covid18, può diventare endemico: ecco cosa significa

Un’idea avanzata in USA, dove un team di ricercatori con a capo Jennie Lavine, scienziata del dipartimento di biologia dell’Emory University, secondo i quali il Covid-19 a breve diventerà una malattia endemica a tutti gli effetti, proprio come tante altre.

La Lavine ha spiegato che se proseguiamo con la somministrazione dei vaccini, continuiamo a seguire il distanziamento sociale e seguiamo le buone regole igieniche che abbiamo appreso nell’ultimo anno e mezzo, il covid19 in poco tempo passerà dallo stato di pandemia a quello di endemia. La sua idea, condivisa da molti, è quello che il Sars-Cov-2 non potrà essere debellato, ma semplicemente apprenderemo ad accettarlo come una delle tante malattie presenti nel mondo e perciò conviveremo noi con lui e lui con noi.

In pratica sarà endemico, esattamente come il virus di un qualsiasi raffreddore e il suo tasso di mortalità sarà destinato a scendere, finalmente, per pareggiarsi con quello di un qualsiasi raffreddore. Ma quali sono i tempi? Come accadrà?

Lo studio condotto dagli scienziati JennieLavine, Rustom Antia e Ottar N-Bjornstad hanno cercato di rispondere, o meglio hanno realizzato un modello che cerca di prevedere un po’ quella che sarà la traiettoria che porterà presto il covid19 a essere una qualsiasi malattia endemica, non molto più pericolosa di un qualsiasi raffreddore.

L’analisi è stata pubblicata su Science e si basa su dei dati immunologici ed epidemiologici di vecchi coronavirus che emerseno alcuni decenni fa e che oggi sono diventati appunto endemici, pari ad alcuni raffreddori.

Sars-Cov-2: ha una biologica simile ai coronavirus endemici

A dichiararlo è stata Lavine durante un’intervista a Quotidiano Sanità. Spiega che il coronavirus che conosciamo oggi è simile agli altri del passato, tutti quanti endemici. Almeno nella sua biologia di base. In pratica ha la stessa struttura, con lo stesso ciclo di replicazione e attacca anche le stesse cellule, cioè quelle epiteliali respiratorie. Sono caratteristiche simili a quelle degli altri eCov.

L’idea che possa presto diventare endemico è che l’infezione nei bambini è molto lieve, proprio come le altre infezioni da coronavirus endemici che sperimentano in età pediatrica. Di conseguenza poi negli adulti l’organismo è già dotato di immunità contro il virus e di conseguenza se colpisce di nuovo, e lo può fare dopo un anno circa, lo fa in modo generalmente più lieve. Questo perché il corpo ha già sviluppato un’immunità parziale.

Le prove analizzate fino a oggi dimostrano che anche nel caso del Sars-Cov-2, le persone vaccinate, così come quelle che hanno già contratto l’infezione, avranno una reinfezione più lieve.

Il ruolo dei vaccini resta comunque di primaria importanza in tutto questo, perché potrebbe aiutare a instaurare un livello di endemicità della malattia piuttosto velocemente. Ecco che lo scopo oggi è passare presto da uno stato pandemico a uno endemico e per farlo, bisogna collaborare tutti. Solo così il virus porterà a un’infezione lieve.

Bisogna poi tenere in considerazione una cosa. Per quanto ne sappiamo oggi, probabilmente almeno una volta nella vita tutti entreremo in contatto con questo virus e di conseguenza, meglio vaccinarsi così da poter avere un’alta percentuale di probabilità di sviluppare una forma lieve o asintomatica della malattia.

Quando diventa endemico un virus?

Quando si riduce il rapporto tra le persone infette e il numero di morti. Come spiegano gli esperti però bisogna considerare che le varianti potrebbero ridurre il processo se il loro tasso di mortalità è più alto. Anche se comunque finché le infezioni tra i bambini restano lievi e gli adulti continuano a vaccinarsi, il processo verso il passaggio a endemia dovrebbe proseguire.

Lavine però vuole frenare un modo errato che c’è stato in Italia di interpretare il loro studio. Diverse testate italiane infatti hanno iniziato a parlare del fatto che il virus andrebbe lasciato circolare liberamente per poter arrivare presto allo stato endemico. L’idea infatti è che, proteggendo le categorie a rischio e lasciando diffondere il virus tra i giovani, il risultato si potrebbe raggiungere più in fretta.

Gli autori spiegano però che lo scopo del distanziamento sociale è impedire la diffusione rapida del virus che porterebbe a un numero di morti elevato inutilmente. Meglio continuare con le misure di sicurezza e aspettare la trasformazione da pandemia a endemia.

Claudia Lemmi

Classe '89, una passato di arte che inizia con un pennello e prosegue con una biro in mano. Oggi sono web writer specializzata nella creazione di contenuti sul benessere, la salute e l'alimentazione.
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