La scienza ha indagato la possibile correlazione tra lo stress cronico e lo sviluppo di un tumore. La risposta arriva da uno studio realizzato in 30 anni. Vediamo i risultati e le misure che possiamo mettere in campo.
Lo stress è sempre un fattore da indagare. Questo può arrivare in qualsiasi momento e può far nascere delle conseguenze davvero molto negative. Uno studio, infatti, ha indagato in 30 anni il possibile legame tra lo stress cronico e il rischio, alto, di formazione di un cancro. I dati emersi rendono chiaro il quadro.
Quando si parla di certe malattie, l’attenzione non può che essere decisamente alta. Soprattutto se queste sono collegate ad un fattore che si genera in maniera molto semplice e profonda. L’analisi durata 30 anni, dal 1988 al 2019, ha cercato di mettere in luce il fatto che lo stress porti ad un aumento del rischio di cancro. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ScienceDirect.
Tale studio non deve essere affatto sottovalutato. Questo aspetto, infatti, può innescare tantissimi altri problemi. Di recente, un altro studio ha messo in relazione lo stress con i capelli grigi. Un problema sicuramente minore rispetto a quello che approfondiremo nelle prossime righe ma che è presente. Andiamo, quindi, all’interno di questo studio.
La colpa sarebbe del ‘carico allostatico‘, così si è espresso il primo autore della ricerca, il docente Justine Moore. Il professore è epidemiologo e assistente al dipartimento di medicina al Medical College of Georgia all’Augusta University. Questo ‘carico allostatico’ altro non è che uno status di stress che si mantiene nel tempo.
Questa condizione insieme alla bassa capacità di adattamento del nostro organismo, va ad degradare in maniera lenta e continua le risorse che abbiamo al nostro interno. Per misurare tale scenario, Justine Moore ha sottolineato alcuni indici che variano da condizioni di massa corporea all’obesità, da livelli alti di pressione sanguigna a livelli alti di zuccheri o presenta di colesterolo. Ha visualizzato anche i livelli alti di creatinina e proteina C-reattiva, cosa che indica un’infiammazione che colpisce il sistema.
Nei 31 anni di studio, i ricercatori hanno preso in esame le informazioni di più di 41.000 adulti. Tra di loro, poco sotto il 50% presentava un ‘carico allostatico alto’. Questo portava tali persone ad avere un rischio di sviluppare un tumore più elevato da chi presentava valori nella norma. Alla rivista Helio, il professore ha sottolineato come le minoranze siano soggette a questo tipo di carico dato che sono vittime di un sistema razzista o sessista o altro ancora.
Come ha evidenziato la ricerca, il rischio tumore più alto è possibile. Chi ha un carico allostatico alto corre un rischio di due volte e mezzo superiore rispetto a chi ha valori nella norma o più bassi. Tale scenario è più volte sottolineato dallo stesso Moore.
La prevenzione, dunque, è fondamentale. In questa strategia dobbiamo fare di tutto per abbassare l’infiammazione sistemica e stress cronico. L’esperto ha spiegato come sia necessario dare delle risorse culturalmente sensibili a quelle strutture che si occupano di cura di questa malattia.
Un altro problema che si lega allo stress è l’ictus. In questo caso, a pronunciarsi è stato il professore Jonah Zuflacht, neurologo all’Università della Pennsylvania, Filadelfia. Il professore ha notato il legame tra questi due aspetti. Lo ha fatto tramite un’indagine che ha messo in campo tantissime persone.
In merito, Jonah Zuflacht ha evidenziato come il sistema immunitario avrebbe più difficoltà a combattere ictus o tumore nella fase di sviluppo. Serviranno altri studi per comprendere pienamente il processo con cui lo stress da vita a certe malattie. Al quotidiano Upi, ha sottolineato come, però, questo, porti a tanti effetti negativi. Sia che si tratti del sistema cardiovascolare sia che si tratti di quello che poi da vita ad un tumore.
L’articolo contiene informazioni che hanno scopo divulgativo e informativo. Sono studi apparsi su riviste di settore. Pertanto non hanno nessuna pretesa di sostituirsi alla normale visita medica o specialistica. In caso di problemi, dunque, rivolgersi al medico di fiducia è la prima opzione da seguire.
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