È stato reso noto un report in merito ai dati relativi sull’efficacia dei vaccini Covid e sull’impatto delle infezioni all’interno della società. Indicatori essenziali per continuare la ricerca e la sorveglianza sul virus.
Tutti i vaccini aiutano e sono a sostegno del sistema immunitario per combattere le infezioni future di determinate patologie. Lo è anche quello messo in commercio contro il Covid, il virus che per due anni ha costretto milioni di persone a relegarsi in casa e condurre una vita nel pieno delle regole sanitarie. Ma davvero l’organismo sviluppa le difese contro la malattia? A questa domanda ha risposto un report che è stato reso pubblico di recente.
Dopo due anni di emergenza sanitaria, pare che si stia ritornando poco alla volta alla normalità. A preoccupare in questa nuova stagione pare essere di più l’influenza stagionale che il coronavirus. Tuttavia, l’attenzione rimane ancora alta per quanto riguarda i contagi, così come non si fermano gli studi e le ricerche in merito. È il caso del nuovo report realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che riporta i dati della sorveglianza integrata dei casi di infezione da Covid che sono stati segnalati sul territorio nazionale.
Gi studi hanno interessato il periodo che va dall’inizio della pandemia fino al 14 dicembre 2022. I ricercatori sono andati a vedere come è stato in questi due anni e mezzo l’andamento e l’impatto dell’epidemia, la trasmissibilità del virus. E soprattutto quanto hanno influito i vaccini Covid nel prevenire infezioni, ricoveri e decessi. Ed hanno dimostrato che c’è una grande differenza tra coloro che sono vaccinati e quelli no.
Il report pubblicato lo scorso 16 dicembre 2022 che si intitola “Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale” è stato condotto dai ricercatori dell’ISS ed hanno messo in evidenza una serie di dati. Per quanto riguarda l’andamento, è stato rivelato che dall’inizio dell’epidemia al 14 dicembre 2022 sono stati diagnosticati in tutto 25.051.035 casi, di questi sono deceduti 181.235.
Il dato più importante che è stato rivelato è che l’incidenza del Covid sulla popolazione è in diminuzione. Ciò vuol dire che i contagi sono pari o minori. Questo a livello generale e per tutte le fasce d’età. Dei dati che si rifanno all’ultima settimana. Anche se, in controtendenza agli altri settori, ad aumentare è la percentuale dei casi positivi che sono stati segnalati nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione.
Come viene sottolineato anche nel report, la campagna vaccinale nel nostro paese è partita il 27 dicembre 2020 in via ufficiale. Al 14 dicembre 2022, si legge, sono state somministrate nel complessivo 143.103.056 dosi di vaccino tra prime, seconde, terze e quarte dosi. I dati rivelano che solo lo 0,1% e 0,7% della popolazione ha completato la vaccinazione e ricevuto il booster. Sottolineando la grande efficacia dei vaccini contro il covid.
Il report ISS ha spiegato che, gli individui di età 60-79 anni non vaccinati hanno un tasso di ospedalizzazione maggiore rispetto a coloro che sono vaccinati. Queste persone, come ci dice la ricerca, hanno un tasso di mortalità quasi tre volte di più rispetto a coloro che hanno una dose addizionale o booster. E poi tre volte e mezzo rispetto ai vaccinati che hanno una seconda dose booster da meno di 120 giorni.
I dati si aggravano quando si parla di persone di età 80+ non vaccinati. È stato rilevato che il tasso di mortalità è sei volte e mezzo più alto a paragone di chi ha un vaccino con dose addzionale o booster. Mentre addirittura undici volte e cinque volte e mezzo di più rispetto a colore che hanno la seconda dose booster e da meno di 120 giorni o oltre 120 giorni.
Gli aggiornamenti e le notizie riportate all’interno dell’articolo non devono essere prese in sostituzione di un parere esperto. Si tratta di informazioni che hanno come obiettivo quello di divulgare i nuovi dati e sono state riprese da siti autorevoli. In ogni caso è opportuno sempre chiedere consiglio e parere al proprio medico curante.
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