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Stress da mail, l’e-anxiety incide sulla salute mentale:

L’e-anxiety può essere un fattore di fortissimo stress sulla salute mentale. Lo stress da mail si verificherebbe durante le ore non lavorative. Si tratta di un problema serio e che sta prendendo sempre più piede. Ecco tutti i dettagli.

La vita di oggi ha dei ritmi frenetici. Il lavoro è una parte importante della nostra quotidianità ed è presente anche quando abbiamo finito. I tempi attuali, dunque, sono troppo veloci, forse fin troppo. Pensiamo alla velocità con cui andiamo a rispondere ad un messaggio. Lo facciamo pressoché istantaneamente perché pensiamo ad una comunicazione urgente.

Fonte foto: Salute.Online

Il livello di stress può aumentare a seguito di tantissime situazioni. Ma lo stress da mail può avere una fortissima incidenza sulla nostra salute mentale. Questo è stato rilevato da uno studio svolto dalla Virginia Tech University. Mentre il Paìs riporta che questo tipo di stress non colpisce solo la persona interessata ma anche chi gli sta vicino.

Ci sono molteplici fattori che accendono lo stress. Il fatto di non staccare mai realmente dalle questioni lavorative è sicuramente uno di questi. Lo stress a lavoro si può combattere anche tramite 3 metodi che sono stati molto indagati. Ma risulta davvero difficile da smaltire dato che i tempi attuali sono fortemente legati alla sfera lavorativa.

Stress da mail, l’e-anxiety può far male: ecco come si verifica

Un esempio che chiarisce bene questa situazione è quando ci arriva un messaggio dal capo, magari di domenica. Magari non rispondiamo se non è urgente ma quella mail sarà sempre presenta nella nostra testa. A tal proposito, William Becker docente alla Virginia Tech sottolinea che se il lavoro è il nostro ultimo pensiero prima di andare a dormire allora c’è un problema. Becker è stato autore nell’analisi dell’impatto delle mail su di noi e su chi ci circonda.

Questo stress da mail ha poi preso il nome di e-anxiety. L’indagine ha visto i ricercatori intervistare oltre 400 dipendenti. Professionisti non solo di un ambito ma di diversi settori. Queste interviste hanno portato alla conferma del controllo eccessivo della propria posta elettronica quando non si è a lavoro. Per gli esperti, tale atteggiamento è da considerare come un allarme rosso dato che fa male al nostro benessere e alle nostre relazioni. Ma non solo controllare è negativo ma anche solo pensarci.

Lo stesso Becker, quello che i lavoratori sentono è che il lavoro abbia la precedenza sul resto. Per questo motivo si parla di un effetto negativo che poi si ripercuote anche verso il nostro partner e tutti i cari più vicini. Non si riesce, in sintesi, a liberarsi totalmente dal lavoro e questo influisce su tutte le relazioni personali e altre situazioni. Facendo scattare anche la sensazione d’ansia.

Esiste un rimedio per l’e-anxiety

Come abbiamo detto, per gli esperti si tratta di un allarme rosso. Per trovare un rimedio, gli studiosi sono risaliti alla velocità delle risposte che si danno sul lavoro. Questo atteggiamento fa parte della cultura dell’immediatezza. Ragion per cui l’urgenza che si percepisce non è sempre quella reale e può essere riequilibrata. Quello che si può fare, dato il fattore estremamente psicologico della questione, è saper dividere tra comunicazione urgente e una importante. Così da poter mettere in campo adeguati comportamenti.

La società Fremap ha elaborato un rapporto in cui ha analizzato 380.000 assenze per malattie in riferimento a 3 milioni di persone. Da questo rapporto è emerso che nel periodo 2015-2021, l’incidenza media dei processi di invalidità momentanea legati ai disturbi mentali e comportamentali è salita del 17% su tutte l’età.

Si segnala che nel 2021, al di là del Covid, le malattie mentali sono state causa del 15% dei giorni di riposo. Questa è la seconda causa più importante e che si posiziona dietro solo ai problemi muscolo-scheletrici. Questo, però, non pesa solo per le persone ma anche per le varie imprese. Si pensi che in Spagna, l’invalidità temporanea, sempre dal rapporto Fremap, ha segnalato un costo medio del salario e di contrivuti di 2.053,36 euro a congedo.

L’articolo contiene informazioni divulgative e informative. Queste sono dati apparsi su riviste specializzate e non hanno la pretesa di sostituire la canonica visita media o specialistica. In caso di problemi, dunque, bisogna necessariamente rivolgersi al medico di fiducia.

Pubblicato da
Giovanni Cristiano

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