Il coronavirus non è l’unico virus che rappresenta una minaccia per le persone. Abbiamo visto in questi mesi come la scienza è riuscita a preparare un vaccino rapidamente per una malattia che ha piegato il mondo intero. In molti si chiedono perciò quando saranno disponibili i vaccini per altri tipi di virus, come quello dell’epatite C.
Una conferenza online che si è tenuta durante l‘European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ECCMID) ha accolto le parole di Michael Houghton, premio Nobel per la medicina 2020 che nel 1989 ha scoperto nel 1989 il virus dell’epatite C. Come dice oggi Houghton, il vaccino è importantissimo per poter ridurre anche del 90% le infezioni di epatite C e di conseguenza fino al 65% la mortalità. Sembra che in cinque anni il vaccino potrebbe essere pronto così da raggiungere questi ambiziosi obiettivi per il 2030.
Ogni anno muoiono circa 400.000 persone a causa dell’epatite C e nello stesso periodo si infettano circa 2 milioni di persone, per un totale di 70 milioni di infetti al mondo. I progressi nel campo sono stati tanti negli ultimi anni questo è vero, però un vaccino è davvero la strada più importante per prevenire la diffusione di questo virus che, una volta contratto, può portare allo sviluppo di malattie letali come il cancro al fegato e la cirrosi epatica.
Sicuramente in questo senso ha aiutato la pandemia, che ha dato una piccola spinta nella ricerca di un vaccino per il virus dell’epatite C. Oggi grazie alle nuove tecnologie a mRNA che sono utilizzati per pFizer e Moderna ma anche gli adenovirus come quelli usati per AstraZeneca e Johnson e Johnson, si può ottenere una risposta immunitaria rapida, capace appunto di sconfiggere il virus dell’epatite C, cioè l’HCV.
Houghton e altri colleghi stanno lavorano per la realizzazione di un vaccino ricombinante, che porta il corpo a produrre vari anticorpi che impediscono al virus di mutare e di conseguenza che lo neutralizzano. La sperimentazione inizierà probabilmente già il prossimo anno mentre tra il 2023 e il 2026 sarà possibile passare alla fase due, conducendo esperimenti già su gruppi di persone.
In questo modo se i vaccini si rivelassero efficaci sarà possibile proseguire con la somministrazione degli stessi nelle persone più a rischio, come per esempio i tossicodipendenti. l tutto già negli anni 2026/2027. Successivamente, già per il 2029 è probabile che il vaccino possa essere reso disponibile anche per altre categorie a rischio.
Un beneficio per le persone certo, ma anche per l’economia dei singoli paesi. Oggi i costi sanitari per i trattamenti rivolti alle persone con epatite C costano circa 800 milioni di dollari. Immunizzare invece con un vaccino, permetterebbe di ridurre la spesa a soli 16 milioni di dollari.
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