Il tamarindo non è famoso in Italia come molti altri frutti esotici, diventati quasi di routine sopra le nostre tavole. Tuttavia è possibile trovarlo in alcuni negozi etnici, specialmente sotto forma di bevande.
E’ ricco di proprietà benefiche e contiene una serie di nutrienti preziosi per il corpo.
Appartiene al genere Tamarindus e alla famiglia delle leguminose. Se traduciamo il nome significa letteralmente dattero dell’India.
L’albero del tamarindo è dell’Africa Orientale e dell’India, la sua coltivazione però avviene in grandi quantità anche in America Latina, dove il frutto viene utilizzato per numerose ricette.
Il tamarindo come tutti i legumi possiede un buon contenuto proteico, per questo viene utilizzato a scopo alimentare in quei paesi dove vi è un rischio di malnutrizione proteica. Tuttavia ne contiene meno rispetto per esempio ai fagioli e le lenticchie, appartenenti alla stessa famiglia.
Contiene anche una discreta quantità di fibre, di flavonoidi, amminoacidi essenziali e minerali (potassio, magnesio, ferro e fosforo). E’ ricco inoltre di carboidrati e zuccheri buoni. Le principali proprietà del tamarindo sono:
Essendo questo frutto poco noto in Italia, non tutti sanno come può essere consumato. La parte commestibile è la polpa che circonda i semi. Quando è verde è particolarmente aspra, però può essere ugualmente utilizzata per la realizzazione di piatti salati.
Quando invece è matura è molto più dolce, anche se questo varia molto in base al tipo di cultivar. Per esempio può essere consumata come quella di un qualsiasi altro frutto e mangiata perciò singolarmente, oppure può essere aggiunta ad alcuni piatti come il riso, le lenticchie, piatti di verdure oppure a base di patate.
Uno degli scopi principali comunque è quella di utilizzare il tamarindo per la creazione di bevande nutritive. Può essere preparata un’acqua molto gustosa anche in casa. Tutto ciò che occorre è lasciare la polpa di tamarindo in acqua per due o tre ore, dopo aggiungere due cucchiai di zucchero e il succo di mezzo limone. Lasciar bollire per 20 minuti e dopo freddare. L’ideale per non perdere le proprietà nutritive della bevanda è consumarla nello stesso giorno.
In Italia per esempio viene consumata la worcestershire, una salsa agrodolce e leggermente piccante che tra i tanti ingredienti vede presente anche il tamarindo. Si trova anche in diverse salse per cocktail.
Il tamarindo di base non ha particolari effetti collaterali però a causa dell’alto contenuto di fibre, se consumato in eccesso, può avere un effetto lassativo che, se non desiderato, causa disturbi. Allo stesso tempo l’elevata quantità di tanniti può rendere un po’ difficile la digestione. Non dovrebbe essere consumato per esempio da chi soffre della sindrome del colon irritabile, gonfiore addominale e digestione lenta.
Altro effetto riscontrato è quello che aumenta il rischio di biodisponibilità se si stanno assumendo farmaci come l’ibuprofene e l’acido acetilisalicilico.
L’albero del tamarindo può arrivare a vivere per più di 150 anni e ha una crescita molto lenta. I primi frutti non possono essere raccolti prima dei anni. Raggiunge un’altezza di 30 metri e una circonferenza di 7 metri. I fiori sono piccoli, di un colore giallo poco appariscente. Le foglie sono lunghe 15 centimetri e composte da numerose piccole foglie che si chiudono la notte. Vengono utilizzate in alcuni paesi come cibo per i bachi da seta.
Il frutto è lungo tra i 10 e i 15 centimetri, è appiattito e lucente. La polpa ne costituisce circa il 55%. E’ molto utilizzato in diversi paesi, come in India per il chutney, in Messico e nei Caraibi per l’agua fresca e in Thailandia per il curry e il pad thai.
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