Il sale è uno degli ingredienti che tende più a dividere. L’opinione generale è che faccia male ma è davvero così? Uno studio ha messo in evidenza un legame importante. Scopriamo nei dettagli la risposta.
L’alimentazione deve garantire al nostro organismo di avere un percorso lineare. Il sorgere di patologie è sempre dietro l’angolo. Ed è per questo che più volte abbiamo visto avvisi su cosa e come mangiamo. Tra i prodotti più ‘discussi’ troviamo sicuramente il sale. Ancora oggi ci si chiede se faccia male o meno. La risposta arriva da uno studio di un’università americana.
Il sale è uno dei prodotti maggiormente usati. Chi è ai fornelli sa bene come sia difficile dosarlo. Molto spesso si pensa che sia troppo mentre in altro troppo poco. Insomma, la misura è davvero difficile da trovare. Ora, uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, con ogni probabilità, solleva ogni tipo di dubbio.
La scienza è sempre al lavoro per scoprire le cause di alcune patologie legate all’alimentazione. A tal proposito, una dieta può aiutare chi soffre di ossa deboli. Come ridurre il consumo di sale permette di abbassare il rischio di sviluppare patologie cardiache, insufficienze cardiache e cardiopatia ischemica. Questo è quanto affermato dagli studiosi della School of Public Health and Tropical Medicine presso la Tulane University di New Orleans.
La squadra guidata da Lu Qi ha approfondito il discorso che riguarda il basso uso e consumo di questo elemento. La valutazione è avvenuta tramite le informazioni, contenute nella Biobanca britannica, di 176.570 persone. Gli studiosi si sono serviti di un questionario per raccogliere le informazioni di come fosse la frequenza di aggiunta del sale agli alimenti. Non si è tenuto in considerazione del sodio già presente negli altri prodotti.
Il risultato che è scaturito è che pare ci siano delle correlazioni che portano, a seguito di un alto consumo, all’ipertensione. Quest’ultimo fa aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Se la strada intravista dagli studiosi pare essere quella di più consumo, più rischio gli stessi sottolineano di come altre ricerche abbiano portato risultati contrastanti.
Gli esperti mostrano come le incongruenze del passato siano derivate dalla carenza di metodi pratici per valutare l’assunzione sul lungo periodo. Lu Qi, però, conferma che hanno evidenziato di come le persone che non usavano il sale spesso avevano meno possibilità di patologie o eventi cardiaci. Con una dieta a basso uso di sale, continua Qi, si migliorano ancora di più le condizioni di vita.
Dallo studio si è anche rilevato che le donne facevano meno uso del sale negli alimenti. Le stesse consumavano poco l’alcol e avevano un’attività fisica intensa. Le stesse che, secondo lo studio, avevano un’alta probabilità di associarsi ad una dieta in stile DASH e consumavano anche frutta, verdura, legumi e altri prodotti di questo tipo.
Le informazioni di questo articolo hanno scopo divulgativo. Lo studio analizzato è apparso su riviste specializzati. In ogni caso, meglio sempre rivolgersi ad uno specialista o medico di fiducia. Non sostituiamo una diagnosi o un piano terapeutico con le informazioni lette.
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