È stato presentato un nuovo vaccino che potrebbe proteggere da eventuali pandemie future. Secondo la ricerca, blocca oltre venti tipi di virus infettivi: ecco di che cosa si tratta e che cosa c’è da sapere.
Dopo la pandemia da Covid, molti sono i medici e scienziati che temono l’arrivo di un secondo virus che potrebbe mettere in ginocchio tutto il mondo. Per questo gli studi e le ricerche sono continue. Tra le ultime novità è emersa una ricerca che rivela che è stato presentato un rimedio che potrebbe proteggere gli essere umani contro le eventuali pandemie. Andiamo a vedere nel dettaglio di che cosa si tratta.
Per mesi diversi mesi gli scienziati hanno sviluppato un vaccino sperimentale che sarebbe efficace contro tutti i 20 sottotipi conosciuti del virus dell’influenza. Questo è quello che ha rivelato uno studio. Nei suoi test iniziali, è stato dimostrato che avrebbe ulteriormente fornito un’ampia protezione da ceppi influenzali che potrebbero essere letali. Come è stato rivelato dai ricercatori, si tratta un rimedio che è stato prodotto da Pfizer-BioNTech e Moderna, come quello Covid.
Il vaccino antinfluenzale sperimentale si basa sull’mRNA e, secondo quanto rivelato dagli scienziati che hanno studiato, pare che offre speranza di protezione contro qualsiasi tipo di futura pandemia influenzale. Questa tecnologia mRNA che ha consentito i vaccini contro il Covid è stata sperimentata alla Penn. Secondo quanto emerso, il nuovo antidoto sviluppato presso l’Università della Pennsylvania potrebbe essere pronto per l’uso il prossimo inverno.
Vaccino sperimentale mRNA: cosa si tratta?
Un vaccino antinfluenzale contro tutti i 20 sottotipi conosciuti di virus dell’influenza A e B ha protetto diversi animali durante i testi, si tratta di topi e furetti da laboratorio. È stato rivelato che diversi ceppi di influenza sono stati debellati, secondo i dati pubblicati su Science. Gli scienziati hanno sviluppato un vaccino a nanoparticelle lipidiche mRNA contenente antigeni di tutti i venti sottotipi noti di virus.
Questa sarebbe una strategia che potrebbe servire come base per i vaccini antinfluenzali universali, secondo tale studio. Il vaccino, sviluppato da ricercatori statunitensi e canadesi, ha prodotto alti livelli di anticorpi. Proprio per questo potrebbe proteggere gli animali e gli esseri umani dai sintomi della malattia e dalla morte dopo l’infezione con ceppi influenzali sia antigenicamente corrispondenti che non corrispondenti.
La strategia messa in atto dai ricercatori della Penn è quella di vaccinare utilizzando immunogeni, ovvero un tipo di antigene che stimola le risposte immunitarie. E farlo da tutti i sottotipi di influenza conosciuti al fine di suscitare un’ampia protezione, afferma lo studio. Non si prevede che il vaccino fornisca un’immunità completa, ma che dia una risposta immunitaria della memoria che può essere rapidamente richiamata e adattata ai nuovi ceppi virali pandemici, riducendo significativamente le malattie gravi e la morte per infezioni.
Vaccino sperimentale mRNA: qual è l’efficacia?
Il vaccino “multivalente”, che i ricercatori hanno presentato in via ufficiale in un articolo pubblicato sulla rivista Science, ha utilizzato la stessa tecnologia dell’acido ribonucleico messaggero (mRNA) impiegata nei vaccini Pfizer e Moderna del Covid, afferma lo studio. Secondo la ricerca, i test su modelli animali hanno dimostrato che il vaccino in modo drastico riduce la malattia e protegge dalla morte.
Una condizione che si rivela anche quando gli animali in questione sono stati esposti a ceppi influenzali diversi da quelli utilizzati per produrre il vaccino. Proprio per questo motivo, l’antidoto potrebbe servire un giorno come misura preventiva generale contro future pandemie influenzali. È ciò che hanno affermato i ricercatori dell’Università della Pennsylvania, negli Stati Uniti.
Il vaccino sperimentale, una volta che è stato iniettato e assorbito dalle cellule degli animali riceventi, ha iniziato a produrre delle copie di una proteina importante del virus influenzale: la proteina dell’emoagglutinina. Lo ha fatto per tutti i venti sottotipi di emoagglutinina dell’influenza: da H1 a H18 per i virus dell’influenza A e altri due per l’influenza B. virus. I ricercatori hanno osservato che la risposta anticorpale nei topi era forte e ampia, indipendentemente dal fatto che gli animali fossero stati esposti o meno al virus dell’influenza in precedenza.