Vaginosi batterica: cause, sintomi e rimedi

La vaginosi batterica è, come dice il nome stesso, una vaginosi di origine batterica che altera il Ph vaginale perché compromette i lactobacilli, fondamentali per mantenere l’ambiente vaginale leggermente acido. E’ una condizione piuttosto comune e si può presentare infatti nei periodi di alto stress oppure si può presentare dopo una terapia antibiotica, la quale compromette appunto la flora batterica vaginale.

Du per se non porta a complicazioni gravi ma piuttosto a dei fastidiosi sintomi, tra qui quello più caratteristico che è lo sgradevole odore che ricorda quello del pesce. Entriamo adesso nel dettaglio e vediamo quali sono le cause, i sintomi e l’eventuale cura.

Causa della vaginosi batterica

La vaginosi batterica non viene provocata da un batterio specifico ma è piuttosto un’alterazione della flora batterica vaginale. Lo squilibrio che subentra porta a un’infezione polimicrobica e interessa la zona vaginale. Da una parte diminuiscono i lactobacilli, i quali proteggono l’ambiente e lo mantengono leggermente acido. Dall’altra proliferano i batteri patogeni proprio per una diminuzione dei primi.

Le cause possono essere tante e infatti è un tema ancora oggi soggetto di studio. La sua insorgenza spesso è legata a un’interazione di diversi fattori che provocano lo squilibrio. Ecco che i microrganismi che di solito non sono presenti o lo sono ma in quantità tali da non disturbare, trovano una condizione a loro favorevole per la riproduzione.

Nonostante non si tratta di una malattia a carattere sessuale, è vero che i rapporti sessuali non protetti, soprattutto con diversi partner, può portare a questa condizione. Questo perché lo sperma fa aumentare il valore del pH in modo da rendere l’ambiente favorevole agli spermatozoi. Non è però l’unica causa.

Tra gli altri fattori di rischio troviamo le terapie antibiotiche, le quali indeboliscono la flora batterica vaginale. L’uso della spirale oppure delle lavande vaginali, si manifesta anche quando vengono usati detergenti intimi troppo aggressivi. Infine, è stato dimostrato che anche lo stress, così come i forti stati di ansia, influiscono sulle difese immunitarie.

Sintomi della vaginosi batterica

Sembra che il 50% delle donne si accorge di soffrire di vaginosi batterica durante un controllo di routine dal ginecologo. Non è infatti sempre accompagnata da sintomi. Quando invece lo è, non passa inosservata ed è difficile confonderla con qualcos’altro. Questo perché il sintomo caratteristico della vaginosi batterica è l’odore sgradevole che ricorda quello del pesce.

Un odore che normalmente si fa più intenso durante il rapporto sessuale, durante il periodo mestruale e quando applicano il sapore durante i normali lavaggi. Questo però non è l’unico sintomo. Un altro piuttosto fastidioso è quello delle perdite vaginali piuttosto abbondanti che hanno un colore che va dal bianco al grigio. Hanno una consistenza fluida.

Possono poi presentarsi altri sintomi, anche se non sempre le donne con vaginosi batterica ne soffrono. E sono il prurito intimo, il quale di solito è tipico della candida, il bruciore durante la minzione e i rapporti sessuali dolorosi.

Complicanze della vaginosi batterica, ecco quali sono

La vaginosi batterica è un disturbo che difficilmente porta a complicazioni. Il problema principale infatti non è tanto la vaginosi, quanto l’alterazione del pH vaginale che aumenta il rischio di contrarre gonorrea, clamidia e altre malattie sessualmente trasmesse. Aumenta poi il rischio di veder insorgere la PID (malattia infiammatoria pelvica), per colpa della quale molte donne dopo aumentano il rischio di gravidanze extrauterine o sterilità.

Quando la vaginosi batterica viene contratta in gravidanza, aumenta il rischio di part prematuro perché l’infezione se arriva alla membrana antibiotica ne può provocare la rottura precoce.

Come si diagnostica la vaginosi batterica e quale trattamento viene adottato

Viene diagnosticata durante una visita ginecologica, durante la quale davanti al sospetto di vaginosi ecco che il medico misura il pH vaginale. Viene poi prelevato un campione della secrezione vaginale così da vedere quali sono i batteri coinvolti.

Il trattamento prevede una cura antibiotica. I più comuni sono il metronidazolo e la clindamicina. Risolvono il problema rapidamente, però allo stesso tempo dovrebbero essere assunti i probiotici così da provocare la proliferazione dei lattobacilli. Una buona idea poi è quella di rivedere il proprio regime alimentare. Vanno aumentate le fibre e ridotti gli zuccheri semplici.

E’ importante poi cercare di prevenire la vaginosi batterica in modo tale da non portare agli squilibri della flora batterica vaginale. Serve un detergente intimo che non danneggia e non è aggressivo, così come vanno evitati i lavaggi frequenti, le lavande vegetali e ciò che può portare all’irritazione.

Pubblicato da
Claudia Lemmi

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