Sappiamo che l’artrite reumatoide è una malattia provocata da più fattori insieme. Non ha infatti una sola causa ma piuttosto è un insieme di infezioni virali e allo stesso tempo una predisposizione genetica. Ci sono poi tanti altri fattori di rischio. Deve però alla base esserci una predisposizione genetica affinché le risposte autoimmunitarie dell’organismo inizino a colpire le articolazioni.
Fino a oggi sapevamo che tra i possibili fattori scatenanti vi erano le infezioni virali quali l’herpes virus 6 e l’epstein-barr Virus. Uno studio nuovo pubblicato sulla rivista Frontiers in Medicine ha offerto però dettagli nuovi. Secondo lo studio tra le cause dell’artrite reumatoide potrebbe esserci anche Glaesserella Parasuis, un batterio che si annida nelle nostre gengive.
Gli autori dello studio sono i ricercatori della Fondazione Policlinico Gemelli e dell’ Università Cattolica. Tale scoperta potrebbe rappresentare una svolta nel settore dell’artrite reumatoide in quanto potrebbe portare allo sviluppo di terapie preventive a base di antibiotici per coloro che sono a rischio di andare incontro ad artrite reumatoide.
I risultati dello studio dimostrano che il batterio Glaesserella Parasuis viene riconosciuto dall’organismo, in particolar modo dai linfociti T, i quali iniziano ad aggredire il collagene delle articolazioni delle persone che soffrono di artrite reumatoide. Tale batterio quindi viene riconosciuto come un nemico dal sistema immunitario e viene attivata la lotta contro le articolazioni dell’artrite.
Quali possono essere le conseguenze della scoperta in questione? Gabiele Di Sante, primo autore dello studio, ha spiegato che nel 57,4% dei pazienti con artrite reumatoide analizzati è presente il batterio nel DNA, in particolar modo tra i più giovani. Un aspetto però interessante è che Glaesserella Parasuis fa diventare ancor più aggressivi i linfociti T e infatti, i pazienti che hanno tale batterio, soffrono di una forma più grave della malattia, la quale si rivela anche più resistente alla classica terapia.
Una strategia può essere perciò quella di vaccinare conto Glaesserella già durante i primi anni di vita, così da prevenire. Oppure è possibile prevenire l’arteite reumatoide attraverso la terapia antibiotica. Se non è possibile prevenirla del tutto, è magari possibile cercare di rendere meno grave il suo decorso, aiutando allo stesso tempo le persone a reagire meglio ai trattamenti tradizionali.
No. Come spiega Francesco RIA, il presidente della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, nonostante Glaesserella Parasuis gioca un ruolo importante nella comparsa del batterio, non è l’unica causa scatenante. Anche perché è presente in 1 giovane su 2. Secondo il dottor Ria, il microrganismo scatena la patologia quando vi sono altre condizioni specifiche, tra cui come abbiamo accennato all’inizio vi è la predisposizione genetica dell’individuo. Allo stesso tempo sembra che deve esserci la presenza contemporanea di un altro batterio ed è il Porphyromonas Gingivalis. Tale batterio infatti rende più facile per gli anticorpi attaccare le proteine SELF, mentre Glaesserella abbiamo visto interviene sulle cellule T e modifica le proteine dell’sopite così da rendere riconoscibili dagli auto-anticorpi.
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