La malattia infiammatoria pelvica è un problema che interessa esclusivamente le donne. Colpisce gli organi riproduttivi femminili in modo acuto oppure cronico.
La causa di questa malattia è da rintracciare soprattutto nelle malattie che possono essere trasmesse sessualmente. Come per esempio la Clamidia e la Gonorrea. Un’altra buona parte dei casi è dovuta invece ad alcuni microrganismi presenti nell’area genitale della donna e infine, seppur raramente, da un focolaio extra genitale che arriva nelle sedi più comunemente colpite (le tube d Falloppio in primis) attraverso il sistema sanguigno o lifatico.
Molte donne che soffrono della malattia infiammatoria pelvica spesso non se ne rendono conto perché sottovalutano i sintomi oppure li associano ad altri tipi di disturbi. Saperli riconoscere però permette alla donna di rivolgersi al medico per ulteriori indagini, dalle quali può essere appunto riconosciuta la causa scatenante.
Il sintomo che caratterizza la malattia infiammatoria pelvica è il dolore intenso che interessa il basso ventre. Vi sono però altri sintomi collegati, più o meno caratteristici.
Le donne che ne soffrono di solito tendono ad avere periodicamente delle perdite vaginali maleodoranti, episodi di sanguinamento tra una mestruazione e un’altra, rapporti sessuali dolorosi, flusso mestruale abbondante.
Possono esserci altri sintomi associati anche se questi non sempre si manifestano. Per esempio alcune donne soffrono di vomito e di diarrea, debolezza, lievi febbre occasionali e sintomi urinari simili a quelli della cistite.
La malattia infiammatoria pelvica però come abbiamo accennato prima può avere tante cause differenti. Per questo motivo i sintomi possono variare molto tra di loro. Per esempio se è dovuta dalla Clamidia, il decorso quasi sempre è asintomatico. Non è però un aspetto positivo questo perché la malattia può arrivare a danneggiare gravemente gli organi riproduttivi senza che abbia nessun tipo di sintomo che la metta in allarme e le faccia richiedere il consulto del medico.
Il principale fattore di rischio che vede sviluppare la malattia infiammatoria pelvica è l’attività sessuale, specialmente quando vi sono partners multipli, quando non si utilizzano i preservativi oppure per le giovani donne che iniziano troppo precocemente l’attività sessuale.
Vi sono anche altre cause tuttavia, nonostante hanno una casistica nettamente inferiore. Tra questi troviamo per esempio l’abuso di sostanze stupefacenti, scarsa o eccessiva igiene personale.
In generale le persone maggiormente colpite dalla malattia infiammatoria pelvica sono le giovani donne con un‘età compresa tra i 20 e i 25 anni. Secondo le statistiche è un problema che colpisce generalmente 1-2% delle persone.
Per prevenire la malattia infiammatoria pelvica occorre avere un solo partner sessuale, il quale a sua volta si limita ad avere rapporti sessuali con voi. In questo modo scongiurate il problema delle malattie veneree.
In caso di rapporti occasionali con più partner, allora occorre utilizzare sempre il profilattico, grazie al quale si riduce sensibilmente il rischio di contrarre malattie veneree.
La pillola anticoncezionale purché non rappresenti una barriera fisica contro le patologie sessualmente trasmissibili, può aiutare a prevenire la malattia infiammatoria pelvica perché aumenta la densità del muco cervicale.
Il muco cervicale è particolarmente utile infatti a evitare che i batteri salgano nel tratto genitale superiore.
Clamidia e gonorrea sono le malattie sessualmente trasmissibili che possono provocare la malattia infiammatoria pelvica. Attenzione però! Non sempre questa infiammazione deriva da una malattia sessualmente trasmissibile, può dipendere anche da altri tipi di batteri, così come da condizioni igieniche intime inadeguate.
La malattia infiammatoria pelvica può arrivare a cronicizzare se non riconosciuta per tempo. Le ripercussioni possono essere grandi perché aumentano il rischio di gravidanza extrauterina, infezioni genitali ricorrenti e sterilità.
Può portare all’interno delle tube di Falloppio la formazione di aderenze e di tessuto cicatriziale. Secondo gli esperti rappresenta proprio la principale causa gravidanza ectopica.
Appare evidente perciò che una diagnosi precoce della malattia è fondamentale. Se sospettate di soffrirne rivolgetevi al ginecologo in modo tale che possa effettuare le opportune indagini. La prima è l’esame colturale dove viene analizzato il secreto cervico-vaginale. Verrà poi eseguita una biopsia endometriale e la laparoscopia, un esame invasivo che deve essere effettuato sotto anestesia. L’ecografia pelvica può essere utile ed è di solito la prima strada intrapresa perché meno invasiva.
Quanti caffè si possono bere al giorno per non incappare in problemi di salute? La…
Daria Bignardi e la malattia che l'ha segnata per un lungo periodo. La conduttrice ha…
Ci sono periodi dell'anno in cui tutti sono più nervosi e stressati. È una condizione…
Quando ci sono giornate di freddo è normale essere assaliti da brividi di freddo, soprattuto…
Se durante i periodi più freddi dell'anno ti accorgi di avere le difese immunitarie basse…
Le microplastiche, ormai, sono un argomento conosciuto da tutti. Si parla spesso della loro presenza…