Alcune storie possono decisamente lasciare il segno. Queste vengono fuori anche grazie al cinema e alla letteratura. “The Silent Twins” è una pellicola che racconta la storia di due gemelle che si sono rifugiate nel silenzio. Ecco la loro storia.
Il cinema e la letteratura possono dare campo a delle storie davvero sorprendenti. Un racconto drammatico che è stato portato alla luce tramite il lavoro fatto dalla giornalista del Sunday Time, Marjorie Wallace. La storia racconta della reclusione in un centro psichiatrico del Galles per le due gemelle.
Dalla letteratura, dove già la loro storia è stata conosciuti da molti, al cinema grazie al lavoro della regista polacca Agnieska Smoczynska. Il film è apparso al Festival di Cannes all’interno della sezione Un certain regard. “The Silent Twins” ha riscosso grande successo perché ha messo in campo la storia delle gemelle Gibbons. A questo seguirà anche una serie tv, un documentario. Oltre che una pièce.
Tutto ha inizio nei primi anni Sessanta. Momento in cui la loro famiglia di origini creole decide di trasferirsi nel Regno Unito. La zona scelta è stata quella di una piccola località del Galles. Loro, insieme ai due fratelli, sono gli unici ragazzi neri della zona. Il razzismo era presente con continui atti di provocazione e bullismo. Se per i due ragazzi, andare avanti era complesso ma possibile. Diverso il discorso per June e Jennifer che decisero, un po’ per trovare una zona sicura, un po’ per ribellione di chiudersi nel silenzio.
“The Silent Twins”. la storia di June e Jennifer Gibbons: dalla ribellione al silenzio
In pubblico, June e Jennifer decisero di non dire una parola. Neanche i professori riuscirono a cambiare il corso delle cose. Diverso è il discorso mentre erano in privato. Lì organizzavano storie, soap e tanto altro. Da un corso di scrittura venne fuori anche un romanzo. Insomma, decisero di chiudersi in un mondo tutto loro.
Dopo qualche periodo, decisero di rompere completamente con la comunità. Lo faranno sempre con il silenzio ma intervallato da atti di teppismo. Cosa che le porterà a subire una sentenza a dir poco spropositata. Le due gemelle, infatti, saranno relegate in un manicomio del Galles. Sentenza presa perché furono giudicate pericolose per se stesse e per gli altri.
12 mesi in manicomio e la morte di Jennifer: l’obiettivo del film
Le ragazze trascorreranno 12 anni della loro vita in manicomio. Jennifer, durante il trasferimento in un centro meno severo, morirà appoggiando la testa sulla spalla di June. La ragazza venne portata in ospedale ma fu tutto vano, Jennifer morì poco dopo per miocardite acuta. Dall’autopsia non furono rilevate tracce di droga o altro e ancora oggi la causa della morte della ragazza resta un mistero.
La giornalista, come raccolto da bookciakmagazine, racconterà di un patto tra le due sorelle. Un accordo dove se una delle due ragazze fosse morta, l’altra avrebbe ripreso a condurre una vita normale. Ma tale cosa resterà senza risposta.
La scena è raccontata anche dalla regista polacca senza cambiare di molto il linguaggio. Questo film vuole far entrare lo spettatore nel mondo difficile delle gemelle silenziose. Anche se l’obiettivo non è sempre stato raggiunto. Per chi volesse approfondire la storia delle gemelle Gibbons potrà farlo tramite il libro della giornalista Marjorie Wallace con il titolo “Le gemelle che non parlano”. Mentre per il film non si hanno informazioni, al momento non è presente in Italia.
L’infanzia di June e Jennifer
June e Jennifer sono nate da una coppia di immigrati caraibici. La famiglia, si trasferì all’inizio degli anni ’60 nel Regno Unito dalle Barbados. Loro due nacquero l’11 aprile del 1963 in Yemen, precisamente in un ospedale militare di Aden.
Il trasferimento a Haverfordwest, in Galles, avvenne nel 1974 dove la coppia aveva già altri 2 figli. Le due ragazze sono apparse sempre legatissime, parlavano in una forma stretta di bajan, una lingua creola basta sull’inglese. Cosa che permetteva loro di capirsi mentre agli altri risultava difficile.
Come detto in precedenza, i problemi iniziarono a sorgere per via del colore della pelle. Furono vittima di atti di bullismo e i tutor dell’istituto preferivano farle uscire ogni giorni prima da scuola. Questa iniziativa, seppur a fin di bene, non portò altro che il loro isolamento. Ogni giorni di più, diventavano sempre più riservate fino ad arrivare a non rivolgere la parola a nessuno. Neanche ai genitori ai loro fratelli. Le ragioni social di quel tempo portano le due ragazzine ad isolarsi completamente.
L’esplosione creativa delle gemelle Gibbons
Nonostante i tanti tentativi medici, le due gemelle continuarono a non parlare con nessuno. Si chiusero, una volta riunite, nella loro camera e lì diedero spazio alla loro immensa creatività. Inventarono drammi e storie a mo’ di soap opera. Quest’ultime furono un regalo di Natale per la loro sorella Rose.
Procedettero anche ad un corso di scrittura creativa e ognuna delle ragazze aveva un diario personale dove all’interno avevano drammi, poesie e romanzi. Con le indennità di disoccupazione, le due ragazze volevano far pubblicare un romanzo tramite autoedizione. Tutti i tentativi, però, sono stati vani. Questo non le ha fermate dalla scrittura, hanno continuano a farlo dando vita a racconti indipendenti.
Il ricovero di Jennifer e June
Dopo alcuni atti vandalici, questi avvenuti nella loro adolescenza, Jennifer e June sperimentarono anche alcune sostanze illegali. A seguito di tutti questi episodi, il tribunale condannò le due gemelle il 27 maggio 1982 nell’ospedale psichiatrico di massima sicurezza di Bradmoor, nel sud del Paese. Furono dichiarate colpevoli di 16 capi di imputazione come furto, furto con scasso. Reati che furono commessi ma che non avrebbero meritato una sentenza così profonda.
Nell’istituto di Bradmoor restarono per undici anni. Durante il periodo di detenzione, furono sottoposte a psicofarmaci che incisero sulla concentrazione. Ebbero entrambe pesantissimi problemi, talmente profondi che pare le fecero gran parte della passione per la scrittura creativa.
Il giorno della morte di Jennifer e l’oggi di June
La morte di Jennifer ha sconvolto tutti e ancora oggi non si sa cosa l’abbia causato. Dal 2008, June vive in Galles e non è più tenuta sotto osservazione dai servizi psichiatrici. All’Harper’s Bazaar e al Guardian rilasciò diverse interviste. Nel 2016, la sorella Greta diffuse la notizia che tutta la famiglia fu diffusa dal caso. I genitori non vollero, però, fare causa all’Istituto dato che nulla e nessuno avrebbe ridato indietro la loro Jennifer.