Novavax: il nuovo vaccino contro il covid funziona per le varianti

Novavax è il nuovo vaccino contro il coronavirus. Il quinto per dirla tutta. E’ stato realizzato dall’omonima casa farmaceutica statunitense e, secondo le ultime voci, sembra che Europa e USA stanno concludendo un accordo per farlo arrivare anche da noi il prima possibile.

Le dosi previste per l’Europa sono circa 200 milioni al momento e dovrebbero arrivare già negli ultimi mesi del 2021. Questo almeno secondo quanto è stato riportato dal Corriere della Sera.

Tuttavia però l’accordo non è operativo perché si è in attesa di avere dall’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, l’approvazione per questo vaccino. Al momento si trova alla terza fase di sperimentazione ed è stato sviluppato da Novavax. Il nome tecnico del farmaco è NVX-CoV2373. Ci si aspetta tra poco l’approvazione dell’EMA.

Novavax, ecco quali sono i vantaggi

Il principale vantaggio che è stato riconosciuto a questo vaccino è quello di poter proteggere anche dalle varianti del covid19. Proprio per questo motivo la popolazione in questo modo può contare su una protezione aggiuntiva.

Sembra che la sua efficacia sia del 96,4% contro il ceppo originario del virus, dell’86,3% contro la variante Alfa e dell’89% contro il covid in generale.

Nonostante questo comunque, la vaccinazione in Italia sta procedendo a un passo piuttosto buono. Si parla infatti del 70% della popolazione vaccinata, con entrambe le dosi. Novavax però è sicuramente un’ottima soluzione perché grazie a questo vaccino a base di proteine non solo si ottiene una protezione migliore anche contro le varianti, ma allo stesso tempo si avrà anche una tipologia che sta dando buoni risultati nei trial clinici.

La tecnologia che sta alla base di Novavax, nuovo vaccino per il covid 19, è quella delle proteine ricombinanti. Niente di nuovo in verità visto che sono già trent’anni che viene utilizzata per la realizzazione dei vaccini, basta pensare a quello dell’epatite B. Però è vero che è la prima volta che viene usata contro il covid 19.

All’interno dell’organismo infatti viene introdotta la proteina Spike, creata in laboratorio con un’altra proteina che stimola il sistema immunitario e produce anticorpi. Viene somministrato due volte, a 21 giorni di distanza l’una dall’altra.

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