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Vitamina D e cancro al seno: ecco come può salvare la vita

Il cancro al seno secondo le statistiche colpisce circa 48 mila donne in Italia ogni anno. Secondo alcune recenti ricerche quando la vitamina D è presente a livelli elevati vi è una maggior probabilità di sopravvivere al cancro al seno.

Lo studio ha preso in esame gli Stati Uniti ed è stato presentato alla American Society Of Clinical Oncology 2021. Gli esperti hanno riscontrato che la maggior parte delle persone che vivono negli USA hanno bassi livelli di vitamina D nel corpo. Sostanza che hanno appunto scoperto essere molto importante nel corpo di una persona malata di cancro al seno perché aumenta la possibilità di guarigione.

Come è stata svolta la ricerca

La ricerca ha preso i esame sia i malati di tumore al seno che del colon-retto. E’ stato dimostrato infatti che quando i livelli di vitamina D sono elevati vi è un minor rischio di soffrire di cancro al colon-retto e invece, per chi soffre già di cancro al seno, una maggior possibilità di sopravvivenza.

Ciò non significa che la vitamina D pul combattere il cancro al seno da sola, mache semplicemente aumenta le probabilità di sopravvivere. Ovviamente questo è solo un primo passo, c’è ancora tanto da studiare e da comprendere per capire qual è davvero il ruolo della vitamina D contro il cancro al seno.

Sono stati svolti in verità diversi studi sull’argomento e il più grande è stato VITAL (Vitamin D and Omega-3) Trial e ha testato proprio questa vitamina D e come influisce sulla prevenzione del cancro. Questo studio in verità ha visto che non andava a ridurre davvero il rischio, perciò prima di trarre conclusioni su come questa sostanza possa davvero aumentare la sopravvivenza nelle donne con cancro al seno, c’è ancora da studiare e analizzare tanto.

Integrare la vitamina D
Senza dubbio però integrarne di più non fa male, anzi. Soprattutto considerando che la maggior parte degli statunitensi consumano molta meno vitamina D della dose consigliata. Questo dipende dal fatto che non è poi così presente all’interno degli alimenti. Il modo infatti più comune di assumerla è quello di esporsi al sole.

A livello alimentare, i prodotti più ricchi di vitamina D segnalati dal National Institutes of Health sono l’olio di fegato di merluzzo, la trota, il salmone, i funghi, i cereali fortificati e il latte fortificato.

Dovrebbero iniziare a prendere in considerazione di assumere più vitamina D le persone che soffrono di obesità, malattie renali croniche o malattia paratiroidea. Lo stesso vale per le donne incinte e che allattano, quelle in post-menopausa e quelle che per lunghi periodi hanno assunto steroidi. Anche gli anziani che escono poco o che vivono per esempio in una casa di cura ne hanno bisogno.

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