Si parla di ipotiroidismo quando il corpo non riesce a sintetizzare la giusta quantità di ormoni. Esistono quattro differenti tipologie di ipotiroidismo, tra poco le vediamo.
L’ipotiroidismo perciò può essere definita una malattia della tiroide, alla quale si aggiungono per esempio la tiroidite, il cancro alla tiroide, l’ipertiroidismo e i noduli alla tiroide. Si tratta di malattie particolarmente diffuse tra le persone. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ne soffrono circa 1 miliardi di persone e solo in Italia interessa il 20% della popolazione. Le donne sono le più colpite, così come gli anziani.
Cause dell’ipotiroidismo
Vediamo adesso le cause dell’ipotiroidismo in base alla tipologia stessa della malattia. Le cause infatti possono essere tantissime. Analizziamo subito il discorso per capirlo.
Cause primitive
Le cause primitive sono all’origine dell’ipotiroidismo primitivo. Vi è una disfunzione a livello della ghiandola. Può dipendere da una malattia autoimmune della tiroide, come per esempio la tiroide di Hashimot oppure dalla carenza di iodio. O ancora perché la ghiandola tiroidea è stata rimossa.
Cause secondarie
Le cause secondarie sono all’origine dell’ipotiroidismo secondario.
In questo caso siamo di fronte a un malfunzionamento dell’ipofisi p del sistema rmonale ipofisario. Può dipendere per esempio da una lesione a carico della struttura, oppure una neoplasia.
Cause terziarie
Le cause terziarie sono all’origine dell’ipotiroidismo terziario. Quando alla base vi è un cattivo funzionamento dell’ipotalamo, cioè una ghiandola che regola le attività della tiroide. O dal suo sistema ormonale. Può dipendere da una lesione o una neoplasia a livello dell’ipotalamo.
Cause iatrogene
Le cause iatrogene sono all’origine dell’ipotiroidismo iatrogeno. In questo caso il problema alla tiroide è legato a un cattivo trattamento medico, come dosi eccessive di anti tiroidei di solito somministrate per curare l’ipotiroidismo.
Sintomi dell’ipotiroidismo
L’ipotiroidismo può avere diversi tipi di sintomi e segnali. Dipende molto dall’evoluzione della malattia e quando iniziano a manifestarsi.
Se l’ipotiroidismo si manifesta già nei primi anni della giovinezza i danni possono essere davvero seri perché può provocare irreversibli alterazioni riguardo allo sviluppo crorporeo e cerebrale. Può anche portare a un ritardo per quanto riguarda lo sviluppo sessuale.
In età adulta invece, la malattia ha ripercussioni senza dubbio molto meno importanti. Tuttavia non deve essere sottovalutato il problema.
Per esempio la cute si presenta molto secca, i capelli radi e sottili. Vi è una sensazione di debolezza muscolare cronica, di affaticamento fisico, palpebre con rime ristrette, poche sopracciglia, lingua ingrossata e la tendenza a tenere sempre la bocca semiaperta. Chi soffre di ipotiroidismo spesso tende ad avere l’aspetto di poco intelligente.
Vi è una certa intolleranza alle basse temperature, tendenza alla depressione e la letargia, ma anche cambiamenti nel peso corporeo, deficit di memoria, diminuzione dell’udito, crampi, gonfiore articolare etc.
Però attenzione, questi sintomi non ci sono sempre! Alcune volte l’ipotiroidismo può sfuggire anche agli occhi del medico.
Complicazioni dell’ipotiroidismo
Si l’ipotiroidismo può avere diversi tipi di complicazioni. C’è la comparsa del gozzo per esempio, l’aggravamento di problematiche cardiache, una neuropatia periferica, la mixedema, il calo della fertilità o una vera e propria infertilità, oppure difetti congeniti nei bambini che sono nati da donne malate.
Come si cura l’ipotiroidismo
Per l’ipotiroidismo esistono fortunatamente delle cure. Non permettono di risolvere il problema ma comunque di regolarizzare la funzionalità della ghiandola tiroidea. Viene somministrata per via orale la tiroxina sintetica. E’ una terapia ormonale sostitutiva e deve essere appropriata alla persona, perciò occorre che sia il medico a valutare qual è la giusta quantità di tiroxina da somministrare.
Se per esempio viene somministrata più tiroxina del previsto, ecco che può portare la persona a soffrire di pertiroidismo. Se invece è troppo bassa, semplicemente si rivela inefficace.
Essendo una terapia sostitutiva non bisogna mai saltare un giorno di assunzion e mai devono essere variate le quantità prescritte dal medico.
Ogni due o tre mesi occorre sottoporsi a un’analisi dei livelli di TSH da parte del medico così da vedere se c’è da sistemare il dosaggio di tiroxina oppure no. La giusta quantità infatti non provoca effetti collaterali. Se invece viene data in dosi eccessive ecco che probabilmente la persona soffrirà di un aumento dell’appetito, di palpitazioni e di insonnia. Dosi insufficienti invece, provocano i sintomi tipici dell’ipotiroidismo.