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Sangue nelle urine, da cosa deriva? Le possibili cause

La presenza di sangue delle urine è un problema non affatto da sottovalutare. Ci sono diversi motivi che possono portare a questo problema. Vediamo meglio i dettagli.

Tra i tanti problemi che possono sorgere c’è quello dell’ematuria. Un problema non propriamente comune ma che quando si palesa non fa assolutamente preso sottogamba. Quando si assiste alla presenza di sangue nelle urine vuol dire che qualcosa non va. Che sia un problema nei reni oppure nel sistema urinario, la situazione va monitorata e controllata.

Fonte foto: Salute.Online

Come anticipato in precedenza, questo problema in maniera scientifico viene definito come ematuria. Questa si può distinguere tra macroematuria e microematuria, tutto dipende dalla quantità di sangue presente nelle urine. Nel primo caso, abbiamo l’urina che si mostra rossa o bruna. Mentre nel secondo caso, la presenza del sangue è rilevabile solo tramite apposito esame.

In caso di problemi macro, l’origine può arrivare dall’ambito urologico e spesso si manifesta tramite calcolosi. Non è un caso raro che lo spostamento dal rene all’uretra, porta il calcolo a rompere qualche capillare. In questo caso, come spiega la dottoressa Cristina Robba a La Gazzetta dello Sport, si avverte un dolore nella zona lombare. Questo dolore può anche essere seguito da febbre.

Sangue nelle urine, dolore mentre si urina? Ecco a cosa potrebbe essere dovuto

Questo problema potrebbe portare anche a del dolore mentre si urina. Questo scenario si realizza a seguito a delle infezioni delle vie urinarie. ci riferiamo in questo particolare caso alla cistite emorragica. Un problema molto serio che colpisce maggiormente le donne più che gli uomini.

La dottoressa Robba, sempre a La Gazzetta, sottolinea come questo problema porta sanguinamento nella zona della vescica. Quest’ultima si presenta decisamente infiammata perché c’è in atto un’infezione batterica in corso. Il dolore si può presentare anche nella zona del basso ventre. Molto spesso si segue anche febbre e può portare bruciore. Negli uomini, si può palesare una prostatite acuta. Si parla di infiammazione della prostata. Anch’essa porta febbre e dolore addominale.

I controlli e le cure per l’ematuria

Per passare alla risoluzione di questo problema, dobbiamo effettuare dovuti controlli. Quindi, passa tutto dalla opportuna quanto necessaria visita oculistica. Dopo questa potremmo passare alla terapia che molto spesso riguarda l’assunzione di farmaci. Si può anche intervenire chirurgicamente oppure con un’operazione di litrotrissia.

Se, invece, presentiamo prostatite acuta o cistite emorragica, il piano terapeutico sarà a base di antibiotici. La dottoressa Cristina Robba segnala come dopo una cistite emorragica o una calcolosi ci sia bisogno sempre di un esame citologico delle urine e un’ecografia ai reni. Questi esami permettono di escludere eventuali nuove formazioni agli organi controllati. Dopo la prostatite acuta, invece, il consiglio è quello di andare a visita da un urologo.

Quando il problema dipende dai reni?

In caso di microematuria, come detto, la presenza del sangue nelle nostre urine è rilevabile solo tramite appositi esami. In questo caso, come segnala l’esperta, la cosa importante è controllare che tutto non sia dovuto ad una malattia renale. Questa potrebbe agire in modo negativo sul processo filtrante degli organi.

Dopo l’esame delle urine, vanno fatti anche degli esami del sangue. La dottoressa Robba sottolinea che sarebbe opportuno anche fare una biopsia renale. A tal proposito fa l’esempio della malattia di Berger. Questa può essere trattata sia come macro che come microematuria.

In un altro caso, più raro, si parla di rene policistico. La rottura della cisti, infatti, porta sangue nelle urine. Un altro caso, nei soggetti maschili, dove ci sono solo delle piccole tracce nei reni è quello di emospermia. In questo caso, consiglia l’esperta, dobbiamo eseguire un’ecografia al comparto riproduttivo.

Le informazioni lette all’interno dell’articolo hanno finalità divulgativa e informativa. Queste non devono in alcun modo sostituire la consulenza di uno specialista. Come anche in caso di diagnosi e/o piano terapeutica, continuiamo a seguire sempre la strada esposta dallo specialista di riferimento.

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