Tra le malattie infettive che possono colpire le vie digerenti troviamo la diarrea del viaggiatore, un tipo di enterite piuttosto comune di cui possono soffrire quelle persone che si sono recate in un paese in via di sviluppo. In particolar modo chi viaggia per l’India, l’Africa Centrale e quella del Nord, l’America Centrale e il Sud-Est Asiatico.
Il principale responsabile è quasi sempre il batterio Escherichia Coli. E’ lui infatti a provocare una enterotossina che risulta appunto tossica per l’apparato digerente.
Sembra che ogni anno ne soffrono circa 6 milioni di persone di cui, un buon 30%, sono costrette a restare a letto perché la malattia si rivela particolarmente debilitante.
La gravità della diarrea del viaggiatore resta comunque variabile, dipende da qual è il ceppo di E.Coli che attacca il transito intestinale alterandone le normali funzionalità.
Cause della diarrea del viaggiatore
I ceppi di E.Coli rappresentano la causa più frequente di diarrea batterica su scala mondiale. Questo perché il batterio in questione si trova praticamente ovunque, anche se sembra che la sua concentrazione sia superiore soprattutto nel sud delle varie aree geografiche. Questo perché generalmente vi è una minor igiene.
Ancor di più si dimostra vero verso quelle persone che viaggiano nelle aree tropicali dove spesso le infrastrutture igienico-sanitarie non sono sufficienti o sufficientemente buone ed ecco che acqua e cibi si contaminano molto più velocemente.
Il contagio dell’E.Coli avviene soprattutto per via oro-fecale. Il batterio viene eliminato dal corpo infetto attraverso le feci e viene poi contratto per via orale mangiando cibo o bevendo acqua contaminati dalle secrezioni fetali infette.
Alcune volte comunque la diarrea infettiva, ugualmente originata dal batterio, può manifestarsi a causa della modifica delle abitudini alimentari oppure del forte stress vissuto da alcuni viaggiatori.
Nonostante il nome “diarrea del viaggiatore”, c’è da dire che è possibile che una persona soffra di diarrea scaturita da E.Coli anche restando a casa sua. Questo perché il batterio è presente ovunque ed è comune che anche nei paesi industrializzati possa dar via alle epidemie o comunque a casi sporadici di diarrea sia in adulti che in bambini.
Fattori di rischio della diarrea del viaggiatore
Non vi sono particolari fattori di rischio. L’E.Coli infatti si trova un po’ ovunque ed è quasi impossibile evitarlo completamente. In ogni caso se siamo a conoscenza delle principali cause di trasmissione, sicuramente è più facile ridurre i rischi.
L’E.Coli che causa la diarrea del viaggiatore di solito contamina acqua e cibi nei paesi con una condizione di igiene bassa e con una sanità priva di infrastrutture sufficienti o di buona qualità.
Quando viaggiate perciò verso paesi a rischio, dovreste sempre assicurarvi di comprare solo acqua e bevande di buona qualità. L’acqua in bottiglia sicuramente va utilizzata anche per cucinare, fare il caffè e lavarsi i denti e tutto il cibo deve essere sempre disinfettato prima del consumo o comunque acquistato la dove la provenienza è certa.
Sono maggiormente a rischio di esserne colpiti i bambini e gli anziani, oppure chi soffre di ipocloridria, cioè quando lo stomaco produce poco acido cloridrico.
Come agisce l’E. Coli
L’E.Coli è un bacillo Gram Negativo appartenente alla famiglia degli enterobatteri. E’ diffuso in natura ma anche all’interno della flora batterica intestinale, lo stesso vale per le vie urinarie. Insomma, è un batterio con il quale siamo abituati non solo a convivere, ma è anche utile per il corpo umano.
Quello che provoca la diarrea del viaggiatore è un ceppo enterotossigeno e produce due tossine, una termostabile e una termolabile. Quest’ultima è molto simile a quella del colera e può provocare la secrezione di cloro e acqua all’interno dell’intestino.
Ovviamente perché tutto ciò che avvenga le enterotossine devono incontrare un ambiente adatto, altrimenti non possono aderire alle cellule dell’intestino tenue.
Sintomi della diarrea del viaggiatore
I sintomi della diarrea del viaggiatore non tardano a farsi notare. Ha un esordio molto rapido e brutale e il periodo di incubazione è piuttosto veloce, si parla di 24-48 ore.
La diarrea del viaggiatore si manifesta come una diarrea acquosa, spesso seguita da dolori addominali più o meno forti e quasi sempre di tipo crampiforme. La diarrea alcune volte può essere accompagnata da vomito e febbre.
Il colore delle feci non è quello normale ma tende di più a un marrone molto chiaro, senza sangue né muco.
Il numero di scariche cambia e in base a queste, anche lo stile di vita che può essere portato avanti dalle persone che ne soffrono. Generalmente si parla di 4-8 scariche giornaliere ma possono essere anche più numerose durante i primi giorni.
Diagnosi e prognosi
Per accertarsi che si tratta appunto di una infezione da E.Coli, occorre eseguire la coltura delle feci. Grazie a lei è possibile vedere la crescita dei ceppi batterici.
Il decorso negli adulti è quasi sempre benigno, i sintomi tendono a regredire spontaneamente nel giro di 24-48 ore e nel giro di pochi giorni scompaiono completamente. Nel 10% dei casi può durare più di una settimana.
Le complicazioni sono più che altro legate a uno stato di disidratazione e alterazione dell’equilibrio idrico.