L’insonnia è un disturbo a tutti gli effetti e può arrivare a essere un problema invalidante. Sappiamo bene infatti quanto è importante riposare bene per mantenere una qualità della vita elevata.
Esistono diverse forme di insonnia. Pul trattarsi per esempio di una difficoltà nel prendere sonno, oppure svegliarsi dopo poche ore senza poter più dormire o ancora, può trattarsi di una serie di microrisvegli.
Altre volte invece l’insonnia è semplicemente una cattiva qualità del sonno. Può trattarsi infatti anche di una combinazione tra tutte queste problematiche.
Il risultato però è sempre lo stesso, irritabilità durante il giorno, senso costante di stanchezza e incapacità a dormire bene la notte.
Il primo segnale dell’insonnia è la difficoltà a dormire durante i primi 30 minuti. Oppure risvegli notturni della stessa durata. Ovviamente non si può parlare d’insonnia se capita di non riuscire a dormire o riposare bene una volta ogni tanto.
Tra le caratteristiche dell’insonnia infatti ci deve anche essere una certa frequenza con cui compare il problema, si parla di almeno tre notti a settimana e con una durata di almeno sei mesi.
Nonostante si tratta di un disturbo del sonno, chi sperimenta ho a sperimentato l’insonnia in verità sa bene quanto sia debilitante anche durante il giorno.
Dormire male significa infatti vivere in un costante stato di sonnolenza diurna, peggioramento del rendimento nello studio, nel lavoro, nello sport o in qualsiasi altra attività. Dormire male significa anche essere irritabili, ci si arrabbia più facilmente e non siamo in grado di tollerare tante piccole cose. Chi soffre di insonnia spesso ha anche un rischio maggiore di soffrire di ansia e depressione.
In verità, sembra che circa il 50% degli adulti sperimenta occasionalmente problemi di insonnia. Un episodio di insonnia compromette un po’ la qualità del giorno successivo, però fondamentalmente non può essere reputato un problema di per se.
Un episodio di insonnia per esempio può derivare da un evento stressante improvviso che toglie il sonno. Si tratta di una condizione piuttosto comune tra le persone effettivamente. Di solito comunque, una volta risolto il problema scatenante, il sonno torna a essere uguale a quello di prima.
L’insonnia vera e propria invece sembra interessare all’incirca il 6-13% delle persone, in particolar modo le donne.
L’insonnia può avere diverse cause, questo è vero. Però non è ancora chiaro qual è il meccanismo che mette in atto questo specifico problema.
E’ più corretto infatti dal nostro punto di vista parlare di fattori di rischio e soprattutto accettare che si tratta spesso di un insieme di cause emotive, cognitive, genetiche e comportamentali.
Fattori genetici: il 30% delle persone che soffrono di insonnia, vedono almeno un familiare che soffre di questo stesso problema. E’ perciò dimostrato che la genetica influisce notevolmente.
Fattori comportamentali: senza rendercene conto è possibile che adottiamo una serie di comportamenti che provocano appunto l’insonnia. Per esempio vi è l’abitudine a passare tanto tempo a letto, anche quando non si deve dormire. Oppure il fatto di dormire tanto di giorno e poco di notte, oppure utilizzare la televisione, il computer o lo smartphone prima di andare a letto o proprio come forma di addormentarsi. Ma anche l’abuso di alcol, droghe e tabacco.
Fattori emotivi: i fattori emotivi in verità giocano un ruolo chiave nel problema dell’insonnia. Molte persone infatti quando stanno vivendo problemi o periodi particolarmente stressanti non riescono a dormire bene. Capita ad alcuni per esempio che i primi episodi di insonnia si manifestano in condizioni di forte stress, per poi cronicizzarsi anche quando la situazione scatenante è di per se stata risolta.
Fattori mentali: alcune volte l’insonnia non è altro che un sintomo. di problemi ben più importanti, soprattutto a livello mentale. Per esempio è un sintomo della depressione maggiore ma anche di tanti altri disturbi psichiatrici.
Fattori cognitivi: il fattore cognitivo che più di ogni altro tende a spingere verso l’insonnia è il fatto di rimuginare tanto sulle cose che ci preoccupano. Possono essere preoccupazioni reali oppure no, però il risultato è sempre lo stesso. Una volta entrati nel circolo vizioso a livello cognitivo risulta davvero difficile uscirne.
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