In corso lo studio per somministrare la terza dose di Pfizer contro le varianti del Covid19. La campagna vaccinale sta offrendo i suoi risultati e si è dimostrato il mezzo più importante per poter contrastare il virus. Il numero di casi sta diminuendo e di conseguenza degli ingressati in terapia intensiva e il numero dei morti.
Nonostante questa buona notizia, ciò non significa che l’emergenza sanitaria si possa dire terminata, anzi. Sono da tenere in considerazione tutte le mutazioni possibili da Sars-Cov-2 e le case farmaceutiche che stanno producendo i vaccini si sono mobilitate proprio per intervenire anche sotto questo punto di vista.
Pfizer, che ha lo stesso nome dell’azienda farmeceutica che lo produce negli USA, è a oggi la più grande del mondo nel settore della produzione, della ricerca e della vendita di farmaci. L’azienda con sede a Brooklyn ha recentemente avanzato la ipotesi di somministrare una terza dose che possa proteggere anche contro le varianti.
Ad anticiparlo è stato proprio Albert Bourla, il CEO di Pfizer. Dice che il richiamo dovrebbe arrivare più o meno entro 100 giorni.
Gli attuali vaccini sono utili contro le varianti?
Sappiamo che tutti i vaccini attualmente disponibili sono utili contro il covid19 perché hanno portato ai risultati sperati. Sembra che allo stesso tempo però offrono una buona protezione anche contro le varianti in circolo.
Gli scienziati comunque non abbassano la guardia e anzi, proprio per prevenire che le mutazioni possano prendere in un secondo momento il sopravvento, stanno monitorando la situazione e giocando d’anticipo proponendo vari metodi di contrasto.
Pfizer per questo sta già iniziando a lavorarci su, nonostante si è dimostrato uno dei più efficaci dal punto di vista della prevenzione dell’infezione dopo la seconda dose. Si parla di un’efficacia del 95%. Con una terza dose secondo gli esperti è possibile avere una maggior protezione anche contro le varianti stesse.
Le persone che hanno già ricevuto entrambe le prime due dosi più di sei mesi fa, riceveranno il richiamo. Albert Bourla lo ha annunciato durante un’intervista alla NBC News, affermando che lo scopo è di aumentare la risposta immunitaria dalle 10 alle 20 volte.
Monitoraggio e sicurezza
Nonostante gli ottimi risultati offerti dal vaccino in termini di una riduzione di ricoveri e di morti, molte persone diffidano dei vaccini a causa dell’informazione spesso pessimistica fatta nei loro confronti.
Per questo motivo è bene sempre cercare di seguire le informazioni più attendibili e capire il perché degli effetti collaterali che si, possono manifestarsi con le dosi dei vaccini, così come con qualsiasi altro farmaco.
Pfizer ha deciso di monitorare la sicurezza e l’efficacia della terza dose dividendo i vaccinati in due fasce di età. C’è quella che va dai 18 ai 55 e quella che va dai 65 agli 85. I partecipanti sono presi dal gruppo di persone che hanno ricevuto per prima il vaccino e si sono offerte volontarie proprio per la sperimentazione clinica che iniziò a maggio.
La cosa importante da sapere però, anche per aumentare il senso di tranquillità tra coloro che lo riceveranno, è che il terzo richiamo non è diverso dai precedenti, è lo stesso vaccino già somministrato. Però Pfizer sta già valutando di testare anche una versione modificata per la variante sudafricana, solo dopo che si è dimostrata valida nei test in laboratorio.