Si parla di immunodeficienza quando il sistema immunitario di una persona non lavora bene, perciò offre una risposta inadeguata agli agenti patogeni che occasionalmente possono aggredire l’organismo.
Quando una persona soffre di immunodeficienza è maggiormente predisposto a indezioni e complicazioni. Non esiste solo una forma di immunodeificienza. Prima di tutto bisogna capire in quali delle due categorie rientra, se nella forma primaria o nella forma secondaria.
La forma primaria è un difetto vero e proprio del sistema immunitario, mentre la forma secondaria sono cause esterne che lo rendono poco o per niente efficente. Esistono poi alcune cure ma comunque la migliore resta sempre una corretta prevenzione alle malattie.
Partiamo dalle forme primarie, le quali quasi sempre sono provocate da difetti genetici e perciò la diagnosi viene quasi sempre fatta già durante l’infanzia. Tra le cause primarie troviamo per esempio la Malattia di Bruton. Si tratta di una immunodeficienza di tipo umorale, colpisce immunoglobuline e anticorpi. I primi sono bassi o assenti mentre i secondi non vengono prodotti dal corpo. Questa malattia viene provocata da un gene che è mutato. Colpisce soprattutto gli uomini già nell’infanzia, con una percentuale dell’85% rispetto alle donne. Si riconosce per le infezioni ricorrenti.
Ci sono poi altre immunodeficienze primarie e tra queste troviamo la variabile comune e la combinata grave. C’è poi la sindrome di Wiskott-Aldrich, quella di atassia-teleangectasia, la sindrome di DeGeorge, la malattis granulomatosa cronica e la sindrome Iper-IgE. Tali immunodeficienze sono spesso collegate a malattie autoimmuni, allergie e anche tumori, dove il rischio aumenta tra le 10 e le 100 volte a differenza dei pazienti della stessa età.
Per quanto riguarda le immunodeficienze secondarie, le quali sono causate da problemi esterni che alterano il sistema immunitario, troviamo una cattiva nutrizione, la presenza di neoplasie, infezioni virali come per esempio la mononucleosi e l’HIV, situazioni di alcolismo o l’uso di farmaci immunosoppressori come per esempio quelli utilizzati nelle forme più gravi di psoriasi, di artrite reumatoide etc. Può dipendere dalla rimozione della milza, da un’insufficienza renale, dal diabete mellito e dal lupus eritematoso sistemico.
L’immunodeficienza poi ha una serie di fattori di rischio. Sono particolarmente a rischio di soffrirne i pazienti che assumo farmaci chemioterapici oppure chi ha una predisposizione famigliare. Lo stesso vale per i pazienti in età avanzata, chi soffre di malnutrizione o chi ha un’infezione da HIV e AIDS.
Ci sono alcuni segnali che dovrebbero portare una persona a sospettare la presenza di uno stato di immunodeficienza. Per esempio la comparsa ricorrente di infezioni batteriche o virali, oppure ricorrenti malattie da raffreddamento, dal semplice raffreddore fino ad arrivare anche alla polmonite. Così come le infezioni da candida. Già partendo da questa consapevolezza, è più facile dopo individuare la presenza o meno dell’immunodeficienza e la possibile causa.
I sintomi possono essere un campanello d’allarme, ma non è detto che siano davvero il segnale di un’immunodeficienza. Capita in alcuni periodi che le difese immunitarie del corpo sono meno efficaci e perciò che ci si ammali più spesso. Per riconoscere davvero l’immunodeficienza è necessario che il medico effettui una diagnosi vera e propria.
Prima di tutto occorre eseguire una serie di esami di laboratorio e il primo è la conta leucocitaria, vengono perciò contati i globuli bianchi presenti all’interno del sangue.
Viene poi eseguito il test che calcola la velocità di eritrosedimentazione per vedere quanto s’infiamma l’organismo e infine la quantificazione delle immunoglobuline.
Lo specialista a questo punto può valutare se è necessario eseguire un ulteriore esame per valutare l’immunità cellulare. Infine per valutare la risposta immunitaria ci sono alcune prove cutanee e la risposta proliferativa, cioè un test sul sangue che serve a capire come i globuli bianchi si moltiplicano davanti a un patogeno.
Nel caso delle immunodeficienze primarie occorre prima di tutto individuare la casa e agire. Se vi sono poche immunoglobuline per esempio, occorre una terapia di infusione sostitutiva per via sottocutanea o endovenosa. Potrebbe poi esserci il trapiano di midollo osseo proveniente da un donatore compatibile, così da rimpiazzare quelle cellule immunitarie che sono difettose. Quest’ultima comunque rimane molto rischiosa, perciò viene effettuata solo in casi particolari. Per le immunodeficienze secondarie invece, occorre agire sulla malattia o il problema che la scatena.
Ci sono poi diverse norme da rispettare. Per esempio occorre ridurre i contatti con persone che hanno virus e batteri, evitando soprattutto i luoghi molto affollati. Chi ne soffre dovrebbe condurre uno stile di vita sano e attivare anche una profilassi precoce qualora sia stato esposto a rischio di contagio.
Il problema dell’immunodeficienza è molto serio perché ogni virus o batterio può provocare gravi conseguenze nella persona, questo perché mancano gli anticorpi in difesa dell’organismo. Occorre perciò seguire in maniera scrupolosa ciò che dice il medico.
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