Alimentazione

Il vino rosso fa bene? La risposta potrebbe non essere quella che si pensa

La questione vino rosso, a seguito di uno studio, è diventata decisamente al limite. In determinati casi, sarebbe meglio non assumerlo. Andiamo a vedere, quindi, quali sono i vantagli e gli svantaggi di questo prodotto.

Tra i prodotti alimentari più amati da portare a tavola c’è sicuramente il vino rosso. Questo rappresenta, nell’opinione generale, qualcosa di davvero unico e che fa bene alla salute. L’idea generale, però, sembra non corrispondere esattamente con la realtà dei fatti.

Fonte foto: Salute.Online

Quello che sappiamo, a grandi linee, è che l’alimentazione non sempre fa bene al nostro organismo. Molte ricerche hanno evidenziato che i prodotti alimentari possono darci una seria mano. Ma dall’altra parte, possono portare anche dei problemi. Sul vino rosso, il discorso è molto complesso ma a far luce arriva uno studio pubblicato su Journals of Gerontology. Questo ci dimostra come i media, sia sul vino che sull’alcol in generale, si mostrino spesso confusi e contraddittori.

Ad esempio, di recente si è scoperto come il resveratrolo possa essere ottimo per rallentare la degradazione delle fibre muscolari e il declino cognitivo. Da una parte, lo studio porta in luce aspetti positivi ma dall’altra questo è stato condotto su topi e non so persone. Ma gli studi sul vino rosso hanno toccato anche altri aspetti.

Vino rosso, oggetto di tante analisi: ecco alcuni studi

Le analisi sul resveratrolo rappresentano una parte degli studi condotti sul vino rosso. Tante analisi hanno evidenziato un legame tra un bere moderato, non solo vino, e la salute. Quello che si è visto di frequente, sostiene Aaron White senior scientific advisor al National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, è che piccole quantità di queste bevande possono aumentare il colesterolo “buono” (HDL). Queste piccole dosi, continua il professore, possono dare più sensibilità all’insulina così da abbassare il rischio di diabete.

Altre ricerche, come riportato dal sito Vice che riprende White, hanno messo in luce che piccole quantità di alcol al giorno portano ad un minor rischio di infarto o ictus. Il consumo moderato definito dai vertici sanitari è quello di massimo un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini. White sottolinea che questo “bicchiere” sia di 340 grammi di birra con 5% di alcol, 10 grammi di vino con 12% di alcol oppure 28 grammi di liquore con 40% di alcol.

Mentre Paul Gow, deputy director of gastroeneterology all’Australia’s Austin Hopital ha studiato la ricerca sull’alcol. Dall’analisi è emerso che chi beve, in maniera moderata, specialmente vino rosso vive più a lungo di chi invece non beve affatto o beve troppo.

Chi compra del vino rosso, fa una spese più salutare

Nonostante tante ricerche abbiano dati certi risultati, non vuol dire che il merito sia solo del vino. Uno studio svolto in Danimarca nel 2006 ha portato alla luce che le persone che acquistavano vino rosso, aggiungevano alla loro spesa più prodotti salutari come le verdure. Mentre chi beveva birra, preferiva completare il proprio carrello con prodotti ultra-processati, salumi e altri ancora.

Il lato negativo del consumo dell’alcol

Se da una parte abbiamo mostrato i punti di luce sulle ricerche sul vino rosso, ora andremo a vedere alcuni punti di svantaggio. Ad evidenziarli ci ha pensato Tim Stockwell, capo del Center for Addictions Research at the University of British Columbia. Il ricercatore, riprendendo le loro meta-analisi del 2016, sottolinea come la mortalità vada a crescere con un bicchiere al giorno.

Continua sottolineando che gli epidemiologi confermino come non esista più il consumo di alcol sicuro. Questo perché la maggior parte di questo consumo potrebbe essere esagerato. White e Gow, invece, sottolineano come il bere in maniera moderato si leghi a rischi più bassi. White, però, sostiene che fare uso di alcol non porti a dei benefici. Infine, conferma che le risposte in merito al fatto che l’alcol faccia bene alla salute siano difficili da raggiungere. È uno scenario complesso a cui non si riesce a dare una risposta.

L’articolo riporta studi scientifici apparsi su riviste di settore. Sono informazioni che hanno finalità divulgativa e informativa. Ragion per cui non devono essere come in sostituzione alla classica e sempre consigliabile visita specialistica. In caso di problemi, la prima scelta deve essere sempre la consultazione di un esperto.

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