La intolleranza alle arachidi è una delle più comuni al mondo. Solo negli Stati Uniti sembra che bel 3 milioni di persone ne soffrono. In Italia non vi è lo stesso grado di diffusione, questo è vero, però negli ultimi anni sembra essere in crescita.
Se prima era meno diffusa si doveva anche al fatto che la dieta mediterranea non prevede questo prodotto in molte ricette. Negli ultimi anni però sono sempre di più i prodotti che contengono arachidi, dalle creme alle merendite che si comprano al supermercato.
Si, si tratta di una intolleranza pericolosa e spesso può essere legale, anche quando le arachidi vengono ingerite in piccolissime quantità. Può causare uno shock anafilattico.
Proprio per questo motivo è altamente consigliato di prestare la massima attenzione a questo frutto secco quando si sa di esserne allergici.
Come tutte le allergie, ha dei sintomi specifici. Una volta assunta anche una piccolissima quantità di arachidi iniziano a verificarsi entro pochissimi minuti i sintomi, i quali sono all’incirca gli stessi sia negli adulti che nei bambini.
Lo shock anafilattico rappresenta ovviamente il sintomo e la complicanza più grave di tutte, perché può portare alla morte rapidamente in quanto altro non è che la costrizione delle vie respiratorie. La gola inizia infatti a gonfiarsi, la pressione sanguigna cala, iniziano poi capogiri, vertigini fino alla vera e propria perdita di coscienza.
Andare all’ospedale immediatamente in questi casi. Chi sa di essere allergico alle arachidi è probabile che tenga già con se l’iniettore per contrastare lo shock anafilattico.
L’intolleranza alle arachidi, un po’ come tutte quante le intolleranze, vede alla base un problema del sistema immunitario che identifica in modo erroneo le proteine presenti all’interno degli arachidi come pericolosi e dannosi.
Proteine che l’organismo in condizioni normali accetta tranquillamente, nel caso di un soggetto allergico il sistema immunitario inizia a rilasciare delle sostanze chimiche per “debellare” il nemico.
Questa perciò è la causa principale. Ovviamente tale intolleranza può manifestarsi solo quando vi è un contatto con l’arachide, il quale può essere sia diretto che indiretto. Il contatto diretto resta pur sempre una delle cause più comuni e consiste nell’assumere l’alimento per via orale oppure, se tocca la pelle.
C’è poi il contatto indiretto che può essere per esempio l’essere esposti a un cibo che contiene arachidi, oppure inalare la sua farina.
Sicuramente non è chiaro perché alcune persone sono intolleranti agli arachidi mentre altre no. Sembrano esserci però una serie di fattori di rischio che portano le persone a sviluppare questa intolleranza.
La prima è l’età. Risulta essere una ipersensibilità molto più comune nei neonati e nei bambini. Non dimentichiamoci che le allergie possono scomparire e infatti, man a mano che cresciamo il sistema digestivo cresce e matura, di conseguenza è probabile che inizi a non reagire più con l’allergene.
Un altro fattore di rischio importante è la presenza di altre allergie ad alimenti come per esempio la soia e le noci. Sembra che, se una persona è già allergica a questi prodotti, corra maggiormente il rischio di esserlo anche agli arachidi.
Per concludere, è più facile sviluppare questa intolleranza se in famiglia vi sono altre persone che ne soffrono.
In verità non esiste una cura per l’allergia alle arachidi, ma solo una serie di buone abitudini per conviverci. Ciò non toglie comunque sia che ci sono degli studi in corso per quanto meno riuscire ad attenuarla.
Chi è allergico agli arachidi l’unica cosa che può fare è eliminarli per sempre dalla propria dieta, o almeno finché vi soni i sintomi.
Uno dei problemi degli arachidi è che si trovano spesso come ingrediente secondario in tantissimi alimenti, un po’ come accade con il glutine e il lattosio. Per questo motivo non va mai dato per scontato che in un certo prodotto non ci siano ed è importante anzi leggere sempre gli ingredienti o eventualmente domandare quando si va al ristorante o al bar.
E’ facile trovare gli arachidi nei prodotti come i biscotti, i pasticcini e i croissant. Oppure nei gelati surgelati, nelle barrette energetiche, nel pane in cassetta, in cereali e muesli, nel torrone, in alcuni alimenti etnici quali per esempio i piatti cinesi, tailandesi e indonesiani. Si trova anche nel cibo per animali così come in diversi condimenti preparati appositamente per l’insalata.
Quanti caffè si possono bere al giorno per non incappare in problemi di salute? La…
Daria Bignardi e la malattia che l'ha segnata per un lungo periodo. La conduttrice ha…
Ci sono periodi dell'anno in cui tutti sono più nervosi e stressati. È una condizione…
Quando ci sono giornate di freddo è normale essere assaliti da brividi di freddo, soprattuto…
Se durante i periodi più freddi dell'anno ti accorgi di avere le difese immunitarie basse…
Le microplastiche, ormai, sono un argomento conosciuto da tutti. Si parla spesso della loro presenza…