Il 29 dicembre 2013, la vita di Michael Schumacher e dei suoi familiari è cambiata drasticamente. A 9 anni di distanza, il mondo tiene ancora il fiato sospeso per il campione tedesco. Vediamo cosa accadde e come sta oggi il tedesco.
Il pilota tedesco è una leggenda della Formula 1, quando dimostrato in pista ha portato tantissime persone ad amarlo. Non solo i tifosi della scuderia per cui correva. Il 29 dicembre 2013, però, qualcosa è cambiato radicalmente. Quel giorno, una normale uscita in sci ha segnato non solo lui ma i suoi cari e l’intero mondo.
A Meribel, in Francia, era con il figlio Mick, all’epoca 14enne, ed un gruppo di amici. La pista era conosciuta da Schumacher a menadito. Meribel rappresentava per lui un luogo in cui trascorreva una buona quantità di tempo. Tutto cambia all’incrocio tra la Chamois e la Biche accade qualcosa di drammatico. Il destino decise di rovesciare totalmente la vita dell’ex ferrarista.
Come riportato da La Gazzetta dello Sport, Michael Schumacher va oltre i limiti della pista. In quella zona la neve battuta cambia in quella fresca. La velocità, però, fu definita idonea dagli investigatori successivamente. In quel momento, Schumacher si scontra contro una rocca portandolo a sbattere la testa contro un’altra roccia. L’impatto è fatale e nonostante il casco con la dovuta protezione, non c’è molto da fare.
L’impatto porta i presenti in stato di shock, il tedesco viene subito soccorso perché le condizioni sono decisamente serie. L’elisoccorso lo trasporta prima a Moutiers e poi, verso le 12.40, alla struttura di Grenoble. Quest’ultima garantisce una cura più adeguata per le lesioni alla testa. Dalle prime notizie, il quadro che emerge supera il drammatico.
In un primo momento, l’ex pilota della Ferrari, come riportato da La Gazzetta dello Sport, supera la morte cardiaca improvvisa e presenta anche un’emorragia cerebrale. Viene operato due volte per ridurre la pressione endocranica. Operazioni che serviranno per tenerlo in vita.
L’attenzione mediatica attorno a quanto accaduto è impressionante. Tantissimi tifosi del pilota tedesco mostrano il loro supporto e il loro sostegno. Dimostrazioni che avvengono soprattutto il 3 gennaio, giorno del suo compleanno. Tanti pregano affinché Michael si possa svegliare ma passano i giorni e il silenzio cala sempre più. Le uniche notizie ufficiali arrivano solo dalle comunicazioni dei medici. La famiglia, invece, si chiude nella massima riservatezza.
Il quadro che emerge attorno a Michael Schumacher è drammatico. La leggenda della F1 ha un danno assonale diffuso che supera l’infezione polmonare. Cosa che porta i medici a lasciarlo in coma artificiale per quasi un mese. Un coma da cui viene fatto uscire progressivamente.
Con il passare dei mesi, passa in rianimazione e viene trasferito, nel giugno del 2014, al centro universitario di Vaud, Svizzera. La struttura si occupa di recupero neurologico. Le condizioni, però, restano gravissime. la massima riservatezza, però, presta il fianco a tantissime voci e speculazioni.
Qualcosa pare cambiare pochi mesi dopo, nel settembre del 2014. Schumacher viene trasferito nella sua villa di Gland che viene strutturata come una clinica con all’interno uno staff specializzato. Al suo fianco, sua moglie Corinna, la portavoce Sabine Kehm e Jean Todt. Quest’ultimo, il più grande baluardo nella difesa della privacy della famiglia Schumacher.
Ma la questione Schumacher non prosegue nel massimo rispetto dei protagonisti. Si assistono a scene di sciacallaggio come il furto dei documenti clinici, immagini rubate da droni che volavano sulla sua abitazione e altre indiscrezioni.
A quasi 9 anni di distanza, vige un grande silenzio sulle condizioni della leggenda tedesca. Non ci sono stati molti aggiornamenti nel corso del tempo e anche oggi le condizioni di Schumacher non sono state diffuse. Qualcosa è venuto fuori a seguito di un documentario trasmesso su Netflix.
Attualmente, però, vige un grandissimo silenzio sul suo stato di salute. Il quadro che, però, emerge dalla stampa mondiale è complicatissimo. È seguito da uno staff medico specializzato che lo assiste, come riportato da La Gazzetta, nella fisioterapia giornaliera e nelle cure di riferimento. Dopo tanti anni, però, il silenzio è quello che regna.
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