In queste ore sta facendo il giro del mondo la storia di un uomo che ha perso tutti gli arti a causa dell’infezione da streptococco A. Sono anni che combatta per la vita: ecco che cosa è successo.
Negli ultimi giorni si stanno facendo più insistenti gli allarmi in merito all’infezione che ha causato diversi morti in Gran Bretagna. Dopo queste notizie, infatti, si è esteso a macchia d’olio l’allarme in tutta Europa. Proprio in questo periodo è diventata pubblica la storia di un uomo che ha perso gli arti dopo aver contratto lo Strep A. Una storia che sa davvero dell’incredibile. Andiamo a conoscerla e capire che cosa è capitato.
Ci sono stati diversi rapporti allarmanti negli ultimi giorni di persone che sono quasi morte e hanno subito ricoveri in ospedale dopo aver sviluppato una infezione da streptococco di gruppo A. Ma a far clamore è stata anche una storia che è stata portata alla luce dal magazine britannico Mirror che ha deciso di raccontare l’esperienza di un uomo che ha perso gli arti dopo essere stato infettato dal virus.
Un racconto che arriva mentre il bilancio delle vittime dell’infezione in Gran Bretagna è salito a quota nove bambini. Il dato che è stato aggiornato nella giornata del 6 dicembre. Si tratta della storia personale di Alex Lewis che pensava di soffrire solo di “influenza maschile”. Un evento che è successo nel novembre 2013, anno in cui si è ammalato. In quella circostanza è finito per combattere la sua battaglia contro lo Strep A.
Era il novembre 2013 quando Alex Lewis pensava di avere semplicemente “l’influenza maschile”, come si legge sul magazine britannico. Ha confessato che, dopo dieci giorni la sua salute ha iniziato a peggiorare in modo improvviso e graduale. Il 17 novembre di quello stesso anno si è svegliato con un dolore atroce e la sua pelle era iniziata a diventare di colore viola. Una condizione che ha spinto i genitori a portarlo in ospedale d’urgenza.
Nel giro di pochissime ore, i suoi organi erano stati tenuti in vita grazie ad una assistenza meccanica altamente tecnologica. Non si era reso conto che aveva contratto proprio lo streptococco del gruppo A ed i medici gli avevano dato il 3% di sopravvivenza. Una infezione che era degenerata, tanto che gli ha causato la sindrome da shock tossico e la setticemia. Nei mesi seguenti ha lottato costantemente tra la vita e la morte e si è sottoposto ad una serie di drastici interventi chirurgici.
Le operazioni lo hanno portato ha perdere tutti gli arti mentre i medici tentavano di farlo sopravvivere. A causa dell’infezione, Alex ha dovuto procedere anche per una ricostruzione facciale poiché il virus gli ha danneggiato gravemente anche il viso e la bocca. Oggi Alex ha 42 anni ed è riuscito a sopravvivere. Ed ha deciso di dare un avvertimento a tutti i genitori. Soprattutto perché in questo periodo stanno perdendo la vita tanti bambini a causa dell’infezione.
Abbiamo visto proprio nella giornata di ieri come le infezioni da streptococco A stiamo causando morti, una situazione che sta preoccupando gli esperti. I batteri dello streptococco sono molto comuni. La maggior parte delle persone ha familiarità con il mal di gola, uno dei sintomi più comuni di chi viene contagiato. Ma a volte, gli stessi batteri possono portare a malattie molto gravi e persino alla morte, come abbiamo visto in Gran Bretagna.
Questi casi sono indicati come infezioni da streptococco di gruppo A “invasive” perché i batteri infettano una parte del corpo che non ti aspetteresti, come il sangue, i polmoni o i tessuti molli. Può entrare nel corpo attraverso un taglio sulla pelle o dalla gola. Le persone con un sistema immunitario compromesso hanno maggiori probabilità di esserne colpite.
Può essere difficile dire quando una persona ha un’infezione invasiva da streptococco A, poiché i sintomi possono assomigliare all’influenza. Il modo migliore in cui le persone possono proteggersi è lavarsi le mani, tossire nella manica e praticare delle buone abitudini igieniche. Un po’ come abbiamo visto e fatto durante il Covid e che bisogna continuare a fare.
Le notizie scritte all’interno dell’articolo hanno uno scopo divulgativo e non vogliono sostituire un parere medico esperto, né tantomeno fare diagnosi o essere prese in considerazioni per trattamenti. Pertanto, in caso di dubbi o sintomi è consigliato rivolgersi al proprio medico curante oppure ad uno specialista del campo.
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