E’ stretta la correlazione tra tumore alla vescica e il fumo di sigaretta e gli esperti lanciano l’allarme. Ropi (Rete Oncologica Paziente Italia), insieme all’Associazione Palinuro, spiegano che smettere di fumare aumenta la possibilità di non andare incontro al tumore alla vescica, il quale rappresenta circa il 2% di tutti i tumori ed è il secondo più diffuso in urologia, subito dopo il cancro alla prostata.
Ropi si è mosso nella sensibilizzazione sul tema e per questo dalla sua pagina ufficiale (reteoncologicaropi.it) ha messo a disposizione di tutte le persone un volume da scaricare che spiega bene cos’è il tumore della vescica.
Un punto chiave di questo fascicolo è che il fumo di sigaretta non aumenta solo il rischio di danni, anche irreversibili o mortali, ai polmoni, ma anche alla vescica. E’ infatti lui il colpevole, nel 50% dei casi. Secondo le statistiche infatti questo tipo di tumore è 4 volte più comune fra i fumatori piuttosto che tra i non fumatori. Il rischio però aumenta anche in base a due fattori: da quanto si fuma e quante sigarette al giorno.
E’ vero che fumare aumenta il rischio di cancro alla vescica, però non è certo l’unica causa. Vale a dire che, un non fumatore, rischia comunque di veder comparire questo cancro. In generale gli esperti consigliano di seguire una serie di regole per ridurre in modo considerevole il rischio. E sono:
Inoltre è importante stare sempre allerta e riconoscere i segnali che ci invia il corpo. Tra i possibili sintomi del tumore alla vescica infatti troviamo il sangue nell’urina per un periodo prolungato, la sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica e la difficoltà a urinare.
Si tratta però di sintomi condivisi anche con altri problemi di salute, per questo la diagnosti tempestiva è fondamentale. Circa l’80% dei tumori alla vescica se vengono riconosciuti in tempo sono curabili e permettono di avere comunque una buona qualità di vita.
Abbiamo visto che il tumore alla vescica rappresenta il 3% di tutti i tumori. Nell’85% dei casi è di tipo superficiale, mentre nel 15% è di tipo infiltrante. L’incidenza maggiore si riscontra tra gli uomini e le donne con età compresa tra i 60 e i 70 anni e gli uomini hanno 3 volte un rischio maggiore di soffrirne.
Le persone maggiormente a rischio quindi sembrano essere i fumatori. Ma anche coloro che per lunghi periodi sono stati esposti per esempio alle ammine aromatiche e nitrosamine, cioè coloro che a lungo hanno lavorato nei campi dell’industria tessile, della gomma, del cuoio e dei coloranti. Anche le eventuali radioterapie aumentano il rischio, così come alcune infezioni dovute da determinati parassiti diffusi in Medio Oriente.
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