boston. Studio apparso su Circulation Research.
In prima battuta, sappiamo di come si debba distinguere una frutta zuccherata con un’altra con meno zucchero. Dallo studio, che ha preso in esame l’alimentazione di 16.217 persone prima e dopo la diagnosi della malattia, viene fuori che se ogni settimana si assume cinque porzioni da 28 grammi si può vedere la riduzione del rischio di patologie cardiovascolari del 17%.
Nello specifico della ricerca, chi ha aumentato il consumo di frutta secca ha visto la riduzione dell’11% del rischio cardiovascolare, del 15% di infarto e del 25% del rischio di morte per motivi cardiaci e vascolari. L’incidenza positiva è data dagli acidi grassi polinsaturi, fibre, acido oleico, minerali e vitamine. Lo studio, quindi, permette, con moderazione, di consumare la frutta secca a persone con diabete.
Le informazioni contenute in questo articolo hanno solo scopo divulgativo e informativo. Sono dati apparsi in magazine attendibili e specializzati. Questi, però, non hanno la pretesa di sostituire un parere di uno specialista e né tantomeno di diventare diagnosi o piano terapeutico. In caso di problemi, sempre meglio rivolgersi al medico di fiducia.