Tachipirina: indicazioni, avvertenze e modo d’uso

La Tachipirina è uno dei farmaci più utilizzati in Italia. Si tratta infatti di un analgesico e antipiretico. Come antipiretico viene usato per la gestione per esempio degli stati febbrili tipici dell’influenza, ma anche per tutte le affezioni del tratto respiratorio di tipo acuto e le malattie esantematiche.

Come analgesico invece, aiuta a ridurre i dolori di media entità, come le cefalee e le nevralgie.

E’ il tipico farmaco che non manca mai nelle case. Da una parte per i suoi molti effetti benefici e dall’altra invece per la scarsa presenza di controindicazioni.

A cosa serve la Tachipirina

  • Per ridurre la febbre: è utile in caso di febbre sotto i 39 gradi. Il paracetamolo (cioè il suo principio attivo), è un antipiretico molto utilizzato proprio per ridurre la temperatura corporea.
  • Per gestire il dolore: lenisce il dolore acuto di media entità perché interviene sulla produzione di prostanoidi e riduce la produzione al livello del Sistema Nervoso Centrale.

Modalità d’uso

Negli adulti

Granulato effervescente da 500 mg in bustine: i bustina ogni 4 ore, non più di 6 al giorno. Nel caso di febbre alta e dolori forti, 2 ogni 4 ore.

Compresse da 500: 1 ogni 4 ore se necessario, senza superare le sei al giorno. In caso di febbre alta o forti dolori non più di 2 compresse ogni 4 ore.

Nei bambini

Tra i 6 e i 10 anni non più di mezza compressa alla volta ogni 4 ore, per un massimo di sei volte al giorno.
Tra gli 8 e i 13 anni 1 compressa o bustina alla volta e solo se necessario dopo sei ore, senza superare le 4 compresse al giorno.
Dai 14 anni in su, 1 compressa o bustina alla volta, non prima di 4 ore, e senza andare oltre le 6 somministrazioni giornaliere.

Avvertenze e controindicazioni

la Tachipirina non può essere utilizzata da chi:

  • Soffre di ipersensibilità al paracetamolo o a uno degli eccipienti contenuti
  • I pazienti che soffrono di anemia emolitica. In questo caso può essere utilizzato il granulato effervescente e le compresse da 500 mg.
  • Insufficienza epatocellulare grave. Vale come sopra, compresse e granulato effervescente da 500 possono essere usati.

Ci sono però delle precauzioni da adottare prima di iniziare a prendere Tachipirina. Chi soffre di: insufficienza epatocellulare lieve e moderata, insufficienza epatica grave, epatite acuta, carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi e anemia emolitica deve assumerlo con cautela e sempre sotto il consiglio del medico.

Questo perché dosi elevate o troppo prolungate possono portare ad alterazioni renali ed ematiche anche gravi. Lo stesso vale invece per chi sta assumendo farmaci che possono alterare la funzionalità epatica.

Ugualmente deve essere usata con cautela da chi soffre di: alcolismo, anoressia, cachessia, bulimia, malnutrizione cronica, ipovolemia e disidratazione.

La tachipirina non deve essere assunta per oltre tre giorni consecutivi senza aver consultato il medico. Come per tutti i farmaci occorre interrompere immediatamente l’assunzione in caso di reazioni allergiche e contattare il medico di fiducia.

Per evitare gravi reazioni avverse è importante, se assumete già altri farmaci, di controllare che in nessuno di questi sia contenuto paracetamolo. Assumerlo in dosi elevate infatti può condurre a conseguenze molto gravi. Per questo il consiglio è, prima d’iniziare ad assumere Tachipirina se già si assumono altri farmaci, è quello di domandare al medico o al farmacista.

Inoltre, vediamo un attimo due casi particolari, cioè la Tachipirina in gravidanza e in allattamento.

Tachipirina in gravidanza

La donna in gravidanza può assumere Tachipirina secondo i dati epidemiologici, perché non danneggia né la mamma né il feto. Non vi è, secondo gli studi attuali, il rischio di malformazione per il feto e nemmeno eventuali effetti tossici. Tuttavia durante questo delicato periodo della vita è molto importante assumerlo solo dopo averne parlato con il medico.

Tachipirina durante l’allattamento

Quando una donna che allatta prende Tachipirina, rilascia piccole quantità di paracetamolo nel latte che offre al proprio bambino. Questo può provocare rash nel piccolo. Tuttavia è considerata compatibile l’assunzione, pur sempre con cautela.

Cosa succede in caso di sovradosaggio?

Vi è il rischio di intossicazione, soprattutto per i pazienti che soffrono di malattie epatiche, chi soffre di malnutrizione o alcolismo cronico. Il sovradosaggio può risultare fatale.

Un’intossicazione acuta può provocare nausea e vomito entro le prime 24 ore e un dimagrimento improvviso. Può provocare citolisi epatica, la quale può dopo evolvere in necrosi massiva. Il trattamento avviene in ospedale con la somministrazione di N-acetilcisteina.

Quali sono gli effetti indesiderati?

Non conosciamo la frequenza dei vari effetti. In generale comunque si parla di:

  • Patologie del sistema emolinfopoietico: Leucopenia, trombocitopenia, anemia e agranulocitosi.
  • Patologie che colpiscono il sistema nervoso: vertigini
  • Disturbi del sistema immunitario: orticaria, edema e shock anafilattico.
  • Reazioni gastrointestinali
  • Epatite
  • Patologie della cute: eruzione cutanea, necrosi epidermica, sindrome di Stevens Johnson, Eritema multiforme.
  • Patologie renali: anuria, insufficienza renale acuta, ematuria, nefrite interstiziale.

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