Il tamarindo non è famoso in Italia come molti altri frutti esotici, diventati quasi di routine sopra le nostre tavole. Tuttavia è possibile trovarlo in alcuni negozi etnici, specialmente sotto forma di bevande.
E’ ricco di proprietà benefiche e contiene una serie di nutrienti preziosi per il corpo.
Appartiene al genere Tamarindus e alla famiglia delle leguminose. Se traduciamo il nome significa letteralmente dattero dell’India.
L’albero del tamarindo è dell’Africa Orientale e dell’India, la sua coltivazione però avviene in grandi quantità anche in America Latina, dove il frutto viene utilizzato per numerose ricette.
Proprietà del tamarindo
Il tamarindo come tutti i legumi possiede un buon contenuto proteico, per questo viene utilizzato a scopo alimentare in quei paesi dove vi è un rischio di malnutrizione proteica. Tuttavia ne contiene meno rispetto per esempio ai fagioli e le lenticchie, appartenenti alla stessa famiglia.
Contiene anche una discreta quantità di fibre, di flavonoidi, amminoacidi essenziali e minerali (potassio, magnesio, ferro e fosforo). E’ ricco inoltre di carboidrati e zuccheri buoni. Le principali proprietà del tamarindo sono:
- Lassativo: è tra gli effetti più noti del tamarindo. In questo caso può essere consumata la polpa del frutto, oppure la macerazione delle foglie. Ancora esistono diverse bevute in commercio, soprattutto online, che aiutano per questo scopo. Il motivo è semplice, contiene molto potassio, ma anche acido tartarico e acido malico.
- Diarrea: occorre consumarne poche quantità per combattere i problemi di diarrea, però riequilibra l’intestino grazie alla presenza di fibre.
- Contro le contrazioni muscolari: il potassio aiuta a combattere il problema delle contrazioni muscolari e allo stesso tempo regola la pressione arteriosa.
- Sindrome della stanchezza cronica: l’acido malico del tamarindo è utile contro la sensazione perenne di stanchezza.
- Contrasta i radicali liberi: uno studio del 2012 ha dimostrato che l’elevata presenza di antiossidanti in questo frutto contrasta i radicali liberi e diversi problemi collegati, come le malattie cardiovascolari, neurodegenerative e l’invecchiamento precoce.
- Utile contro il diabete: secondo uno studio in laboratorio sui ratti, il principio attivo del tamarindo abbassa la curva glicemica.
- Colesterolo: abbassa il colesterolo cattivo a favore di quello buono. E’ un effetto molto importante considerando gli effetti negativi che la placca aterosclerotica ha sull’organismo. Si deposita infatti nelle vene e rallenta il flusso sanguigno. Può ostruire totalmente i vasi oppure portare comunque alla formazione dei trombi.
- Abbassa la febbre: in diverse parti del mondo il tamarindo viene utilizzato come rimedio naturale per abbassare la temperatura corporea, ma anche per contrastare la malaria.
Come si utilizza il tamarindo
Essendo questo frutto poco noto in Italia, non tutti sanno come può essere consumato. La parte commestibile è la polpa che circonda i semi. Quando è verde è particolarmente aspra, però può essere ugualmente utilizzata per la realizzazione di piatti salati.
Quando invece è matura è molto più dolce, anche se questo varia molto in base al tipo di cultivar. Per esempio può essere consumata come quella di un qualsiasi altro frutto e mangiata perciò singolarmente, oppure può essere aggiunta ad alcuni piatti come il riso, le lenticchie, piatti di verdure oppure a base di patate.
Uno degli scopi principali comunque è quella di utilizzare il tamarindo per la creazione di bevande nutritive. Può essere preparata un’acqua molto gustosa anche in casa. Tutto ciò che occorre è lasciare la polpa di tamarindo in acqua per due o tre ore, dopo aggiungere due cucchiai di zucchero e il succo di mezzo limone. Lasciar bollire per 20 minuti e dopo freddare. L’ideale per non perdere le proprietà nutritive della bevanda è consumarla nello stesso giorno.
In Italia per esempio viene consumata la worcestershire, una salsa agrodolce e leggermente piccante che tra i tanti ingredienti vede presente anche il tamarindo. Si trova anche in diverse salse per cocktail.
Controindicazioni del Tamarindo
Il tamarindo di base non ha particolari effetti collaterali però a causa dell’alto contenuto di fibre, se consumato in eccesso, può avere un effetto lassativo che, se non desiderato, causa disturbi. Allo stesso tempo l’elevata quantità di tanniti può rendere un po’ difficile la digestione. Non dovrebbe essere consumato per esempio da chi soffre della sindrome del colon irritabile, gonfiore addominale e digestione lenta.
Altro effetto riscontrato è quello che aumenta il rischio di biodisponibilità se si stanno assumendo farmaci come l’ibuprofene e l’acido acetilisalicilico.
Curiosità e descrizione della pianta
L’albero del tamarindo può arrivare a vivere per più di 150 anni e ha una crescita molto lenta. I primi frutti non possono essere raccolti prima dei anni. Raggiunge un’altezza di 30 metri e una circonferenza di 7 metri. I fiori sono piccoli, di un colore giallo poco appariscente. Le foglie sono lunghe 15 centimetri e composte da numerose piccole foglie che si chiudono la notte. Vengono utilizzate in alcuni paesi come cibo per i bachi da seta.
Il frutto è lungo tra i 10 e i 15 centimetri, è appiattito e lucente. La polpa ne costituisce circa il 55%. E’ molto utilizzato in diversi paesi, come in India per il chutney, in Messico e nei Caraibi per l’agua fresca e in Thailandia per il curry e il pad thai.