La variante Delta sta spaventando le persone e mette in movimento i governi. Il governo Draghi sta infatti pensando di alzare alcune restrizioni. Ma quali sono i soggetti più a rischio e quali sono le novità sul fronte contagi?
La variante Delta è presente in Italia e ci sono diversi focolai attivi sparsi nel nostro Paese, così come sono presenti anche nel resto dell’Europa e del Mondo. Una nuova variante del Sars-CoV-2 che spaventa le persone perché da una parte può potenzialmente eludere la risposta immunitaria di coloro che hanno ottenuto il vaccino. Dall’altra sembra che è molto più facile trasmetterla.
I soggetti più a rischio della variante Delta: ecco chi sono
Il Ministero della Salute ha confermato ciò che è stato detto tempo fa dall’ECDC. Cioè che il vaccino è efficace, però sono più scoperti e propensi a essere infettati dalla variante Delta coloro che hanno preso solo 1 di 2 dosi del vaccino, indipendentemente quale tipologia gli è stata somministrata.
Sembra invece che, chi ha ricevuto già entrambe le dosi di vaccini, è decisamente più protetto contro la variante Delta rispetto a chi invece non ha il vaccino o al momento ha ricevuto solo una dose. Il rischio però è piuttosto alto. Non sono del tutto al sicuro però le persone più fragili e che hanno ottenuto il ciclo vaccinale completo. Si parla in questo caso di un rischio che va da basso a moderato.
Perché la variante delta spaventa tanto?
Il Covid19 ha stravolto le nostre vite e il nostro modo di vivere il rapporto con gli altri e con la salute stessa. Sono aumentati i casi di problemi psichici, fobie, ipocondriaci, depressione, attacchi di panico etc. Adesso però c’è una nuova variante a spaventare ed è la Delta.
Ormai sappiamo che i coronavirus, virus RNA, si evolvono in modo costante perché sanno mutare il loro genoma. Le mutazioni infatti sono state notate sin dall’inizio ma, come più di una volta ha sottolineato l’Istituto Superiore di Sanità, la maggior parte delle mutazioni non ha avuto un grade impatto, nonostante alcune per esempio avevano un potere patogeno superiore oppure si trasmettevano più facilmente. La variante Delta, che è quella indiana, si è diffusa prima in Gran Bretagna per poi spostarsi in tutta Europa e circola liberamente, anche in Italia. L’ultima verifica effettuata a riguarda stimava che solo l’1% dei casi di Covid19 erano attribuibili a questa variante, anche se è probabile che tali dati sono già alzati. Questi studi sono stati divulgati dal Ministero della Salute Roberto Speranza durante un’intervista a Cartabianca, però secondo l’analisi del FInancial Times la variante Delta rappresenta in Italia il 36% dei casi, posizionandosi 5 nella classifica dei paesi maggiormente contagiati. La classifica è:
- Gran Bretagna: 98% dei casi Variante Delta
- Portogallo: 96% dei casi Variante Delta
- Russia: 31%dei casi Variante Delta
- Stati Uniti: 31% dei casi Variante Delta
- Italia: 26% dei casi Variante Delta
- Belgio: 16% dei casi Variante Delta
- Germania: 15% dei casi Variante Delta
- Francia: 6,9% dei casi Variante Delta
Ma perché la variante Delta di Sars-Covid19 spaventa ancor di più? Perché sembra essere il 60% più contagiosa della variante inglese, la quale era già sei volte più contagiosa rispetto al covid originario. Non si è ancora capito invece se la carica virale è superiore oppure no, anche se, secondo ciò Public Health England ha divulgato, sembra essere 2,6 volte più facile che conduca verso l’ospedalizzazione.
Uno studio condotto in Cina dal direttore della Sun Yat-Sen University di Guangzhoud, il dott. Guan Xiangdong che è alla direzione del reparto di terapia intensiva,circa il 12% delle persone che viene colpito dalla variante delta si ammala in modo più grave in circa 3 o 4 giorni da quando compaiono i primi sintomi.
Quali sono i sintomi della variante Delta?
La variante Delta ha sintomi diversi rispetto a quella originaria del Covid19. Non troviamo più infatti la tosse e la perdita di gusto e olfatto ma piuttosto mal di stomaco accompagnato da nausea e vomito, mal di testa, febbre, raffreddore, dolori articolari e anche perdita dell’appetito.
Per fortuna però i vaccini funzionano. Solo il 6,2% dei casi riguarda le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino. Il 68% dei casi riguarda invece coloro che non hanno ottenuto nessuna dose. Secondo alcuni è il vaccino Pfizer quello che ha una maggior efficacia, con un 96% della capacità di contrastare gli effetti più gravi che possono portare all’ospedalizzazione i soggetti più deboli.