Il calore estivo risulta essere per tante persone mortale, specialmente gli anziani che soffrono di più il caldo. Se da una parte ci deve essere la giusta consapevolezza e di conseguenza vanno adottate tutte le strategie per difendersi dalle ondate di calore, dall’altra c’è anche da dire che circa 1/3 dei decessi globali collegati al calore, sono connessi anche con il problema del riscaldamento globale.
Sappiamo tutti che il riscaldamento globale è un problema serio e reale. Si è iniziato a sviluppare alla fine del XIX secolo e tutt’oggi continua imperterrito la sua corsa aumentando man a mano la temperatura media globale, con una serie di fenomeni atmosferici come lo scioglimento dei ghiacciai, le alluvioni, la siccità, l’innalzamento degli oceani etc.
Il nostro comportamento scorretto porta nell’atmosfera terrestre l’aumento del gas serra. Ecco perché adesso molti stati stanno cercando di ridurli. Ma cosa centra il riscaldamento globale con le morti per il caldo estivo.
Riscaldamento globale: 1/3 dei morti per il caldo estivo dipendono da lui
Recentemente è stato pubblicato uno studio importante su Nature. Lo scopo è stato quello di analizzare i migliaia di persone morte nel mondo per via delle potenti ondate di calore. Una delle più forti di sempre, della quale ancora oggi parliamo, è l’ondata di calore del 2003 che ha colpito l’Europa. In Italia il numero più alto di morti, si stima circa 18 mila morti e a seguire la Francia, con 20.000 morti.
Nonostante si è trattato di un caso eccezionale, è più che sufficiente per capire che il caldo estivo può uccidere e il riscaldamento globale gioca la sua parte. Il cambiamento climatico infatti fa si che aumentano ogni anno le temperature. Oltre all’impatto ambientale che è davvero elevato, anche quello che ha sulle persone deve essere preso seriamente.
Cosa dice lo studio di Nature
Per eseguire questa ricerca e poter poi diffondere i dati, i ricercatori che hanno partecipato allo studio hanno analizzato le informazioni climatiche e sanitarie per il periodo che va dal 1991 e il 2018. Sono state prese in esame 732 località differenti in 43 paesi sparsi per il mondo.
Dopo hanno invece fatto una simulazione climatica, partendo dal punto: se vi fossero pochi agenti inquinanti e non vi fosse il riscaldamento globale, come sarebbe il mondo? Ecco, la risposta a tale domanda è stata poi paragonata ovviamente a la realtà attuale.
E’ stata eseguita in questo modo un’analisi separata sulle attività che contribuiscono al cambiamento climatico al quale stiamo assistendo e come a sua volta questo influenza la salute. E’ stato dimostrato con lo studio che in caso di condizione normale, perciò con emissioni nella norma, in estate la temperatura media globale sarebbe di circa 21,5 gradi. La differenza con la realtà attuale di 1,5 gradi in più. Oggi infatti abbiamo una media globale di 23 gradi.
Per quanto possa sembrare una differenza irrisoria, non è così. Circa il 37% dei morti annuali causati proprio dall’eccessivo calore, si verifica a causa di questo cambiamento climatico e l’inquinamento.
Ovviamente non tutti i posti sono uguali e si tratta di medie. Nel Sudest asiatico per esempio, così come in Iran, contribuisce al 50% delle morti per calore. Secondo lo studio per esempio, solo a New York City, potrebbero salvarsi la vita 141 persone all’anno se le temperature non fossero influenzate dal riscaldamento globale.
Cosa fare quindi?
Il riscaldamento globale è un problema che ci colpisce su più fronti differenti. Ed è proprio per tutti i danni che provoca all’ambiente all’uomo che dobbiamo iniziare di nuovo a rivedere il nostro stile di vita per cercare di arginare il più possibile il problema.
E’ difficile pretendere che le persone modificano del tutto il proprio stile di vita, però se tutti agissero nel proprio piccolo, eliminando alcune cose che peggiorano il riscaldamento globale e l’effetto serra, il miglioramento a livello globale sarebbe enorme.