Ictus cerebrale, attenzione a questi sintomi: i campanelli d’allarme da non sottovalutare

L’ictus cerebrale è un evento pericoloso ed è di grande importante accorgersi in tempo di alcuni campanelli d’allarme ben precisi per evitare il peggio. Ma quali sono i sintomi ai quali bisogna prestare attenzione?

È una delle malattie più nefaste che possono accadere ad una persona. Si tratta di una delle cause principali di morte di un essere umano. A dir la verità, è al secondo posto in tutto il mondo, mentre in Italia è in terza posizione tra i fattori di decesso. Con il passare degli anni, le ricerche e gli studi sull’argomento sono aumentati, tanto che molti esperti hanno segnalato quali sono i sintomi ai quali bisogna prestare attenzione.

ICTUS CEREBRALE
fonte foto: Salute.Online

Quando una persona viene colpita da un ictus cerebrale, questo vuol dire che il suo cervello non riceve il sangue di cui ha bisogno. Per questo motivo è necessario intervenire immediatamente a livello medico, per evitare la possibilità che ci siano gravi danni cerebrali che possono portare ad una disabilità o addirittura alla morte. In tutti i casi, importante è il tempo ed i minuti che passano dall’evento al trattamento.

Spesso si è portati a chiamare una ambulanza o mettersi in macchina con un parente o amico per andare al pronto soccorso. Queste azioni fanno perdere tempo, visto che un medico può intervenire subito a distanza per giudicare la situazione prima che ci siano gravi ripercussioni sulla salute. Per questo è bene riconoscere i sintomi all’istante, prima che sia troppo tardi.

Che cos’è l’ictus?

L’ictus è una malattia cerebrovascolare che colpisce i vasi sanguigni che forniscono sangue al cervello. Si verifica quando un vaso sanguigno che porta il sangue al cervello si rompe o viene bloccato da un coagulo o da un’altra particella. A causa di questa rottura o blocco, una parte del cervello non riceve il flusso di sangue, ossigeno e glucosio di cui ha bisogno. La conseguenza è che le cellule nervose nella zona interessata del cervello non ricevono ossigeno, quindi non possono funzionare e muoiono dopo pochi minuti.

Ictus cerebrale: sintomi

Gli ictus hanno spesso un inizio improvviso e si sviluppano rapidamente, causando danni cerebrali in pochi minuti. Meno comunemente, un ictus può peggiorare nel corso delle ore, poiché un’area crescente del tessuto cerebrale muore per necrosi. In generale, questa progressione si interrompe, anche se non sempre, lasciando il posto a periodi di stabilità in cui l’area del tessuto necrotico smette temporaneamente di crescere o in cui c’è un  lieve miglioramento.

A seconda dell’area del cervello interessata, possono verificarsi molti sintomi diversi. C’è chi ha un improvviso intorpidimento o debolezza del viso, del braccio o della gamba, specialmente su un lato del corpo. Poi si avverte confusione improvvisa, difficoltà a parlare o a capire. Ma anche improvvise difficoltà a camminare, con vertigini, perdita di equilibrio o coordinazione. Poi la difficoltà nella vista in modo improvviso o mal di testa senza causa.

Ictus colpisce lato sinistro del cervello

Quando l’ictus colpisce la regione sinistra del cervello, la parte interessata sarà la parte destra del corpo e la sinistra del viso. In questo caso possono verificarsi alcuni o tutti i seguenti sintomi: paralisi del lato destro del corpo. Poi problemi di parola o linguaggio, un atteggiamento cauto e pigro. È possibile riscontrare anche la perdita di memoria.

Ictus colpisce lato destro del cervello

Se, al contrario, la parte interessata è la regione destra del cervello, sarà la parte sinistra del corpo ad avere problemi, i quali sintomi sono: paralisi del lato sinistro del corpo. Ma anche i problemi di vista, un atteggiamento veloce e curioso. Anche in questo caso c’è la perdita di memoria.

Ictus cerebrale: cause e fattori di rischio

Ci sono diverse cause e fattori di rischio che provocano l’ictus. Fattori che possono essere modificati quando dipendono da motivi legati al proprio stile di vita. Tra le cause c’è l’età avanzata, visto che colpisce persone dopo i 55 anni. Più o meno lo stesso numero di ictus si verifica in entrambi i sessi, ma, più della metà dei decessi, riguarda le donne che sono più a rischio.

Un altro punto è ereditario, dove il il rischio di subire un ictus è maggiore se qualcuno in famiglia lo ha avuto. Le possibilità di una recidiva è sempre molto alta i quelle persone che era state colpite da questo evento. Attenzione alla pressione alta, visto che l’ipertensione è il fattore di rischio che meglio predice l’ictus. Negli ultimi anni gli studi hanno dimostrato che il fumo di sigaretta è un importante fattore di rischio.

Il diabete è un fattore di rischio indipendente ed è in gran parte correlato all’ipertensione. I diabetici spesso hanno anche il colesterolo alto e sono in sovrappeso, aumentando ulteriormente i loro rischi. Le arterie carotidi nel collo forniscono sangue al cuore, quando è danneggiata dall’alterosclerosi può bloccare il vaso e causare un coagulo di sangue, che può causare un ictus.

Tra le cause c’è anche quella di avere malattie cardiache che aumenta il rischio di ictus. Le persone che soffrono di attacchi ischemici transitori, che sono noti come mini ictus, possono essere pericolosi. Un aumento moderato o significativo del numero di globuli rossi è anche un importante indicatore di ictus. Attenzione alla temperatura, visto che i decessi per ictus si verificano più spesso a temperature estremamente calde o fredde.

L’eccesso di alcol può aumentare la pressione sanguigna, aumentare l’ obesità, i trigliceridi, il cancro e altre malattie, causare insufficienza cardiaca e di conseguenza portare all’ictus. Ma anche alcuni tipi di uso di droghe, visto che l’assunzione di droghe per via endovenosa aumenta il rischio di ictus a causa di un’embolia cerebrale.

Tutte le notizie che sono state riporte nel suddetto articolo sono state riprese da fonti accertate e riconosciute, ma non devono essere prese per fonte di diagnosi e trattamenti. In caso di malessere o approfondimenti vari è opportuno rivolgersi in maniera tempestiva dal proprio medico curante.

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