Le notizie che recentemente erano arrivate da Israele sulla durata dell’efficacia dei vaccini contro il covid19 aveva messo un po’ in allarme, specialmente quella fetta di popolazione che ancora non era convinta se vaccinarsi fosse la cosa migliore da fare.
Israele infatti aveva registrato un calo dell’efficacia del vaccino Pfizer dopo 5 mesi dalla seconda dose. In parte continuava a progettere ma la sua efficacia sembrava aver avuto un calo.
Solo oggi 6 ottobre 2021 però l’Istituto Superiore di Sanità è riuscita a smentire, almeno per la data odierna, tale affermazione. Smentita grazie a delle prove.
Dopo sette mesi dalla vaccinazione a oggi non si è dimostrata nessuna riduzione sull’efficacia del vaccino Pfizer e di tutti gli altri a mRna.
Secondo quanto riportato perciò, la protezione nella popolazione generale resta sempre dell’89%. A sei mesi dalla seconda dose sia il ricovero che il decesso sembrano fortunatamente una paura che può essere allontanata, almeno rispettivamente nel 96 e nel 99% dei casi.
L’unica diminuzione che è stata notata è quella relativa alla protezione dall’infezione, tanto sintomatica quanto asintomatica, specialmente tra le persone immuno-depresse e con patologie.
Dati presi in esame
Per ottenere questi dati sono state prese in analisi ben 29 milioni di persone, le quali hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino.
L’efficacia a sua volta è stata valutata mettendo a confronto l’incidenza delle infezioni, sia quelle sintomatiche che quelle asintomatiche. Ma anche i ricoveri e i decessi in vari intervalli di tempo dopo che le persone hanno ricevuto la seconda dose.
Come mai i dati spesso sono contrastanti?
Si è occupato di rispondere a questa domanda Alberto Mantovani, immunologo che ha risposto durante un’intervista a La Stampa.
Mantovani ha dichiarato che i dati raccolti spesso sono stati presi in contesti molto diversi tra di loro. Nonostante questo è vero però che un po’ tutti concordano sul fatto che una caduta della protezione c’è stata, ma resta sempre molto alta il ricovero e la morte. Questo almeno fino a oggi, che sono passati sette mesi.
Il futuro non è certo, anche se comunque non è detto che finisca e di conseguenza è possibile che resti elevata. Nonostante questo a oggi per diverse classi di età o in base a patologie pregresse, è meglio procedere con la terza dose.