La psoriasi è una malattia cutanea che colpisce circa il 2% della popolazione. Molte persone ne soffrono ma, nonostante la discreta diffusione, ancora oggi non sono note del tutto le cause. Si nota a colpo d’occhio, in alcune zone del corpo più o meno estese si formano delle placche cutanee rosse e in base alla stagione e al altri fattori interni o esterni si presentano anche delle chiazze argentee e in rilievo. Possono causare prurito.
Le zone maggiormente colpite sono le ginocchia, i gomiti e il cuoio capelluto ma, nei casi più gravi può arrivare a estendersi in parte delle braccia e delle gambe. A differenza di altre patologie cutanee, la psoriasi non è infettiva e nemmeno contagiosa.
A oggi non è ancora stata identificata una causa specifica della psoriasi. Secondo gli esperti però la ipotesi più probabile è da ricondurre a un mancato equilibrio del sistema immunitario. I linfociti T e i nutrofili infatti vanno ad attaccare erroneamente i tessuti sani. Questa reazione autoimmunitaria porta a una serie di conseguenze.
Grazie alle ricerche fatte in merito, gli esperti sono arrivati alla conclusione che dietro alla psoriasi può esserci la famigliarità. Se in famiglia uno o più parenti stretti ne soffrono, è più facile anche le generazioni successive siano affette dallo stesso problema. La causa è da ricondurre ad alcuni geni collegati allo sviluppo della psoriasi.
Ci sono poi una serie di fattori d’innesco, cioè situazioni che possono portare alla comparsa o al peggioramento dei sintomi stessi. Tra questi troviamo lo stress, i cambiamenti ormonali, ustioni solari, ferite, consumo di alcol e di fumo, così come alcuni deficit nutrizionali, malattie come l’HIV o l’assunzione di farmaci come gli antipertensivi e gli antinfiammatori.
In una persona sana le cellule epiteliali si rinnovano all’incirca ogni 3 o 4 settimane. Nella persona con psoriasi invece, questo tempo si accorcia dai 3 ai 7 giorni. Ecco che la pelle si arrossa e si formano le placche.
I sintomi della psoriasi sono vari, non tutti i pazienti però li manifesta tutti quanti. Il più comunque e quasi sempre presente è la presenza di zone cutanee rosse che possono essere coperte a periodi alterni da squame argentee.
La pelle può disidratarsi e apparire secca e si rompe più facilmente del normale. Si manifestano poi eruzioni cutanee ed esfoliazione. Le zone con placche di psoriasi possono prudere o bruciare. Le unghie delle mani e dei piedi tendono a ispessirsi e sono più soggette alla onicolisi.
I sintomi si manifestano in modo lieve, moderato e grave. Se lieve, le placche occupano circa il 3% della superficie cutanea. Nella moderata fino al 10% e in quella grave si va oltre a questa percentuale.
Vi possono essere periodi di riacutizzazione e altri di remissione. Dipende molto dallo stile di vita più o meno stressante, corretto o meno.
La psoriasi non si può curare in via definitiva, ma ci sono alcuni approcci che permettono di gestirla e spesso di far scomparire le placche per lunghi periodi. Sarà il medico dopo un’attenta valutazione a valutare qual è la terapia migliore.
La prima e la maggiormente utilizzata è la terapia locale. Sulle placche vengono applicate delle creme, alcune volte può essere consigliato di utilizzare i corticosteroidi, ma solo per brevi periodi per evitare le complicanze. Tali prodotti permettono di rimuovere l’infiammazione e far crescere la pelle normalmente. Va bene per le forme di psoriasi moderate o lievi.
Ci sono poi i farmaci. Possono essere somministrati per via orale oppure endovenosa. Tra questi troviamo i retinoidi, le metotrexate, la ciclosporina ed altri.
La terza possibilità viene offerta dalla fototerapia. La persona si sottopone ai raggi ultravioletti naturali oppure sintetici. Ancora può essere somministrato un farmaco sensibilizzante prima dell’esposizione ai raggi UVA.
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